
di Emanuela Sorrentino
Max Mariola, chef e personaggio televisivo con 3milioni di follower su instagram, star della carbonara, arriva a Napoli. E lo fa portando in città il primo format di osteria tipicamente romana. «Per la prima volta la cucina romana si affaccia sul Golfo di Napoli. Roba che i romani si sognano», dice Mariola con grande entusiasmo. L’inaugurazione Venerdì Santo all’inizio di via Partenope, con il locale – 40 coperti interni e 100 esterni – aperto al pubblico dal giorno successivo.
Che ristorante sarà questo di Napoli?
«Una tipica osteria romana, a partire dagli arredi con fiaschetti di vino e frigo a vista, molto accogliente, e poi con le foto di famiglia esposte, anche quelle che ritraggono mia madre che cucina. Si chiamerà infatti “Osteria da Fiorella by Max Mariola”. Un omaggio, appunto, a mia madre che ha cucinato per tutta la vita in casa e ancora lo fa con tanta passione. Non a caso in menu ci sono anche i suoi piatti. Verrà anche lei a Napoli e sicuramente preparerà qualcosa dietro i fornelli».
Come saranno le pietanze?
«Assolutamente tutte romane, seguendo le ricette della tradizione. Senza alcuna rivisitazione o alleggerimento. Le puntarelle romane, la porchetta che non mancherà mai e poi i piatti preferiti da mamma, cioè gli involtini al sugo e la coda alla vaccinara. E come primi, in menu c’è uno dei suoi piatti forti, che è anche il preferito da mia madre da preparare: spaghetti o comunque pasta lunga con aglio, olio, mentuccia e pecorino. Non mancherà la fettina panata, attenzione però, non la cotoletta alla milanese, parlo di quella senza osso».
E la carbonara di Max Mariola?
«Certo, ci sarà. È il mio piatto del cuore che piacerà anche ai napoletani. Li conquisterò così, ma non solo. L’idea è quella di far rivivere la trattoria romana in città con tutta la sua atmosfera».
Come sarà il menu?
«Si potranno mangiare tre portate con 25 -30 euro. Abbiamo gli antipasti a 8 euro, i primi a 11, i secondi a 14 e i dolci a 6 euro. Una esperienza di gusto decisamente accessibile. E poi come vini imbottigliati abbiamo scelto esclusivamente cantine laziali. Una novità sarà il quartino di vino, o il mezzo litro sfuso, come era usanza nelle osterie romane. Un’idea che abbiamo rilanciato e che pensiamo possa piacere ai napoletani e ai turisti che verranno a trovarci sul lungomare. Ma abbiamo anche in carta un prosecco e uno champagne per chi vuole accompagnare il cibo non solo con i vini laziali».
E i maritozzi ci saranno?
«Certo. E verranno farciti al tavolo con panna, oppure con ricotta e cioccolato o ancora con ricotta, polvere di caffè e sambuca. Proprio quest’ultima era la crema preferita da mio padre Mario che la mangiava a colazione. Sono molto legato al concetto di famiglia, e nel locale non mancheranno le testimonianze di ciò».
Mariola, come pensa che sarà accolto dai napoletani?
«Sono stato accolto bene dai milanesi, sono sicuro che i napoletani che accolgono tutti con simpatia e calore non saranno da meno. Napoli è una città in fermento dal punto di vista culinario ma anche turistico. Ha tanto da offrire e proporre. È l’unica città credo che ha porto, aeroporto, autostrade, alta velocità quindi è molto raggiungibile. Il settore dell’accoglienza e della ricettività sta vivendo un boom incredibile».
Sarà presente spesso a Napoli?
«Certo, sicuramente nella fase di apertura sarò in città. Abbiamo altri due format ristorativi, entrambi i locali sono a Milano, un bistrot in corso Garibaldi a Moscova e il ristorante in via San Marco a Brera ma quello di Napoli è un posto davvero molto particolare».
Come è nato l’amore per la cucina di Max Mariola?
La parola giusta è passione, mi ha guidato e mi guida ogni giorno. Ne ho tanta e ne ho sempre avuta. Mi è stata trasmessa da mia madre, ormai lavoro in questo settore da 35 anni».
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