di Tommaso Esposito
Non solo le stelle brillano intorno al Vesuvio.
C’è tutto un fermento che dà forza e vivacità a tanti posti dove è possibile sedersi a tavola per mangiare sia rispettando la cucina di tradizione che provando quella creativa.
Se è vero, cioè, che a Taverna Estia di Brusciano Francesco Sposito, collocato dalla Guida Espresso al vertice degli chef campani e dalla Michelin tra i bistellati italiani, continua il suo percorso esplorando i sentieri dell’alta ristorazione, mentre Paolo Gramaglia, anche lui riconfermato cuoco stellato, a Pompei consolida la proposta gastronomica e lo charme del suo ristorante President, al di qua e al di là del Vulcano, la Montagna come dicevano gli antichi contadini, è possibile trovare ristoranti dove il rapporto qualità prezzo è veramente vantaggioso.
Cominciamo da Pietro Parisi conosciuto a livello mediatico, sta un giorno sì e uno no sulle reti della Rai, come il cuoco contadino.
Nel suo Era Ora a Palma Campania imbandisce la tavola con i prodotti della campagna vesuviana raccolti direttamente dai piccoli produttori e rielaborati secondo la sua filosofia che riconosce un valore etico a quello che mangiamo: niente sprechi e grande golosità. Ha aperto pure a San Gennaro Vesuviano Le cose buone di Nannina un bistrot osteria bottega dove offre un menu del giorno di cinque portate a 12 euro.
Poco distante, nella stessa cittadina, c’è Alfonso Crisci con la sua Taverna Vesuviana.
È un bel posto dove si può scegliere in una carta ricca di riferimenti locali e spunti innovativi un pranzo o una cena alla portata di tutti.
Buone sono le sue zuppe di pesce o di ortaggi rivisitate.
Ristorante Markus a San Paolo Belsito fa esprimere Maurizio De Riggi, cuoco emergente per Il Mattino Mangia & Bevi 2015 con la sua cucina di territorio, ma fortemente creativa.
Sant’Anastasia è il regno di Angelina Ceriello che da sessant’anni guida i fornelli a ‘E Curti dove si mangia veramente vesuviano scegliendo tra le zuppe di legumi, i primi di pasta e ruoti di agnello o di coniglio con patate e piselli.
La via del baccalà è segnata tra Somma Vesuviana e Marigliano.
A Somma ci sta Locanda Nonna Rosa dove Enzo Nocerino si diverte alla grande spaziando tra le genovese di mussillo o il tegamino di pancotto e coroniello.
A Marigliano ci sta Salvatore Granato a ‘O Scialatiello. Resterete affascinati dalla sua raccolta di moto d’epoca e sarete presi dal filetto di baccalà alla brace o dallo stocco in cassuola.
Chi ama la carne non può non ritrovarsi da Luciano Bifulco a Ottaviano nella Braceria Bifulco, appunto.
Si può cominciare con un grande Rraù e poi viaggiare tra bistecche di Chianina o Marchigiana garantite e frollate come pochi sanno fare.
Una bella sorpresa coglierà chi invece si affida a Mimmo Molaro nel suo Hungry People a Somma Vesuviana.
Un nome da pub, vero, ma il menu, che cambia ogni giorno, raccoglie piatti di mare e di terra dove i guizzi creativi più che gli occhi rallegrano le papille.
A Portici, e siamo lungo il versante costiero del Miglio d’Oro, la tappa obbligata è il ristorante Cieddì con le sue proposte identitarie, ma innovative.
Più avanti ci si può fermare a Ercolano da Viva lo Re.
C’è sempre una bella carta dei vini che accompagna piatti leggeri e gustosi.
Il pesce la fa veramente da padrone a Acqua & Sale la pescheria ristorante dove il giovane chef Giorgio Vitiello non vi deluderà con crostacei, polpi, ricciole e branzini che guizzeranno tra i crudi, i carpacci, gli spaghetti, i fritti e l’acqua pazza.
Con Il Giardino delle Esperidi si chiude il giro a Pompei.
Una mano giovane, ma felice è quella di Gioacchino Nocera. Anche qui gusterete tutto ciò che è possibile creare con il pesce azzurro, dalle alici ai sauri, alla lampuga.
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