Bianca bianca bianca. La Campania è bianca e ha sete di bianchi some ben sanno i produttori di altre regioni che subentrano a fine stagione quando i campani sono ormai andati esauriti. In questa sessione vi diamo uno spaccato dei bianchi delle zone interne fuori dalle docg e dalla Falanghina del Sannio oltre che della Coda di Volpe. Il contraltare ai bianchi di Costa.
1-Aorivola Falanghina 2016
I Caggiacalli
Mario Basco e Diana Iannacone hanno le idee molto chiare. Sono idee che ci piacciono moto quando vengono coniugate alla piacevolezza del vino. In questo caso la conduzione biologica e biodinamica dei terreni vulcanici a Teano, siamo ai confini con il Lazio, ha il suo sbocco in un protocollo di vinificazione molto essenziale. Solo acciaio, lieviti indigeni e nessuna chiarifica. Il risultato lo fa il vitigno: fresco, ricco di verve, con tanta frutta e note di macchia e cenere al naso. Buona e veloce la beva, la bocca è ricca, ampia, la chiusura lunga e appagante. Una bella esecuzione di un’azienda in crescita.
www.icacciagalli.it
2-Le Serole 2015
Terre del Principe
A me questo vino fa semplicemente impazzire. Resta la più alta espressione del Pallagrello Bianco continuamente messa a punto con il passare degli anni fino a raggiungere il perfetto equilibrio tra legno e frutto. In questo millesimo la barrique è la cornice che lascia esprimere al meglio il vino nel suo complesso. Al momento note di albicocca, zafferano, note balsamiche. Un naso dolce e ammaliante a cui fa da contaltare la bocca sapida, fresca, con il finale amare. Un vino che regala il meglio di se dopo alcuni anni, quando si volge alle note di idrocarburi diventando intrigante e complesso.
www.terredelprincipe.com
3-Fiano Casefatte 2016
Boccella
Con questo discorso ci riagganciamo al primo bianco di questi consigli. In questo caso si tratta di Fiano, poi elevat in anfora in questa piccola azienda contadina specializzata nell’Aglianico. Un bicchiere pulito, elegante, di grande spessore dove è soprattutto il tono fruttato a farla da padrone e a condurre la beva. Il naso è gentile, dolce, non aggressivo, ma al palato la musica cambia in modo piacevolmente brusco perché il tono è sapido, amaro, la freschezza domina e ci fa capire che il vino in fonso è ancora troppo giovane. Megli scapolare la prossima estate prima di berlo.
www.boccellavini.it
4-Sannio Greco Trois 2016 dop
Cautiero
Forse uno dei bianchi su cui si dovrebbe appuntare maggiore attenzione. Anni fa finiì per sbaglio in una batteria di Greco di Tufo e fece una grande figura. Bottiglie dimenticate che spuntano impudenti mostrano evoluzione interessanti. Tanto più significativo perchè il Greco, come il Fiano, pur essendo diffuso anche nel Sannio non ha mai trovato sinora grandi interpreti. Di Fulvio ci appassiona la Falanghina, ma cogliamo l’occasione per consigliarvi anche questo bianco, che ha nel millesimo 2016 una delle sue migliori espressioni di sempre. Grande vino da attendere.
www.cautiero.it
5-Pallagrello Bianco Calù 2016
Sclavia
Un bel bianco, decisamente interessante, di questa nuova azienda immersa nei boschi dell’Alto Casertano. Anna Della Porta è la giovane enologa e l’attenzione è concentrata sui rossi. Un bicchiere di annata con pallagrello bianco eun saldo del 20% di fiano regalano un naso riccodi erba di campo, frutta a pasta bianca, ginestra. Al palato è decisamente fresco, di buon corpo, un bianco importante che merita forse più attenzione sui tempi di uscita per aspettare il giusto equilibrio e dare modo al vino di sviluppare quella complessità che sicuramente è destinata a manifestarsi.
www.sclavia.com
6-Irpinia Fiano 2016
Antico Castello
Il Fiano fuori dal Fiano di Avellino. Di poco, ma oltre l’areale docg. Le condizioni pedoclimatiche non cambiano di molto: suolo vulcanico, grandi escursioni termiche e annata davvero interessante per i bianchi campani. In questa azienda della famiglia Romano Carmine Valentino è riuscito a dare il meglio con una esecuzione molto elegante. Il bianco è è infatti ricco di frutta bianca al naso con rimandi di floreali e di erba fresca. Al palato il Fiano si manifesta con autorevolezza: acidità, verve, tanta materia e chiusura lunga, pulita e precisa. Un peccato stapparlo subito.
www.anticocastello.com
7-Irpinia Fiano Sequoia 2015
Fonzone
Il tema è lo stesso, siamo a Paternopoli, il tetto dell’Irpinia vitivinicola. Le caratteristiche sono le stesse: si tratta di uva coltivata proprio a ridosso della cantina e che regala grandissimi risultati anche a distanza di tempo. Arturo Erbaggio ha saputo interpretare il terreno e le caratteristiche del vitigno al meglio riuscendo a proporre un bianco ampio e ricco al naso, di grande materia, importante, anche al palato dove si distingue per la capacità di esprimere al meglio il territorio con un sorso fruttao, minerale, sapido, decisamente fresco e con una bellissima chiusura.
www.fonzone.it
8-Falerno del Massico Bianco Agnese 2016 doc
Vitis Aurunca
Siamo nell’areale di Mondragone e questa è una giovane azienda partita 10 anni fa con il conferimento delle uve. Concentrata sul rosso sfodera invece questo bianco di grande pregio, una interpretazione della Falanghina di buona fattira che lascia ben sperare per le evoluzioni future. In questo areale, molto caldo, il bianco si è espresso alla grande in una annata che sta regalando belle emozioni sui bianchi di punta nei diversi areali. In cantina ritroviamo Arturo Erbaggio che con questo vitigno ha una lunga consuetudine. Un bianco fresco che chiama la cucina di mare.
www.vitisaurunca.com
9-Neroametà 2016
Mastroberardino
Ultimo nato della storica azienda di Atripalda: un aglianico vinificato in bianco, come si usava in modo abbastanza diffuso a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 che regala un risultato decisamente efficace e intrigante. In primo luogo perché anche qui c’è il marker aziendale, un bianco non strillato, contenuto al naso, ma decisamente efficace al palato dove il principe dei vitigni della Campania si espone in tutta la sua forza manifestando una notevole potenza sapida e minerale. Decisamente un bicchiere capace di affrontare ogni tipo di ricetta della tradizione grazie alla freschezza.
www.mastroberardino.com
10-Falerno del Massico Anthologia 2016 doc
Masseria Felicia
Un bianco che ha sempre bisogno di riposare almeno un annetto in bottiglia prima di essere stappato: freschezza e toni amaro sonno arricchiti dai sentori di frutta, il sorso è lungo, il naso gentile. Buono cambio di passo che l’enologo Vincenzo Mercurio ha dato a questa etichetta , proponendo una leggera macerazione che ha arricchito il bianco e confermando l’estrema poliedricità di questo vitigno: peccato che in questa zona rossista ci sia poca attenzione ai bianchi che invece, soprattutto la Falanghina, sono capaci anche qui di regalare buone soddisfazioni sui tempi lunghi.
www.masseriafelicia.it
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