E’ sempre bello rivedersi con “gli amici del vino”a cena davanti ad una serie da paura di leccornie, un nugolo di buone bottiglie, ma soprattutto nel centro storico di Mercogliano con le casine dall’architettura tradizionale addossate le une alle altre a mo’ di presepe. Ed è proprio qui che i due fratelli Federico ed Emilio Grieco hanno scelto la sede per la sua osteria “ I Santi”. Il breve tragitto per arrivare a destinazione parte dalla Piazza Municipio, dove sulla sinistra è ubicato appunto, lo storico edificio del comune e sulla destra l’antico Panificio Pagano e la fontana in pietra dove qualche notte fa si è abbeverato un illustre giornalista enogastronomico, di cui per ovvia decenza e per non comprometterne la fulgida carriera, non ne sveliamo le generalità complete, ma solo le iniziali( L. P.) :-) Attraversata “ La Porta dei Santi”, su per i gradoni in pietra viva, si arriva al raccolto ma splendido localino che fa da cornice alla tavola dell’osteria. In bella mostra, appena entriamo, noto in una credenza, splendidi formaggi e salumi, prevalentemente irpini, ma anche di altre origini famose.
La cucina di Emilio è soprattutto una cucina di territorio, ma con alcune digressioni regionali e nazionali. L’attenzione per i prodotti irpini è massima, soprattutto per quanto riguarda i formaggi, ma non poteva essere altrimenti, viste le origini dello chef, saldamente ancorate al territorio capostellese (Capocastello corrisponde al centro storico di Mercogliano e costituisce il nucleo originario del paese), dove la tradizione della pastorizia è un tutt’uno con gli abitanti del posto.
Ed è proprio in omaggio a queste radici che è stato scelto come tema 2014 della notissima manifestazione “ Castellarte”, l’ “ Effetto Terra”, tanto incentrato sull’esigenza di scongiurare l’esodo dei giovani dall’agricoltura e dalla pastorizia, da poter essere tranquillamente identificato come manifesto di Slow Food (leggere per credere).
Ritorniamo a tavola con una serie di antipastini aventi come leitmotiv il formaggio e le verdure degli orti di Capocastello.
Passiamo ai primi. Prendiamo i “Fusilli cotti nel Fiano”, e qui sono proprio “nel mio”… a parte il fiano, che come sanno anche le pietre della strada è il mio vino preferito, il fondo per il condimento è realizzato con cipolla ramata, guanciale e caciocavallo podolico…ecchèvuoidippiù dalla vita??? Ottima materia prima e perfetta esecuzione, anche nella cottura!!!
L’altro primo era “Cecatiello”( per i non-irpini una sorta di gnocchetto acqua e farina) con un fondo di fagioli, porcini e tartufo del Partenio … con generosa integrazione al tavolo!!! Ottimo anche questo, piatto ben equilibrato forse anche di più del precedente…se non fosse stato per quel pizzico di sapidità in eccesso.
Come tutti i meridionali, che se non vedono “rosso” non si sentono soddisfatti, i miei commensali mi hanno fatto chiedere anche una Maccaronara al pomodorino e basilico fresco degli orti di Capocastello … e devo confessare che avevano ragione: ci siamo sollazzati, apprezzando anche la generosa (fin troppo) spolverata di pecorino di Capocastello!!!
Archiviata la pratica dei primi passiamo alla Coscia di anatra ai fichi di San Mango.
Una coscia soda, a tratti tenace, di quelle ruspanti, insomma!!! Bella l’idea di abbinarla ad un altro prodotto del territorio. Un filino meno dolce e avrebbe dato ancora di più. E chiudiamo con un assaggio di Petto d’anatra affumicato con mosto cotto di Fiano e aceto balsamico.
Ancora ottima materia prima, anche qui abbiamo apprezzato il richiamo territoriale, anche se con una leggera contaminazione. Sebbene non ci sia ulteriore spazio nei nostri stomaci (ci credete?), spilucchiamo anche la fantastica composizione di dolci che Federico ed Emilio hanno preparato per noi.
Per l’abbinamento dei vini non chiedetemi di fare le schede della degustazione, era un tale casino di bottiglie che mi sono concentrato solo sul “lavoro” che mi sono portato da casa, ovvero il Greco di tufo 2013 di Minetti Ornella !!! :-)
Vi posso solo dire che sugli antipasti e su questi primi abbiamo bevuto, oltre al greco, la Falanghina 2012 di Contrada Salandra, il Fiano 2006 ed il 2004 di Ciro Picariello e sui secondi invece, il Piedirosso 2013 di Contrada Salandra e l’aglianico “ Zì Filicella” 2007 di Ciro Picariello. Siamo stati veramente bene, il percorso gastronomico è andato più in là delle aspettative (che erano già alte), complimenti a Federico ed Emilio Grieco, titolari e rispettivamente, chef e sommelier-responsabile di sala dell’osteria “ I Santi”che con il loro egregio lavoro puntano i riflettori su di un territorio che merita, allo chef-pescatore Mirko Balzano attualmente impegnato in Calabria, ad Isola Capo Rizzuto presso il Praia Art Resort, ad importare il pesce dei corsi d’acqua dell’irpinia :-), a Michele Cianciulli , che con il suo lavoro di importatore di vini italiani negli “ States” tiene alto il nome del nostro paese (prossimamente lancerà un fiano al peperone) :-), allo sbronzo di Riace :-) (al secolo Giovanni Gagliardi Slow Food Calabria), al grande uomo che tinge le unghie alle formiche, Ciro Picariello, uno dei migliori “fianisti”, non d’Europa :-) , ma del mondo, al diversamente pettinabile Gigetto Pagano :-) (commerciale Villa Raiano), e last but not least al Pigna, che il giornalista enogastronomico lo fa sul serio…e si vede!!! :-) :-) :-)
Osteria I Santi
Via S. Francesco, 17
83013 Mercogliano (Av)
Tel. 0825 788776
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