Vi prendiamo per mano e vi portiamo in un percorso diverso dal solito. Vi portiamo in pizzerie di cui abbiamo già parlato ma che restano fuori dai riflettori mediatici e che, soprattutto, sono frequentate solo da napoletani. Non tanto pizzerie di quartiere, ma luoghi dove il fermento sta cambiando le cose, c’è cura per gli impasti, qualche gommone, attenzione alle materie prime. Insomma quindici pizze che non dovete perdere se venite a Napoli. La classifica delle non classifiche, qualcuna di queste è in qualche guida. Alcune sono destinate a scalarle, altre no. Provatele e ci ringrazierete perché avrete delle sorprese. La prima è più significativa è che non c’è più la distanza siderale di un tempo con quelle che sono considerate al top. Anzi, la qualità degli impasti e delle materie prime usate spesso non teme confronti.
Questa guida non vuole sminuire i più famosi e conosciuti, ma solo dire che sono la punta di un iceberg di una grande rivoluzione che riguarda tutti. Una guida diretta a chi va oltre le guide e che ama il viaggio oltre lo spostamento. A chi ama davvero entrare nello spirito della città.
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Pizzeria Fortuna alla Duchesca
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Una pizzeria da provare perché non tutti sanno che è la pizzeria di famiglia di Enzo Coccia. Sta a ridosso di piazza Garibaldi, lato opposto alla stazione ed è gestito da Ciro Coccia. Un pizzeria popolare, frequentata da gene del quartiere e studenti di passaggio.
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Pizzeria Lucignolo a Piazza Nazionale
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Ora siamo nel lato opposto, sulla destra della stazione spalle ai binari. Nella non lontana piazza Nazionale dove trovate un fortino della tradizione napoletana ma con tanta ricerca negli impasti e nella lievitazione e una ricca proposta di pizze.
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Pizzeria del Popolo a Piazza Mercato
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Gianni Breglia è un professionista silenzioso e concreto pur avendo vissuto uno dei momenti più incredibili della pizza napoletana. Era infatti il ragazzo di bottega da Di Matteo quando improvvisamente Bill Clinton decise di spararsi una pizza a portafoglio. Nelle foto d’epoca lo riconoscerete. Ora sta in una piazza magica, non lontano dalla Chiesa del Carmine che è molto amata dai napoletani che ogni anno danno fuoco al campanile (osservate con attenzione le magliette della foto) in modo spettacolare. Un pizza vera, efficace, gentile.
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Antonio e Gigi Sorbillo ai Tribunali
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Siamo ai Tribunali, ma dall’altro Sorbillo con un bravo canottista al forno: si tratta del giovane Vincenzo Iannucci che adesso si esibisce anche a Eataly e che è molto impegnati nella ricerca degli imasti e delle buone materie prima. Insomma nella via della pizza una bella sorpresa è ancora possibile.
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Al 22 alla Pignasecca
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Siamo nel cuore del cibo a Napoli, pizzerie, salumerie, trattorie, fruttivendoli. Qui che Giovanni Improta, figlio d’arte, sempre con la fila fuori, che fa pizze che riscaldano il cuore con cibi della tradizione.
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Pizzeria Oliva alla Sanità
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Proprio di fronte alla Basilica di Santa Maria della Sanità c’è la pizza di Salvatore Oliva, mago delle fritture. Appartiene a una delle famiglie storiche di pizzaioli di Napoli che dal magico quartiere sono scesi a corso Garibaldi o saliti al Vomero. Una pizza di tipo tradizionale, buona, molto amata dalla gente del quartiere fuori dai circuiti mediatici. Approfittatene per visitare uno degli esempi più belli di barocco napoletano e mangiare un fiocco di neve di Poppella.
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Pizzeria Giu Giu a via Andrea d’Isernia
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Qui torvate Tommaso Mastromatteo, istruttore dell’Avpn. Metodo e lavoro discreto, la pizza è tra quelle tradizionali. Disco sottile, cornicione accennato, taglia L.
Con una marcia in più. La leggerezza dell’impasto che la rende morbida, scioglievole, non comune.
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Benvenuti al Sud a Mergellina
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Siamo nell’ex trattoria della famiglia Vinci, ristrutturata con l’idea di riproporre una pizzeria napoletana dell’800. Immagini da cartolina e pizza moderna, lavorata molto bene con il forno a gas, una modalità di cottura su cui l’Associazione Verace Pizza ha iniziato a dare la propria certificazione. La famiglia Fusco non ha tradizione di pizzaioli, da sette anni il padre dei gemelli Mirko e Danilo, Claudio, ha riconvertito la sua attività prima aprendo a Secondigliano, adesso qui a Mergellina.
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Di Napoli a Fuorigrotta
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Fu un collega a portarmi in questa pizzeria che si trova in una traversa di viale Augusto e mi piacque subito. Ci sono tornarto più volte, anche di recente e sempre con soddisfazione. Un buon impasto, sempre piena a pranzo e la sera, non è possibile prenotare. Il servizio è rapido, si lavora alla grande e gli ingredienti sono dibuona qualità.
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Ciarly di Raffaele Bonetta Fuorigrotta
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La pizzeria è anni ’80, in posizione strategica per chi deve andare allo stadio. Ma l’impasto non è moderno, di più. Imperdibile per la leggerezza, attentamente studiato da Raffaele Bonetta che ci si dedica con passione. Troverete una pizza che davvero non vi aspettate e che può guardare dritto negli occhi le più blasonate. Ottima anche la ricerca dei prodotti e i fritti.
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Ciro Pellone alla Loggetta
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Siamo ancora non lontani dallo stadio. Una pizzeria Pellone, altra famiglia che ha davvero le radici nell’arte della pizza napoletana che a via Nazionale ha lasciato solo il nome. Le redini di una pizzeria di quartiere che vede al lavoro tutta la famiglia sono nelle mani dei fratelli Marco e Antonio, anche lui impegnato nella ricerca costante nell’impasto e nelle materie prime. Una pizza di impegno, seria e popolare.
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Pizzeria Porzio a Soccavo
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In una strada anonimo del quartiere Soccavo la pizza che non ti aspetti con la fila in stile Tribunali. Il protagonista è un figlio d’arte formato alla scuola dei Pellone, Enrico Porzio che è nel pieno della maturità espressiva. Piccolo dehor in un condominio, buon impasto e grandi fritti. Ecco una pizza da non perdere a Napoli se avete voglia di uscire fuori dai giri che tutti conoscono.
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Pizzeria Alba al Vomero
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Ecco ancora una pizzeria di quartiere, ci siamo spostati al Vomero quartiere pieno di pizzerie frequentate quasi esclusivamente da napoletani, anzi, dagli abitanti del quartiere. Tra le tante scegliamo questa che è veramente fuori dai riflettori mediatici, essenzia
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Da Gennaro a Secondigliano
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Altro quartiere difficile, altra tradizione portata avanti da Genny e Maurizio Del Buono. Qui siamo nel pieno della ortodossia napoletana, niente cornicione alto a canotto, tecnica dello schiaffo nello stendere la pasta. Comoda soprattutto da raggiungere quando venite a Napoli con la macchina, senza problemi di traffico e di parcheggio.
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Lazzari Felici a San Giorgio a Cremano
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Siamo appena fuori Napoli, non c’è soluzione di continuità tra Sam Giovanni a Teduccio e San Giorgio a Cremano Antonio Esposito è figlio d’arte, nipote della Masardona, 21 anni fa, diciannovenne, inizia a lavorare nella pizzeria di famiglia Pizza e Sfizi a via Vespucci. Vincitore per due volte del Trofeo Caputo (1994 e 1995), nel 2012 va a Praga e al suo rientro apre questo bello spazio a San Giorgio a Cremano.
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