Gentilissimi produttori,Vi ricordiamo che il giorno 28 Marzo in occasione di Radici del Sud c’è il “PRIMO FORUM DEI PRODUTTORI DI VINO DELLA CAMPANIA” Quale futuro per il vino campano dopo la crisi di immagine della regione e il cambio sfavorevole del dollaro? Quali rischi da evitare, ritardi da colmare, errori da corregere dopo il grande successo di questi anni? A che punto è la ricerca agraria, geologica ed enologica?Se avete delle riflessioni e dei commenti su questo tema o più in generale sulle problematiche del vino in Campania, inviateci un messaggio. Antonio Del FrancoLuciano PignataroCarissimo Presidente,sono appena rientrato da un viaggio di lavoro dagli U.S.A. che mi ha visto impegnato negli stati della Florida e della Georgia.Il peso dell’EURO ( i cui svantaggi sono molto più evidenti dei vantaggi) e l’immagine pessima che la nostra regione stà dando di se, sicuramente porteranno ad imminenti problemi nel nostro settore.Oltre alla NECESSITA’ di dover lottare affinchè il problema spazzatura sia definitivamente risolto, sarà indispensabile che la stessa classe politica che ci ha condotti nel baratro, impieghi ingenti risorse per rivalutare il territorio e non solo liberandolo dai rifiuti, ma cercando di riscattare la nostra immagine nel mondo, pesantemente danneggiata.E’ davvero imbarazzante parlare di territorio, cultura e vino quando il mondo ha appreso che il nostro “terroir” è impastato di sostanze tossiche.E’ indispensabile, infine, che tutte le aziende del territorio si concentrino soprattutto sulla qualità in quanto, a mio avviso, sarà lunica ancora di salvezza.Ci dobbiamo preparare ad affrontare momenti molto difficili in cui ogni nostro errore potrebbe essere pagato a caro prezzo da tutti.
Un caro saluto
Paolo Sibillo VILLA RAIANO S.R.L.
Spesso i rappresentanti degli enti locali ci hanno domandato cosa potessero fare per aiutare la nostra azienda a crescere. Noi abbiamo sempre risposto: nulla purche’ non intralciate il nostro lavoro.Purtroppo questa e’ l’ennesima prova che nemmeno questo possono fare per noi.Abbiamo ripetutamente chiesto di essere consultati prima dell’organizzazione degli eventi promozionali (poteva essere questo anche il caso della vostra manifestazione. Nel migliore dei casi veniamo invitati quando tutti i giochi sono fatti. Il problema che ne va della nostra immagine e del nostro lavoro. Il problema che nessuna immagine piu’ del vino e’ legata al territorio e alla cultura nella sua accezione piu’ vasta.Ma anche qui ritengo che finiremo a fare solo chiacchiere.Certo il dollaro e’ un problema, e anche noi abbiamo lavorato piu’ del solito sulla finitura dei contratti, ma chi non ha inseguito facili aumenti di prezzo durante gli anni del successo, oggi ha piu’ margine per trattare, ed e’ aiutato dalla immagine di serieta’ che si e’ saputo guadagnare.Invece di piangerci addosso andiamo a controllare le guide nazionali, siamo ancora in piena luce, approfittiamone. Pero’ guardiamo la qualita’ complessiva del vino. Secondo me ci siamo seduti sugli allori. Tante aziende che avevano prodotto qualche piccolo miracolo negli anni passati sono tornati verso una mesta mediocrita’. Questa secondo me e’ la strada sbagliata. Potrei proseguire, ma certo di annoiare mi fermo qui. Tanto sono discorsi gia’ fatti e sono sempre rimasti alla fase delle buone intenzioni.
Saluti
Arturo Celentano (Fontana Galardi)
Caro Luciano, se mi consenti un intevento in merito al forum “vorrei lasciare una traccia con una mia riflessione; Innanzitutto condivido appieno il pensiero espresso da Arturo Celentano sui prezzi di certi vini campani, fosse solo perchè ne abbiamo parlato di persona l’ultima volta che ci siamo incontrati, lo scorso febbraio e non desidero ribadire le maggiori crescenti difficoltà che si hanno oggi in enoteca a vendere un discreto Fiano, un Greco o un Aglianico piuttosto che un eccezionale Primitivo o Montepulciano d’Abruzzo, nessuno dei primi è proponibile al di sotto di 9 euro. Così è dura. Aggiungo con molto dispiacere (ed un pò di rabbia) che le aziende campane hanno fatto poco e continuano ahimè a fare poco per essere presenti e riconoscibili sul territorio; si lanciano molto facilmente andare ad estemporanee iniziative qua e là in Italia, nel mondo seguendo questo o quell’evento a cui magari non parteciperà mai più senza per’altro lasciare traccia con l’unica deprimente soddisfazione “…di essere stati l’unica azienda campana a rappresentare la propria regione”! Ne ho sentito tante di queste. Falanghina Felix, Vitigno Italia, Radici del Sud ma potrei citarne altri, sono eventi che dovrebbero rappresentare il fiore all’occhiello della nostra offerta Culturale-Enologica, ma nessuno di questi, ne parla con entusiasmo e trasporto, molti addirittura non nascondono che ne farebbero volentieri a meno barattandoli magari con una o due inserzioni su di una delle più commerciali riviste spazzatura sul vino. I costi aumentano, i prezzi salgono, i vini rimangono invenduti. I costi salgono ancora per gli investimenti pubblicitari, i prezzi salgono ancora, il dollaro li frega tutti ed i vini rimangono lo stesso invenduti. Meditate gente, meditate.
Angelo Di Costanzo, L’Arcante Enoteca
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