Dieci rossi del Sud da bere in queste feste come se non ci fosse un domani

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

Bene, facciamo un po’ un giro tra i vini rossi del Sud da stappare in questi giorni. Attenzione, le annate che consigliamo non sono le ultime in commercio, ma sono facilmente reperibili. Si tratta di vini che hanno bisogno di qualche anno dopo l’uscita del mercato per essere apprezzati fino in fondo. Ovviamente come si vedrà, non abbiamo incluso le Isole riservandoci un post ad hoc.

1- Sabbie di Sopra il Bosco 2016, Nanni Cope

Una esecuzione perfetta che è già in punto di equilibrio, espressione di una grande annata. Colpisce l’eleganza e la finezza della beva, appagante e fresca.

2-Terra di Lavoro 2014, Fontana Galardi

Possiamo iniziare a stappare questa bottiglia di un vino che prende fascino con il passare degli anni. Quattro sono sufficienti per iniziare a esprimere la giusta complessità.

3-Magno Megonio 2010, Librandi

Altro grandissimo rosso di cui non possiamo fare a meno in queste feste. Da uve Magliocco, tannini fini ed eleganti, beva lunga e complessa. Immortale come tutti i vini di questa azienda cirotana.

4-Es 2015 Primitivo di Manduria, Gianfranco Fino

Da sempre Primitivo sconvolgente, un vino che non può non piacere e che ha il pregio di mettere d’accordo tutti. Per la sua potente elegante, va servito sempre come ultimo rosso da pasto prima del dolce.

5-Montevetrano 2015, Montevetrano

 

Forse il migliore di sempre. Sicuramente un rosso che lascia sopresi per la bevibilità e al tempo stesso per a sua sconvolgente complessità. Vivo, energico, vitale. Una nuova giovinezza per un grande classico.

6-San Calisto Montepulciano d’Abruzzo 2012, Valle Reale

Di questa azienda adoriamo i bianchi, tutti. Ma se dovessimo scegliere un Montelpulciano torniamo qui. Un rosso di montagna, non pesante, non greve, non monocorde. Di grande verve. Imperdibile.

7-Vigna Quintodecimo 2004 Taurasi Riserva, Quintodecimo


Una delle più alte espressioni mai raggiunte dal Taurasi, la ricerca ossessiva di un tannino gradevole e fine, l’energia di una terra vulcanica che regala freschezza e longevità.

8-Taurasi Riserva 1999, Mastroberardino

 

Il classico dei classici, un riferimento della denominazione che guadagna sapore e cresce con il passare degli anni. Questo 1999, figlio di una annata perfetta, è davvero stupendo.

9-Libero Pensiero 2008 Taurasi, Villa Diamante

 

Anche in questo caso uno dei migiori Taurasi di sempre, una lettura che punta dritta al frutto e ossessionata dalla eleganza e dalla bevibilità. Se lo beccate, non fatevelo scippare.

10-Le Braci 2007 Negroamaro, Severino Garofano

Chiudiamo con un altro grande classico pugliese, il Negroamaro che ha visto in Severino Garofano l’indiscutibile profeta capace di sdoganarlo e portarlo sulle tavole più importante.


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