di Antonella Petitti
La Campania al Merano Wine Festival c’è e si vede. Oltretutto anche i prodotti dell’assolata regione del sud fanno parte di alcune delle importanti vetrine invernali altoatesine. Proprio passeggiando sotto i portici di Bolzano mi è balzato agli occhi il marchio di Casa Barone, accanto alla pasta di Gragnano. E non poteva essere altrimenti visto il grande lavoro dedicato al pomodorino del Piennolo svolto dall’azienda ubicata alle pendici del Monte Somma, il vulcano originario dal quale si è formato il cono del Vesuvio.
Ma questa interessante realtà produttiva, presente nell’Area Culinaria del MWF, non si ferma agli storici grappoli di pomodori, ma si allarga a conserve, confetture, marmellate, nocillo, limoncello, acquavite e vino. Degna di nota la loro attività volta alla produzione di un vino nato da sole uve di Catalanesca. Un bianco che è sempre stato presente sulle tavole dei contadini vesuviani, e di cui la varietà – soltanto dal 2006 – è inserita nella classificazione delle uve coltivabili in Regione Campania.
Ma torniamo al Merano Wine Festival che quest’anno è diventato maggiorenne, confermando una grande e qualificata partecipazione di pubblico dal 6 al 9 novembre scorso. Una delle più eleganti kermesse del Bel Paese dedicate al vino, che continua a dare grande spazio alla Campania e alle sue realtà produttive, tra il Kurhaus – meraviglioso palazzo ottocentesco – e l’Area Culinaria e la GoumetArena, entrambe situate verso la piazza delle Terme.
Cantine degli Astroni, Donna Chiara, Fattoria La Rivolta, Feudi di San Gregorio, Mastroberardino, Quintodecimo, Marisa Cuomo, Grotta del Sole, Tenuta Cavalier Pepe, Terre del Principe, Vinosia, Villa Matilde, Masseria Frattasi, Masseria Felicia, Manimurci, Fratelli Muratore, Di Meo, Ca’Stelle, Calafè: queste le realtà vitivinicole campane della 18° edizione del MWF. In Culinaria erano presenti l’Azienda Agricola Marino, Casa Barone, Olivicoltori Le Contrade e l’Azienda Agricola Pietro Micillo. Quasi completamente campana era la GourmetArena, spazio espositivo attorno ad una grande cucina, dove Luigi Cremona ha presentato aziende vitivinicole e soprattutto prodotti tipici e chef stellati. Il grande e atteso ospite è stato senza dubbio Gualtiero Marchesi, rappresentante indiscusso di una cucina attenta ai particolari e vicina all’alta qualità italiana.
Prodotto ben rappresentato anche la mozzarella di bufala presentata dal direttore del Salone della Mozzarella di Bufala Campana, Donato Ciociola. Difatti l’oro bianco campano è stato protagonista anche di una cena di gala “Bianco e Bianca”, organizzata in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania e diversi enti, associazioni e produttori regionali. Così al Bistrot delle Terme di Merano hanno sfilato il vitellone bianco, la mozzarella di bufala e ad altri prodotti (tra cui il vino) campani.
Anche la birra artigianale si è fatta notare, nella GourmetArena una decina di micro-birrifici hanno raccontato molto di una nuova tendenza italiana. Birre frutto di grande sperimentazione per il birrificio Baladin, ma anche aromi speziati e lunghi per la Birra del Borgo, senza tralasciare il birrificio Saint John’s di Faicchio, nella provincia beneventana, che si è difeso restando sui gusti più classici.
Una tre giorni, quella di Merano, che si è contraddistinta anche per le presentazioni ufficiali e le premiazioni di alcune guide, come la Guida ViniBuoni d’Italia 2010 del Touring Club Italiano e la Guida ai 100 Migliori Vini d’Italia 2010 di D’Agata & Comparini. In quest’ultima classifica la produzione campana più in alto è stata quella del professor Luigi Moio e della sua azienda di Mirabella Eclano, Quintodecimo.
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