Ed eccoci ai Taurasi. Quest’anno non facciamo divisione tra l’ultima annate e le altre per varie considerazioni. La prima è che il peso specifico di questo vino sul complesso della produzione è stabile tendente al ribasso nonostante la qualità sia in strabiliante miglioramento. La seconda è che vogliamo in ogni caso incoraggiare il ritardo dell’uscita: parliamoci chiaro, è ben difficile bere un Taurasi emozionante che abbia meno di dieci anni.
Avviso ai naviganti: abbiamo inserito solo aziende che trasformano le proprie uve come elemento di qualità e serietà.
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1- Sant’Eustachio Taurasi 2011
Boccella
Un rosso straordinario per compiutezza, maturità e vigore. Fortunato Sebastiano e i fratelli Boccella hanno trovato la formula magica per interpretare l’annata calda in uno dei vigneti irpini più alti. C’è frutta matura al naso, al palato è fresco sapido, piacevolmente amaro. Il culmine di una esperienza che ha sempre regalato grandi risultati. Quando si dice vino artigianale compatibile con l’ambiente.
www.boccellavini.it
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2-Poliphemo Taurasi 2012
Luigi Tecce
Dopo alcune esecuzioni un po’ al di sotto delle aspettative Luigi Tecce piazza un grande Taurasi evidenziando tutte le qualità di una annata che sembra fatta apposta per l’Aglianico. Tanta potenza, toni rustici ma al tempo stesso equilibrati, tanta croccantezza e acidità al palato. Immortale.
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3-Naturalis Historia Taurasi riserva 2009
Mastroberardino
Dei tre Taurasi (oltre al Naturalis, il Radici 2012 e il Radici Riserva 2009) in procinto di entrare in commercio questo è quello che si presenta più pronto. Un riferimento assoluto nel classico stile Mastroberardino: naso discreto, da cercare nel bicchiere, palato gastronomico, promessa di evoluzione, freschezza e sapidità.
www.mastroberardino.com
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4-Vigna Cinque Querce Taurasi 2010
Molettieri
Il grande vignaiolo di Montemarano non perde il colpo con questa annata. La consueta potenza registra un ennesimo smagrimento ben percettibile al palato, il naso è come al solito ricco di frutta matura. La beva è sostenuta dalla solita irrefrenabile freschezza che ne fa un vino eterno.
www.salvatoremolettieri.com
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5-Grande Cerzito Taurasi Riserva 2011
Quintodecimo
Uno dei due cru di Taurasi bussa alle porte del mercato assetato di Moio. Un rosso che ha appena iniziato il suo percorso, con qualche incertezza sull’equilibrio, sicuri che in bottiglia farà un grandissimo percorso come tutti gli altri. Non un vino, ma meticolosa opera di ingegno e scienza enologica.
www.quintodecimo.com
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6-Piano di Montevergine Taurasi riserva 2011
Feudi di San Gregorio
La ripresa dei rossi è la grande novità che la Feudi regala agli appassionati a partire dall’annata 2009. Via gli eccessi di legno, le dolcezze al naso, avanti con sapidità, note fumé, freschezza al palato. Questo millesimo del Piano di Montevergine è sicuramente il migliore di sempre.
www.feudi.it
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7-Macchia dei Goti Taurasi 2012
Antonio Caggiano
Evidentemente la nostra decisione di mettere l’ultima annata insieme alle altre penalizza la 2012. Esce decisamente dal coro, come al solito, la mirabile esecuzione di Antonio Caggiano, un certezza per chi vuole bere un Taurasi di carattere, non omologato, moderno ma non caricaturale, capace di attraversare davvero il tempo.
www.cantinecaggiano.it
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8-Taurasi 2011
Tenuta del Meriggio
Squillo di tromba a Montemiletto, un comune nel cuore vitivinicolo irpino che però non ha sinora avuto interpreti capaci di affermarsi al livello mediatico. Questa azienda nasce da un progetto ecocompatibile. Le uve di proprie proprietà a Taurasi regalano un rosso ben eseguito, lavorato il legno grande, molto piacevole.
www.tenutadelmeriggio.it
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9-Di Umberto Taurasi 2012
Donnachiara
Altro 2012 che riesce a farsi largo in questa classifica molto difficile. L’azienda segna l’ingresso di Riccardo Cotarella in cantina. Il rosso di punta aziendale, dedicato al fondatore Umberto Petitto, è molto elegante, al palato non fa concessioni piacione: fresco, sapido con chiusura amara lunga e precisa.
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10-San Michele Taurasi 2011
Miervini
Un Taurasi giocato sui toni tradizionali, dai tannini ficcanti e l’acidità esuberante, lavorato in botte di castagno. Un vino da spendere dunque sui piatti di territorio, capace di evolvere bene nel tempo come abbiamo già avuto modo di verificare con tutte le annate prodotte da Giacomo Pastore.
www.miervini.it
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