Max Mariola The Sound of love a Milano
Via San Marco 26
Sempre aperto
Max Mariola travolge con la sua simpatia Milano la snob, Milano la protestante, Milano che figo e che figa, Milano che parla inglese, Milano tutti di fretta-non-ho-tempo-di-salutarti, Milano che sale le scale del metrò a piedi perchè quelle mobili sono troppo lente. Milano abbraccia Max nel migliore dei modi possibili: una fila di tipo sovietico che manco ai tempi di Breznev per comprare pane e chiodi dall’Uzbekistan, impossibile uscire. Tutti giovani e giovanissimi.
Noi privilegiati, invitati, abbiamo annusato l’aria appena scesi dal treno, l’esperienza conta e fa la differenza, e ci siamo presentati in anticipo di due ore trovando il locale che già pullulava dei più importanti influencer italiani (a parte la Ferragni che sta sull’Aventino) del settore che padroneggiavano la scena con talmente tanti cellulari che alla fine la linea non ha retto.
Max Mariola è come lo vedete, abbracci e baci e tutti, anche a me unico esemplare dell’era glaciale cartacea presente in sala.
Aria frizzante, dialetti prevalenti romano, napoletano e toscano. Neanche un sorry è volato nel cuore di Brera ieri sera.
Max Mariola non è l’ultimo arrivato. Abbiamo volentieri parlato del suo ultimo libro di ricette The Sound Of Love
proprio come il locale che ha un grande fronte bar, un ring circondato da sedie e tavolini sul modello della Cocina Hermanos Torres, giganteggia un ritratto con i tappi dell’artista Luigi Masecchia. Un circo barocco di luci e allegria. In menu il meglio dei piatti italiani all’insegna della semplicità e del facile approccio economico: la media difficilmente supera i 45 euro vini esclusi, ma anche panini, una pizza, ovviamente con puntarelle e alici con ricotta di fuscella di Latteria Sorrentina. Tutto quello che si può desiderare dalla cucina italiana popolare, quella che sta salvando il Pil e che rappresenta il Made in Italy all’estero.
Dicevamo di Maz Mariola. L’ultima generazione di gastronomi pre-internet lo ricorderà giovanissimo come chef ufficiale insieme a Laura Ravaioli del Gambero Rosso Channel fondato da Stefano Bonilli. Quando il Gambero era l’ipse dixit in materia di cibo e vino e tutto doveva passare da li per essere certificato. Educazione, sempre con il sorriso, una conoscenza immensa del patrimonio gastronomico italiano, tutto cucinato senza supponenza. Uno dei pochi boomer capace di reinventarsi sui social durante il periodo più buio, la Pandemia, quando con un tocco personale, video ben montati, ha regalato ricette su ricette senza menarsela agli italiani chiusi in casa.
Gli influencer dominano la scena, c’è anche quello che imita Max, si abbracciano e si fotografano, tutti alla corte di Re Gino Sorbillo a reclamare l’Ananas e a complimentarsi per la mossa comunciativa che ha ribadito la centralità di Napoli nel mondo pizza, comunque la si possa pensare nel merito. Gino si diverte, gigioneggia: ah si, anche a Milano è arrivata la notizia?
Ma ieri la notizia a Milano era l’apertura di Max Mariola a Milano
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