di Tonia Credendino e Ornella Buzzone
Mito e realtà si mescolano in questo specchio d’acqua cupa, il Lago d’Averno, per gli antichi romani era l’ingresso agli inferi, questo lago è all’interno di un vulcano spento nato 4.000 anni fa e già solo questo basterebbe a incuriosire i più, per una passeggiata a Masseria Sardo.
L’Agriturismo Masseria Sardo si trova nel Parco Regionale dei Campi Flegrei, nel cratere del Lago d’Averno, rivolto verso il mare, a pochi passi dal Tempio di Apollo e dall’Antro della Sibilla.
La Masseria ha una terrazza che domina il Lago e tutta la vegetazione intorno tra orti, agrumeti e vigneti e all’orizzonte, si scorge, perfettamente incastonati, un lembo di mare e l’isola di Capri in lontananza nel Golfo di Napoli.
Masseria Sardo è un’azienda agricola, un ristorante panoramico con cucina creativa a metro zero, un B&B con quattro ampie camere, l’Agri bar, dove godere di una giornata in natura partecipando ai numerosi eventi culturali che propone, e l’ultimo nato Gini, Gin Vini e taglieri, il temporary bar per gli aperitivi estivi.
A pochi minuti dall’uscita della tangenziale di Cuma, giungiamo in questo luogo che lascia senza fiato, aperto il cancello di accesso, immediatamente attiviamo la modalità video, la vista della masseria dall’alto, con lo sfondo del lago e la vegetazione rigogliosa in fervore fanno pregustare quella che si rivelerà un’esperienza fantastica.
Ad accoglierci la chef Gabriella Barbati che con sua sorella Fabiana gestisce la Masseria, ereditata dal nonno Armando che è stata dapprima un casale abbandonato con la terra coltivata da coloni, fino a quando la madre ne ottenne la proprietà ed iniziarono nel 2015 i lavori di restauro, terminati nel 2019 con l’apertura dell’agriturismo, con non poche difficoltà.
Il richiamo della natura è fortissimo, Gabriella ci guida alla scoperta dell’enorme polmone verde, i terreni della Masseria hanno una superficie di circa tre ettari tra orti, coltivati da Fabiana, oltre all’agrumeto ci sono alberi di fichi neri, melograni, prugni, albicocchi, gelsi e tanto altro, un patrimonio inestimabile.
Lasciano, inoltre, crescere tante erbe spontanee che, oltre a colorare i terreni, consentono di far scoprire agli ospiti la bellezza e la bontà delle tante spontanee edibili come la borragine che ritroveremo dopo nei piatti.
Gabriella, napoletana, cresciuta a suon di viaggi, cultura e cucina tradizionale della nonna, ci racconta che si divertiva fin da piccola a cucinare con ingredienti che ritrovava in casa.
Finito il liceo classico, Gabriella volle diventare una regista cinematografica e andò a Roma per studiare, ma la passione per la cucina era molto più forte, tanto da iniziare in una trattoria napoletana.
Decise poi di dedicarsi esclusivamente alla cucina e andò ad Amsterdam dove, dopo varie esperienze, venne finalmente chiamata come capo partita al Cafè Toscanini. Tornata in Italia, la sua voglia di apprendere era altissima e riuscì a entrare nelle cucine di Salvatore Tassa, di Francesco Sposito e Antonello Colonna dove imparò tecniche culinarie e metodi organizzativi.
Oggi gli ingredienti della cucina di Gabriella sono il territorio stesso, la terra, la memoria, la ricerca e la libertà espressiva.
Quello che non producono nei loro terreni viene acquistato da produttori locali come pescatori e allevatori, tutti accuratamente selezionati.
Cominciamo il nostro percorso gustativo con lui, ORNOS GIN realizzato con l’infusione e distillazione di botaniche del lago d’Averno, raccolte a mano nei terreni della azienda agricola Masseria Sardo, in collaborazione con la distilleria agricola Berolà di Portico di Caserta.
Per tutti gli amanti del gin, vi avvisiamo, quello di Masseria Sardo è una passeggiata nel loro agrumeto nel corso delle stagioni. Distintivi sono in sentori di mandarino antico dei Campi Flegrei e dei fiori d’arancio della raccolta invernale e in estate i profumi della mentuccia, del basilico e della maggiorana.
Proseguiamo con i loro piatti più richiesti che reinventano ricette tradizionali e altri piatti audaci e innovativi come la zuppa Oden, “Abbiamo così tanti ingredienti eccezionali, non riuscivamo a scegliere e così li abbiamo inseriti tutti in questo piatto, come fanno sapientemente i giapponesi” ci spiega la Chef, all’interno del brodo con l’acqua termale delle stufe di nerone, osso di prosciutto, funghi, sedano, carote e cipolle, ci sono le cimette di friarelli, i broccoli verza e il cavolo cappuccio spadellati, ravanelli, maggiorana, pesce azzurro, capocollo di maiale a bassa temperatura e qualcos’altro che non ricordo.
L’orto in tempura che consiste in una frittura croccante delle foglie di tutte le verdure invernali, avvolte da una tempura leggerissima, la loro deliziosa Parmigiana di coste di bietole e la Pizza di bietola e ricotta di bufala, delicatissima e soffice.
Per i primi scegliamo i Vesuvi di Gragnano con ragù bianco, piselli Santa Croce e caciocavallo e il Risotto, espressioni di cavolfiore, parmigiano vacche rosse, mosto cotto, aceto di mele e caffè e per secondo l’Agnello della Val Comino, con patate al forno. Tutti i piatti rispecchiano appieno la loro filosofia che ha come priorità ristabilire il legame con la natura, raccogliendo i frutti del felice suolo vulcanico.
La sala è il cuore della Masseria Sardo, con la sua splendida volta a botte, il camino con le poltrone, il pianoforte, il pavimento maiolicato, il soppalco e il gioco dei materiali tra ferro, legno e ceramiche, si fondono in un arredamento caldo e personale in un’atmosfera accogliente e suggestiva.
Proprio davanti al camino ci coccoliamo con i loro dolci che sono un’esplosione di sapori, dal Cremoso al cioccolato bianco e rosmarino e coulis di melograno, da provare per credere la bontà, alla Caprese alle nocciole di Avella e curd all’arancia, forse tra le più soffici e golose mai provate.
Concludiamo con il Cannolo di pacchero soffiato con ricotta di bufala, granella di nocciole e cioccolata su confettura di prugne, una poesia, il tutto abbinato alla loro produzione di liquore alle erbe aromatiche e al Mandarino dei Campi Flegrei che come noi, porterete sicuramente via come souvenir.
Vini in abbinamento
Piedirosso, Campi Flegrei Dop 2019, Contrada Salandra, Marsiliano, Campi Flegrei IGT 2019, Cantine ‘La Sibilla’.
Piedirosso, Doc Campi Flegrei 2020, Cantine dell’Averno, Poliphemo Vecchie Vigne, Taurasi riserva DOCG 2015, Luigi Tecce
L’atmosfera conviviale e il servizio attento ma familiare rendono le ore trascorse a Masseria Sardo il luogo ideale per regalarsi un momento speciale.
Oggi il cratere del lago d’Averno è una lussureggiante riserva naturale protetta per 19 specie di uccelli, che ha sfatato la leggenda del nome Avernus che deriva dal greco άορνος (“senza uccelli”) dovuto al fenomeno delle esalazioni di gas vulcanici dalle acque del lago che non permettevano la vita agli uccelli.
Vi segnaliamo la sagra di primavera 2024, per festeggiare in Masseria la stagione più fertile del cratere del Lago d’Averno, Gabriella e Fabiana consigliano di portare solo un telo per godere dei loro prati e a tutto il resto pensano loro.
Interessante, anche il laboratorio Wine painting, per esprimere la propria creatività in totale libertà, il tutto accompagnato da un ottimo vino.
Ritorneremo certamente, per un aperitivo serale a base di gin artigianali, sogniamo di dondolare su un’amaca in totale relax e godere del panorama del lago d’Averno aspettando il cielo stellato.
Masseria Sardo
Via Montenuovo Licola Patria, 101
80078 Pozzuoli (NA)
RISTORANTE
+3908118581814
+393493083243
ristorante@masseriasardo.com
Giovedì, sabato, domenica e lunedì PRANZO
Venerdì e sabato APERTIVO (ore 19) CENA (ore 20)
AGRIBAR E ORTI
+393336737647
agriorto@masseriasardo.com
Da Settembre a Giugno
Dalle 11 alle 18
GiNi | Gin Vini Taglieri
Solo WhatsApp +393276643996
B&B +39 081 18481830
rooms@masseriasardo.com
Aperto tutto l’anno
Scheda del 15 settembre 2023
di Francesca Pace
Gabriella Barbati, classe ‘82 è tanto piccolina e minuta quanto grande e forte. Ha le spalle larghe, lei. Occhi che brillano, mani gesticolanti. Parla tanto, ma non a vanvera. Ama spiegare quello che fa, come lo fa e perché lo fa. Sogni tanti, visioni a occhi aperti, cervello che fuma, sarà per il suo passato fatto di filosofia e cinema ma è molto di più di una semplice cuoca.
L’ho conosciuta nel suo “Agriturismo Masseria Sardo”, a ridosso del Lago d’Averno, un tempo famoso come bocca per entrare agli inferi oggi angolo di Paradiso.
Il “Casone”, un rudere del ‘700, lasciato in eredità dal nonno materno Armando, a lei e alla sorella Fabiana, pur restando un pezzo di cuore, era una bella sfida.
Irrequieta e irrefrenabile viaggia tanto, assorbe tutto. La passione per la cucina, nata come hobby per mantenersi agli studi, diventa così forte da mettere in secondo piano quella del cinema. Fa esperienze, all’Estero e in Italia anche molto importanti che la formano e l’arricchiscono.
Di pulizie da fare, di erbacce da strappare ce ne erano tante nel Casone, ma lei e la sorella, si rimboccano le maniche e iniziano a costruire un piccolo orto. Ci sono voluti 4 anni, per ridare una degna vita a quello che era un posto abbandonato dove andavano a giocare da bambine.
Oggi Masseria Sardo è uno dei fiori all’occhiello dei Campi Flegrei. Policromie e ambienti diversi fanno capo ad un unico progetto corale.
L’Agriturismo della Masseria offre agli ospiti piatti locali, creati utilizzando materie prime derivanti da quel (una volta piccolo) orto.
Strettamente legate al territorio le pietanze in carta non sono molte. E questo per chi ha l’occhio lungo è un gran bene. Le risorse sono tutte lì, se una cosa non c’è, non c’è. Pochi piatti ma giusti e rispettosi della terra e dell’ambiente.
Il locale vanta di terrazze dove è possibile godere il fresco sotto alberi le cui foglie frusciano piacevolmente, ma in inverno dispone di sale accoglienti, insonorizzate (10 punti pro) e arredate con materiali di recupero (splendidi i tavoli fatti con le ante di legno).
Volendo trascorrere più ore in questa struttura, ci sono 4 camere a disposizione al loro B&B.
E se non vi va proprio di fare un pasto completo ma volete sentirvi più chill quasi reggae, via le scarpe e piedi sul prato, a farvi rilassare ci pensa l’Agribar (dove oltre a stuzzicare qualcosa si può anche fare la spesa dei loro prodotti), ascoltando magari un po’ di musica dal vivo, o vedere film durante le serate cinema all’aperto.
Se infine siete appassionati di Gin tonic, sappiate che da poco è stato inaugurato lo spazio Gini Gin e taglieri: un temporary bar, ideale per gli aperitivi, dove è possibile sorseggiare gin artigianali.
Gabriella essendo anche sommelier assieme alla sua fidata Manuela De Francesco è riuscita a creare cocktail beverini e dai profumi e colori suggestivi che sono certa conquisteranno anche il vostro palato. Ottimo ad esempio l’Ornos French 75, fatto con Gin Ornos. Sorseggiandolo su un’amaca, spizzicando da un tagliere, diventa un’esperienza quasi mistica.
Il gin si chiama così proprio per richiamare il Lago d’Averno, A-Ornos (senza uccelli) diventato appunto Ornos, eliminata l’alpha privativa, diventa oggi un ritrovo di tantissime specie. Un inno alla vita da bere insomma.
L’Ornos Gin è realizzato con l’infusione e distillazione di botaniche autoctone che vengono raccolte in periodi differenti dell’anno, assecondando le stagioni. C’è il mandarino a ricordare l’Inverno e l’Autunno e i fiori d’arancio che sanno di Primavera, mentre le foglie di limone, la mentuccia, il basilico e la maggiorana strizzano l’occhio alla bella stagione.
Vi consiglio di andare a stretto giro perché l’orto è in transizione. La bella stagione con i suoi prodotti ci sta per lasciare. Verdure e ortaggi nuovi stanno per avvicendarsi.
Per un po’ di giorni ancora però potrete approfittare ancora dei fiori di zucca, dei peperoncini verdi, dei pomodorini, dei peperoni.
Assolutamente consigliato il pane burro e alici: ingredienti poveri, resi regali in modo eccellente.
Polpettine di pane, burro e alici, crostini con burro mantecato agli aromi, alici in marinatura secca, involtino di lattuga ripieno di caponata di peperoni e alici, maionese di limoni. Diverse consistenze, diversa texture, diverso impatto. Un tris che non si dimentica.
Focaccina con capocollo di Pelatello Napoletano e fichi neri. Sapidità e dolcezza, grasso buono, sapore genuino, il boccone è facile, fare il bis pure.
Gattò alla parmigiana, una bella e buona idea da provare.
Il fiore di zucca ripieno di ricotta e limone è in assoluto il miglior fiore di zucca ripieno mai mangiato in vita mia.
L’effetto esplosivo che non te lo aspetti ma il gioco vale la candela. Visto però che Gabriella dice che si può mangiare con le mani e io l’accontento volentieri. Nulla resta nel piatto, nemmeno una goccia di ripieno. Straordinario.
L’abbinamento con il Caprettone Spumante Pietrafumante Brut Nature 2008 di Casa Setaro è perfetto. Bollicine che si bevono a occhi chiusi. Beverine è dire poco.
Linguine con cozze di Bacoli, peperoncini verdi e limone.
Terra Flegrea, terra di cozze. Finché sono buone, io le porto a tavola, dice. E in effetti il piatto è squisito. Equilibrio perfetto tra terra e mare, la cottura della pasta perfetta rende la forchettata piacevolissima.
Secondo piatti
Baccalà in crosta di cereali con zucchine San Pasquale e crema di carote. Il Baccalà è ostico. Troppo salato a volte, troppo sciapo altre. Sant’anastasiano di origine, giunge alla Masseria in splendida forma. La panatura molto croccante nasconde un cuore tenero. Il morso è audace. Ben fatto.
Pertinente e preciso l’abbinamento con la Falanghina Campi Flegrei, 2019 di Contrada Salandra.
Dessert
Cremoso al cioccolato bianco e basilico e caramello al pomodoro.
Cannolo di pacchero soffiato con ricotta di bufala e confettura di fichi neri.
E se non avessi conosciuto Gabriella durante la nostra chiacchierata l’avrei conosciuta tramite i suoi dolci. Rustici, schietti, poco dolci ma amabili. Frolle grezze e pasta fritta che non sembra nemmeno fritta. Tra i due ho preferito il primo, il caramello al pomodoro, ottenuto dagli scarti della passata è un colpo da maestro.
Da qui si evince la voglia di questa donna, con un girl power grosso come una casa, a voler fare una cucina sì innovativa ma concreta e a zero spreco.
A far da pairing ci hanno pensato i liquori artigianali (sì anche quelli fanno in casa). Delizioso quello al mandarino.
Note di merito extra food.
- Il locale per quanto ideale per coppie e amici è anche molto family friendly. Appena entrata ho notato con piacere tovagliette e pastelli colorati, messi a disposizione dei bambini. Le avevo viste per la prima volta a Londra, i miei figli erano piccoli e apprezzarono tanto. Un segno di civiltà e inclusione.
2) Il volontariato operato da Gabriella si manifesta anche nel bagno delle donne. Un cartello su cui c’è scritto di andare alla cassa e chiedere di Angela se ci si trova in una situazione di difficoltà o di pericolo, in un tempo storico del genere, mi ha fatto venire i brividi e mi ha dato speranza.
Scheda del 14 gennaio 2020
di Salvatore Pope Velotti
Un vecchio casale di famiglia affacciato sul Lago d’Averno trasformato in ristorante con orto a metro zero annesso dalle sorelle Barbati: Gabriella in cucina e Fabiana nei campi. La giovane cuoca ha una formazione da regista, accantonata per seguire la passione della cucina (e meno male, diciamo oggi!), arricchita da esperienze internazionali e presso vari stellati italiani che hanno formato la sua idea di ristorazione contemporanea: locale, creativa, attenta al mondo vegetale e al recupero.
Il locale è arredato con gusto, tavoli semplici, sedie di recupero qualche mobile vintage; niente tovaglia, i piatti, colorati, sono fatti a mano da una giovane artigiana flegrea. Cura dei dettagli e dei particolari rendono veramente piacevole il locale.
Un ampio terrazzo affacciato sul Lago lascia presagire piacevolissime cene estive; per oggi, ci siamo limitati a prendervi l’aperitivo prima del pranzo.
Il servizio, coordinato da Bruno Errico, è premuroso e puntuale.
Masseria Sardo è aperta da giugno ma il tracciato della filosofia culinaria della giovane e determinata chef è già evidente, a partire dalla scelta di “imporre” gli antipasti (tre) senza possibilità di scelta da parte del cliente: una sorta di mini-degustazione che chiarisce subito la linea di cucina. Pochi piatti completano la carta, variati ogni giorno se necessario e secondo ciò che l’orto offre. Il costo alla carta, per 4 portate, si aggira intorno ai 45 Euro, bevande escluse.
Carta dei vini contenuta ma ragionata e attenta al territorio, con ricarichi onestissimi.
Pur essendo domenica e avendo prenotato solo alle 10:00 del mattino, non vi è stata alcuna difficoltà ad arrangiare un menù vegan, segno di grande attenzione al cliente ma anche di organizzazione in cucina.
Venendo ai piatti assaggiati
Crostino di pane al lievito madre con scarola, capperi, pinoli, pomodori secchi e maio mese vegan accompagnato da kombucha agli agrumi e vodka: opulento ed equilibrato, con il succo fermentato che pulisce il palato.
Orto in tempura e salsa pomodoro agro-piccante: cavolo e bietole in una delicatissima frittura sono la croccante componente amara, contrappuntata dalla salsa acida e leggermente piccante. Un piatto che ben rappresenta la filosofia del locale: contaminazione tra oriente lontano e tradizione locale, da mangiare con le mani, divertente e composto essenzialmente da materie di recupero (le foglie esterne delle verdure, solitamente scartate).
Vellutata di zucca lunga con nocciole e aglio bruciato: delicata e confortante.
Cappellacci di melanzane affumicate, crema friarielli e friarielli crudi: piatto complesso, con note dolci, amare, acide, piccanti; soprattutto inatteso il persistente erbaceo di cime e foglie dei friarielli crudi che rendono il piatto lungo e nettamente memorabile.
Zuppa di fagioli, patate, cavolo nero, pane, pomodori secchi e mandarino: una sorta di ribollita gradevole e alleggerita dall’agrume, la semplicità di un connubio di proteine e carboidrati che qualsiasi ristorante dovrebbe offrire, semplicemente guardando alla tradizione, alleggerendola e anche senza eccessi creativi.
Muffin al mandarino e al cioccolato su composta di fichi: piacevoli e golosi, serviti con mandarini dell’agrumeto di famiglia, del quale apprezzare le varietà che si differenziano per dimensione, gradi di dolcezza e acidità, profumo, consistenza degli spicchi: uno stuzzicante gioco di fine pasto che porta a non saziarsi mai!
Siamo di fronte a una interessante novità nel panorama flegreo e di cui, sono certo, si sentirà sempre di più parlare nel futuro prossimo, in un momento in cui la ristorazione sembra andare sempre più incontro al vegetale e all’attenzione all’ambiente.
Masseria Sardo
Via Montenuovo Licola Patria 101
80078 Pozzuoli NA
Telefono: 081 1858 1814
Facebook: www.facebook.com/MasseriaSardo
Sito web: https://masseriasardo.business.site
Giorni e orari di apertura:
Dal lunedì al mercoledì: chiuso
Giovedì e venerdì: aperto solo a cena
Sabato: aperto a pranzo e a cena
Domenica: aperto solo a pranzo
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