Uve: marsigliese 70% olivella 20% piedirosso 10%
Fermentazione e maturazione: barriques
Fascia di prezzo: dai 15 ai 20 euro
Quello spuntino nel verde del patio della splendida cantina La Sibilla in questi giorni è tornato prepotentemente alla mente: le cicerchie, qui presidio Slow Food, le fave fresche appena raccolte e un morso di formaggio abbinato ai vini dell’azienda e a chiacchiere dense e giuste che pian piano fanno Pasqua. Sicuramente La Sibilla è una delle cantine per vini, famiglia, atmosfera e lavoro che meglio parla dei campi flegrei. Del Marsiliano di tanto in tanto ne apro una bottiglia e sempre con immenso piacere e curiosità. Fu amore a prima vista quando, durante la prima visita in cantina, assieme a Restituta Di Meo provai questo bicchiere. Da allora a me pare sia migliorato. Sarà la pratica giacché la prima bottiglia fu nel 2006, sarà la ventata di entusiasmo, ingegno e sperimentazione che ha apportato la presenza stabile come enologo del giovane Vincenzo Di Meo, figlio di Luigi e Tina Di Meo, o semplicemente il territorio dei campi flegrei, Bacoli, che fa vini eccezionali; fatto sta che anno dopo anno guadagnano in eleganza senza mai perdere di vista il territorio.
La bella cantina ha una data di nascita ufficiale che risale al 1996, ma è certamente riduttivo limitare l’esperienza del vino dei Di Meo a una quindicina d’anni. Ormai sono 5 generazioni che si occupano del vino su queste terre che portano qui e lì ancora i segni della viticoltura tradizionale che voleva sistemare in ogni spazio libero alberi da frutta e varie colture stagionali. Gli ettari di vigneto, sparsi in giro per queste colline tra i 50 e i 350 metri sul livello del mare sono 9,5. Il suolo è inconfondibile con quei terreni limoso-sabbiosi di origine vulcanica. L’idea di Vincenzo è di razionalizzare ciò che c’è senza stravolgere il territorio e per chi, come i Di Meo ce l’ha nel sangue, è anche il miglior alleato.
Proprio giocando col territorio troviamo un grande impegno nella riscoperta dei vitigni tradizionalmente presenti nei campi flegrei. Così oltre ai sempre ben riusciti piedirosso e falanghina, costante garanzia aziendale, cominciano con marsigliese, olivella e aglianichella. Si sono spinti poi fino alla verdeca o localmente detta “pisciarella” e Vincenzo ha reintrodotto, con il Domus Giulii, un’antica modalità di produzione dei bianchi. La falanghina rimane 5 mesi su bucce e vinaccioli e dopo un anno in acciaio sui propri lieviti è imbottigliato non filtrato. Attendiamo impazienti la nostra prossima visita per vedere come sta quest’anno.
Intanto stappiamo il nostro Campania IGT Marsiliano 2008 nel suo brillante colore rubino vivace e ciliegioso. Appena aperto, ha un primo naso di mineralità verticale e travolgente. Spesso si abusa di questo termine ma qui è inevitabile. Fiori come petali di rosa appassiti, uno sbuffo di geranio, note ematiche ed erbe mediterranee e ancora la salvia. Segue più lieve la frutta rossa matura e succosa e chiude con una leggera nota di pepe nero e foglia di tabacco. Al palato continua in linea perfetta con il naso quindi il ritorno minerale, la terra vulcanica, l’humus, erbe e frutta. E’ sapido, succoso, abbastanza fresco ed è provvisto di un tannino sottile. E’ diventato col tempo più complesso e buono. Io lo berrei adesso e non più avanti, ma forse è solo voglia di Pasqua e subito quello spuntino!
Questa scheda è di Sara Marte
Sede in via Ottaviano Augusto, 19 in Bacoli. Tel 081 8688778. Sito : www.sibillavini.it Enologo: Vincenzo Di Meo in collaborazione con Roberto Cipresso. Bottiglie prodotte: 70.000. Ettari vitati: 9,5. Uve: piedirosso, aglianichella, olivella, marsigliese, falanghina.
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