Cos’è una emozione gastronomica? Per me è quando si passa dal piacere al ricordo, alla suggestione, ossia quando quello che si mangia e si beve parla alla mente.
Il wine&food italiano sta evolvendo nella comunicazione, è decisamente aumentato il buono ma si è anche ristretto l’emozionale. Nel 2015 abbiamo fatto migliaia e migliaia di chilometri on the road, provato quasi duemila vini e mangiato quasi ogni giorno fuori casa.
Non c’è altro modo che questo, antico, artigianale e autentico, per poter proporre contenuti originali su un blog ed evitare di presentare finte recensioni frutto solo della ricerca in web.
I formaggi della Costiera Amalfitana di Paolo Amato
Paolo Amato è figlio d’arte, ma invece di adagiarsi ha studiato. Novello Titiro, cura le sue capre sui monti di Tramonti e Ravello, ha imparato a fare formaggi straordinari, di assoluto livello, adottati anche dai grandi ristoranti nonostante in Campania ci sia solo la cultura del latticino. Colpa della pressione demografica, non c’è tempo di conservare.
Coda di Volpe di Michele Perillo
Un grandissimo bianco d’autore. Questo è davvero un vino artigianale perché la sua fattura nasce da un sapere trasmesso e non introiettato da visioni ideologiche. Un bianco che, come il calabrone che vola, sfida le leggi della fisica.
Ravioli di aglio in consommé di mela di Salvatore Tassa
Un piatto di territorio, si di territorio, di un grande genio della cucina italiana. Equilibrato, perfetto, stupefacente. La cosa più buona dell’anno.
Spazio a Milano e il progetto di Niko Romito
Il pensiero forte e cocciuto dei montanari del Sud con la cucina essenziale nella città dell’immagine. Nel cuore del cuore di Milano, un progetto gastronomico vero e non inventato, nel quale ai giovani viene data non solo la possibilità di imparare, ma anche di lavorare.
Una pranzo estivo con Cristina e Maurizio Cortese mi restituisce la gioia e la semplicità di una cucina nella quale i sapori restano quelli tradizionali, ma resi moderni dalla tecnica e dalla visione giovanile. Per me la vera stella Michelin mancata dell’anno: un progetto che coinvolge tutta la famiglia e che rappresenta la modernità, quella che coniuga sapore, tecnica e salubrità.
Un carciofo? Si, un carciofo, da solo, senza pesce e senza carne. Ecco su quale terreno può vincere la nuova cucina calabrese: restare legata alle sue radici povere senza inseguire altri modelli ma al tempo stesso aggiornandosi e lavorando sodo.
La stella a Cristian Torsiello
Andammo a Valva distrutta dal terremoto del 1980. Mai avremmo immaginato che questo paese degli Alburni ci avrebbe regalato questa piccola grande soddisfazione. Cristian lo seguiamo da sempre e questo riconoscimento è un segnale preciso: non bisogna necessariamente lasciare la propria terra per avere successo. Magari si aspetta un po’ di più, ma è anche molto più bello. La propria terra è come un vero amore: si conquista con l’esercizio della pazienza.
Le Strade della Mozzarella 2015
In una regione dove ogni anno si organizza la prima edizione di qualcosa senza mai arrivare alla seconda, nella quale i soldi pubblici si sperperano in maniera indecorosa da destra e da sinistra, una manifestazione che si regge su se stessa, l’unica di respiro nazionale e internazionale in campo gastronomico, l’unico polo reale sotto il Po nel quale è importante esserci in una atmosfera unica e autentica.
Una visione talmente antica da essere la più moderna di tutte. E che adesso si arricchisce di creme insuperabili al cioccolato, al pistacchio, alla nocciola, di una taverna dove si preparano piatti cilentani, del pane fatto con il grano siciliano saragolla macinato a pietra (ma veramente). Una visione che racconta il futuro di una mozzarella libera dalla rincorsa sui prezzi perché pagata il giusto prezzo.
Vabbé, siamo terroni. Ovunque e comunque, senza gli spaghetti al pomodoro ben fatti non possiamo stare e ogni volta è una emozione. Forse ci contentiamo di poco, ma sappiamo cos’è la felicità. Almeno a tavola.
La pizza bianca al burro di Negri a Pontecagnano
Siamo lontani dai canoni della pizza napoletana, ma questa bianca fatta con il burro davvero è un meraviglioso reperto gastro-archeologico perché creata negli anni ’20. Penso che in tanti dovrebbero inziare a ripensare strutto e burro sulle pizze per trovare il futuro.
I vermicelli di soia al sugo di ricciola di Francesco Apreda
Un piatto così denso di sapore di mare da restare ben impresso nella memoria dopo che lo hai mangiato. Realizzato in un ristorante che a Parigi avrebbe quattordici stelle.
Totani e patate di Gennaro Esposito
Gennaro è sempre in gran forma e nei piatti di mare esprime sempre al massimo la sua creatività. Qui gioca con totani e patate in maniera superba e deliziosa. Impagabile.
Omaggio a Bruno Borghesi del Mirabelle
Ultimo anno di servizio per un grande di sala: Bruno Borghesi in un ambiente classico, come a noi tanto piace stare spesso e volentieri in compagnia di grandi amici. Per ricordare quando sia importante il servizio. Sempre di più.
Qui è talmente tutto perfetto che ogni cena è una emozione. Un grandissimo ristorante gestito con professionalità.
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