di Ugo Marchionne
*Aggiornamento DICEMBRE 2018
La novità si chiama Vincenzo Noviello, nuovo chef e consulente di Meatin. Una ventata di freschezza e nuove influenze in un menù già molto complesso. Nuove tecniche di cottura, nuovi strumenti, nuove ricette ed un menù ancor più in tinta. Le linee che Meatin sta seguendo sicuramente consolidano la buona cucina che da sempre è stata la linea direttrice del progetto. Stupisce la leggerezza dei piatti nonostante il carattere strutturato e corroborante. Le due stelle del nuovo menù sono la bistecca di manzo in Reverse Cooking ed il Beef Wellington di matrice Gordon Ramsay ottimamente interpretato dallo chef Vincenzo Noviello. Ho assaggiato l’originale al Petrus oramai 3 anni fa e questo quì lo ricorda molto da vicino.
La proprietà ha deciso di investire bene in cucina e comunicazione, piatti sicuramente più fotogenici, ma ugualmente ideati da fuoriclasse. Transregionali per direttissima. Riso al salto, nduja e provolone del monaco, tre componenti che si compenetrano inaspettatamente a puntino. La Genovese come da sempre è una delle migliori della città, stavolta più ristretta, più balsamica senza essere troppo dolce. Colpevole l’assenza di quella nota sapida di un qualche formaggio, dosato bene il condimento complessivo. Ottimi i punti di cottura sui carboidrati.
Da perfetto golfista il menù di Vincenzo Noviello imbuca due colpi da manuale con due secondi piatti, il Pollo al Curry è divino, il migliore in città, sfido pubblicamente a trovarne uno migliore. Succoso, speziato, equilibrato, corroborante, di chiara matrice anglofona. In parte Butter Chicken, in parte no. Corretto e reso ancor più suadente lo stracotto di Guancia di manzo brasata in Taurasi per 4 ore, con spinaci saltati e purè di patate. Dopo aver messo in bocca la forchetta il tuo lavoro è finito, si scioglie da solo. Lievemente corretta la precedente versione. Purea di patate in stile francese, giusta la proporzione fra il sale ed il pepe. Morbidissime le carni.
Interessante la selezione di crudi che implementa una selezione di antipasti cotti davvero intriganti. Brilla per il suo essere inedito, la polpetta di anatra su salsa di friarielli.
Brilla nel mio 2018 La Grola 2015, Veronese d’oro di casa Allegrini. Una luna rossa su un piatto bianco. Espressività e concentrazione fruttata da manuale. Gentile e armonioso al contempo. Un rapporto qualità prezzo al di sotto dei trenta euro veramente stupefacente. È prodotto in prevalenza con uve Corvina e con uve Oseleta, raccolte e selezionate interamente a mano agli inizi di ottobre. La fermentazione avviene in vasche di acciaio inox ad una temperatura controllata di 20-28°C per circa 15 giorni. Dopo la malolattica svolta in barrique, il vino affina per 16 mesi in barriques di rovere francese di secondo passaggio e per ulteriori 10 mesi in bottiglia. Più complesso di uno Champagne, più dolce di un rosso, un vino che mi ha lasciato lì, stupefatto.
La fine del 2018 vede Meatin confermarsi ai vertici della carne cucinata a tutto tondo. Pienamente consapevole dei passi in avanti fatti e dalla maturazione conquistata, molti gli spazi durante l’estate e le fasce di clientela che ancora deve conquistare, speriamo davvero che possa acquistare la polivalenza per tutte le stagioni che necessità.
Conferma assoluta.
Mi è capitato di adocchiare Meatin molte volte per puro caso. Esterno semplice con vetrine a vista sull’interno. Caldo, accogliente, cucina a vista e decoro puntuale. Una di quelle osterie gourmet che tanto stanno spopolando da quando gli anni duemila sono entrati nella loro prima decade. Da “Cuoco & Carbone” a “Incontri Di Terra”, la seconda pelle di Meatin che al Vomero era partito anche con la supervisione del nostro amato Peppe Guida che ha lasciato in eredità il suo “Delicato Sorrentino”. Tavoli minimal, posate elegantissime e ambiente a luci soffuse. Gastrofighettismo misurato, servizio puntuale e discreto, adatto ad un salotto che deve accogliere una clientela esigente come quella vomerese. Una clientela di un certo tipo.
Pronti, via. Il benvenuto dalla cucina è piùttosto consistente e saporito per essere un benvenuto. Vellutata di piselli, pesto di basilico e castagne allessa. Giro d’olio a crudo e qualche fiocco di sale. Godurioso nella sua semplicità. Buono l’equilibrio tra le componenti. Ingresso intrigante.
Ottima la Tartare di Marchigiana. Pomodorini Semi-Dry, Chips di pane cafone e capperi. Tartara tradizionale, ben amalgamata. Buono il grano della carne. Godibilissima anche per i palati meno esperti.
Sfiziosi i Bocconi Campani. Il Crudo di Mario Carrabs, il Pacchero fritto, l’oliva ripiena di carne d’agnello irpino, la mozzarella in carrozza e la provola in foglia di limone, in cui prorompe l’impronta data da Peppe Guida.
Sugli antipasti un gioioso Veuve Pelletier Brut, Champagne che regala piacevoli note floreali e fruttate, bollicina intrigante che può benissimo accompagnare a tutto pasto. Sorprendente nonostante il basso prezzo di vendita.
Secondi di grande corpo. Armonioso il gulash al peperone crusco. Tenero e confortante la Guancia “4 Ore” al Taurasi. Più tradizionale la salsiccia con i peperoncini di fiume e la sontuosa “Fiorentina” di Marchigiana, più vicina alla Porterhouse inglese o alla T-Bone Steak americana. Gli appunti di sapidità sono forse accentuati un po’. Sono piatti genuini, qualche appunto in sovrabbondanza può starci, ma il gusto gli rende merito. Lo stracotto al Taurasi vale il prezzo della visita. Genuino, abbondante.
Sincero, come un ragù. Meatin si propone di conquistare ancora una volta il cuore del pubblico partenopeo con una proposta immediata. Senza fronzoli nè gastrofighettismi, forse anche attraverso un look degli interni curato nei minimi dettagli. Campania, tanta campania. Nelle carni di Mario Carrabs, nei formaggi di Carmasciando, nella carta dei vini, quasi totalmente nostrana.
Menù rinnovato, ampliamento della carta dei vini e una nuova tag-line. Si presenta così Meatin per la nuova stagione. A tre anni dall’apertura, il ristorante gastronomico di via Timavo a Napoli, punta a consolidare la propria identità basata su carne cucinata e grande materia prima, staremo a vedere la sua evoluzione in consistenza, concentrazione e sapori. Cifra gastronomica in rinnovamento, stessa attitudine alla generosità e alla nettezza. Incontri di sapore campano.
Via Timavo 27
80126 Napoli
tel. 081 1889 3517
Dai un'occhiata anche a:
- Maicol Izzo a Piazzetta Milù, la maturità di una cucina contemporanea
- Casamare a Salerno, una certezza nel cuore della città
- Da Marino al St. Remy a Cagliari e la cucina di mare di Silvana Sardu
- La Minerva a Capri: l’autentica ospitalità isolana e la tecnica dello chef Antonio Balbi
- Ristorante Merak a Taranto, il ristorante che mancava in città
- Dove mangiare ad Agropoli sul mare: Il Cormorano
- Il menu dei classici di Pietro Parisi a Palazzo Gentilcore
- Cuopperia Fucci a Benevento. Non solo Street Food ma anche pesce fresco direttamente dal banco pescheria alla tavola!