Allora, tutto come da copione: in un programma di antipatici ha vinto la più antipatica. Non poteva essere diversamente e i pronostici erano tutti per lei, un personaggio ben costruito dalla sceneggiatura attenta a riprodurre le beghe condominiali davanti ai fornelli.
Piaccia o non piaccia, a noi sicuramente no, Masterchef apre definitivamente le porte alla spettacolarizzazione di tipo anglosassone della cucina. Un po’ come è avvenuto con il vino negli anni ’90, sono le classifiche, i punteggi, le gare a dettare i tempi dei piatti e delle ricette.
Dopo la cucina rurale, la cucina dell’urbanizzazione selvaggia, la cucina del benessere in stile cafonal, arriva l’era della cucina fusion televisiva, con piatti improbabili e ricca di ingredienti fuori stagione e fuoi portata.
Auguri a Tiziana: abbiamo perso un avvocato, non so se abbiamo guadagnato una cuoca:-)
L’articolo sul blog del Mattino
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