Non avessi deciso per la carriera di Guardiano del Faro avrei optato per l’Eremita della Chapelle dell’Hermitage, o più semplicemente del custode del campanile di Meursault .
Che settimana quella settimana after vendemmia! Decisi di rinchiudermi in un umilissimo alberghetto ai margini del centro del piccolo borgo famoso in tutto il mondo per il suo bassissimo campanile ed i suoi altissimi vini e uscire di tanto in tanto a piedi per andare ad esplorare il territorio e le cantine.
A Meursault mi sento come un bambino al Luna Park.
Entro e esco da portoni e cortili coma facevo quando uscivo da scuola alle elementari e volevo far tardi prima di tornare a casa.
Toc toc … Bonjour…
Matrot, Coche Dury, Comtes Lafon, Arnaud Ente e almeno altri venti interpreti straordinari di questo territorio, di questo vino che fu il bianco più famoso di Borgogna grazie all’interesse rivoltogli da molti stranieri che si avvicinarono con riguardo e circospezione ai vini bianchi francesi, e qui trovarono uno dei bianchi più adatti al lungo invecchiamento, perchè anche 20 o 30 anni non spaventano un Meursault.
Neanche un grand cru a Meursault?
A volte non comprendo, ma sicuramente hanno ragione i mille anni di storia, o forse è bastata qualche diatriba tra proprietari a far si che l’unico clos all’interno del più reputato premier cru non lo diventasse.
Clos de Perrieres, ci passavo ogni mattina davanti a piedi, come in pellegrinaggio verso Puligny e Chassagne. Ma nonostante questo grande terroir esclusivo, raramente Albert Grivault ha colto il bersaglio, e quindi va bene così.
E poi Roulot, la bella proprietà posta alla fine della strada che collega la route nationale all’ingresso del villaggio.
Perché Roulot?
Sinceramente non saprei . Qui in paese potrei entrare in ogni porta e rimanerci.
Forse però Roulot ha delle caratteristiche intrinseche diverse, uno stile di vinificazione riconoscibile per l’apparente semplicità, per il colore tenue e cristallino, per la finezza dei profumi, per la trasparenza d’espressione, per la generica maturità di frutto, per la fresca e controllata acidità, per la verticalità delle sensazioni che raramente si allargano o si appiattiscono, con tutti i limiti naturali delle caratteristiche dell’annata.
Questo è “ il mio vino” . Meursault è il mio vino.
La più originale espressione di un vitigno collegato al suo territorio.
Quando metto il naso in un bicchiere di Meursault ( vinificato comme il faut ) , l’unica sensazione mentale corrispondente che riesco ad esprimere è “ sa di Meursault ” . Il sigillo del terroir è qui conficcato in ogni grappolo di chardonnay. C’è il timbro sopra ad ogni piede di vigna.
Roulot non fa i migliori Meursault (che sono i D’Auvenay Leroy) , però i suoi vini hanno caratteristiche semplificate che lo rendono sempre gradito su ogni tavola. Ovviamente il prezzo è la reperibilità sono fattori altrettanto importanti quanto la piacevolezza di scolarsi la bottiglia con qualche lumaca al burro agliato.
Neppure la gamma di denominazioni è particolarmente ricca , ma ci sono altri esempi di piccoli Domaine ( Arnaud Ente per esempio) che anche avendo a disposizione pochi terroir , e neanche di grandissimo blasone, producono vini indimenticabili.
Roulot possiede circa 7,5 ettari di chardonnay e pochi spiccioli di Aligotè, oltre ad un ettaro e mezzo di pinot noir.
Nonostante questa piccola superficie e la relativa modesta quantità di bottiglie messe in vendita, devo dire che succede spessissimo di incontrarlo in carta nei buoni ristoranti e nelle enoteche di nicchia, grazie ad una politica commerciale avveduta.
Mi è capitato anche di comprarne direttamente sul posto, per conto di un ristorante che ne voleva avere una discreta quantità. Nessun problema: prenotato, pagato e spedito. Senza tante menate .
Una curiosità per nulla secondaria che riguarda questo Domaine è rappresentata dalla produzione di un distillato (alcol blanc) di pere, che è tra i più buoni mai assaggiati in assoluto. Se vi capitasse di vedere l’originale bottiglia non perdete l’occasione.
Ma solamente dopo un buon poulet a la creme accompagnato, potendolo trovare, da un Meursault Perrieres 1999 Roulot.
Dai un'occhiata anche a:
- Inside Krug’s Kitchen: dieci anni di “Krug X” a Parigi. Noi ci siamo stati
- 14° anniversario della Dieta Mediterranea patrimonio Unesco
- La Maison di Champagne Bruno Paillard sceglie Napoli per l’anteprima nazionale dell’Extra Brut Millésime Assemblage 2015
- L’Esclusiva MasterClass Cuzziol Grandi Vini | Vincent Girardin e la Borgogna, la Côte de Beaune e il Meursault a Palazzo Petrucci
- Dom Perignon 2002 Plenitude 2
- Nuits-Saint-Georges 2014 Premier Cru – Domaine Chevillon
- Chablis Valmur 2001 Grand Cru Albert Pic
- Pouilly-Fumé Appellation Pouilly Fumé Contròlée 2020 Tradition Cullus Vieillies Vignes – Domaine Masson- Blondelet