Taverna del Mozzo Ristorante Marinaro – Marina di Camerota
Via Lungomare Trieste 95 (porto di Marina di Camerota)
Tel. 0974. 932774 – Cellulare 349 7888445
Sempre aperto, a pranzo e a cena
Ritorniamo sempre volentieri a riprovare la cucina di mare di Davide Mea alla sua Taverna del Mozzo affacciata sul porto di Marina di Camerota.
Un’estate anche qui molto calda e molto affollata questa del 2024. Ma la sera, ai tavoli della Taverna c’è un venticello piacevole.
Appena seduti ci viene presentato il pescato del giorno. Qui il mare è ricco e pescoso. Scegliamo una pezzogna da fare al sale.
Il primo antipasto è delicato e appagante: una fresella con merluzzo e bottarga, rinfrescata da un pomodorino.
Da Davide ciò che conta è la materia prima, spesso proposta con preparazioni fuori menu se qualche pescatore lo ha rifornito nel pomeriggio. La carta è dunque sempre molto semplice, immediata ed efficace.
Sfiziose e squisite le calamarette fritte accompagnate da maionese fatta in casa. Una bella frittura asciutta e croccante, dalla sapidità ben dosata.
Il pane è quello classico cilentano con farina mista.
Delicata la catalana di scampi, buono il tris di crudo. Tenero il polpo arrostito su crema di patate.
Ricette che toccano appena il mare, esaltando la materia, come a volte facciamo fatica a trovare.
La cottura al sale è perfetta: carne soda alleggerita da un filo di extravergine cilentano.
Si chiude volentieri con un gelato al limone, in un’atmosfera rilassante e vacanziera. Il servizio, guidato con attenzione e competenza da Assunta, la moglie di Davide, sa il fatto suo e lavora spedito anche nelle serate più affollate.
Un indirizzo di mare imperdibile se siete in Cilento.
Scheda del 29 giugno 2024
di Enrico Malgi
In una calda, soleggiata e gradevolmente ventilata mattinata di fine giugno mi è venuta voglia di andare a pranzo verso una località di mare. Bene, dove posso andare? La scelta è caduta sulla Taverna del Mozzo Ristorante Marinaro affacciata sul magnifico e suggestivo porto di Marina di Camerota, sempre affollato da tante barche che vanno e vengono continuamente.
Titolare di questo locale, insieme alla moglie Assunta Rispoli, è il bravo chef Davide Mea da poco tempo comproprietario e chef anche del Ristorante La Chioccia d’Oro di Vallo della Lucania.
A parte la godibile e splendida vista del mare che tanto anelavo rivedere dopo un’assenza in questo ristorante
durata alcuni anni, il mio intento è stato quello di assaggiare qualche nuova preparazione di Davide, cosa che si è puntualmente realizzata.
In estate Davide accoglie la clientela su comode sedute all’aperto fronte mare e protette dai cocenti raggi del sole da grandi ombrelloni.
Per incominciare ecco qui un imperdibile piatto di fritti e sfizi, composto da mozzarella impanata con alici di menaica, alici ripiene di ricotta di bufala e menta e scampi e gamberi sempre impanati, il tutto accompagnato da un’allettante maionese preparata espressamente da Davide.
Piatto leggero, croccante, gradevole ed assolutamente non unto.
Prezzo 15,00 euro.
Una superba catalana di crostacei ha allietato poi le papille gustative con scampi, gamberi e gamberoni sbucciati, scottati velocemente ed accompagnati con pomodori camoni, datterini rossi e gialli, sedano, carote e cipolle caramellate.
Davvero una deliziosa performance. Prezzo 24,00 euro la porzione intera e 12,00 euro la mezza porzione che ho preso io.
Polpo grigliato accompagnato da pomodori datterini e condito con tabasco e peperoni cruschi, soffice di patate e riduzione di peperoni. Polpo tenero ed accattivante. Prezzo 16,00 euro.
Orata pescata all’amo in crosta di sale, con deliziose patate al forno. Ecco qui il vero must, che ha magnificamente concluso questo pranzo eccellente. Prezzo 75,00 euro al chilo.
Da bere ho scelto Le Mille Bolle Vino Spumante Bianco Extra Dry 2023 di Verrone ed unabottiglia di Villa di Chiesa Valle di Porto Pino Bianco 2022 della Cantina di Santadi.
Davide Mea, estroso, inventivo
e talentuoso poeta dei fornelli, è ormai diventato da molti anni un sicuro punto di riferimento della classica e tradizionale cucina marinara cilentana e campana,
sempre solida, affidabile,
gustosa, creativa, moderna, affascinante, in perfetto equilibrio ed esaltata poi da sapori veri, centrati, consistenti e ben riconoscibili.
Cucina distinta da una spiccata cifra stilistica che fa il paio con quella di terra praticata alla Chioccia d’Oro, dove in questo periodo estivo Davide ha momentaneamente sciolto gli ormeggi per dedicarsi anima e corpo al suo primo amore di questo
locale camerotano. Il mare nel piatto, magistralmente interpretato da Davide, è portatore di un’eccellente materia prima prettamente territoriale, sempre fresca e
genuina.
Ottimo e ben curato il servizio ai tavoli, da parte di una pattuglia di giovani molto preparati e perfettamente inquadrati da Assunta. Buona anche la carta dei vini abbastanza fornita.
Scheda del 2 settembre 2023
Siamo tornati con piacere alla tavola di Davide e Assunta Meo, in una delle prime serate in cui la luce delle otto suona la campanella di fine estate.
Sul lungomare di Marina di Camerota ancora tanti vacanzieri, in porto le barche sembrano invece già tutte a riposo.
Il dehors della Taverna del Mozzo arredato in semplice stile marinaro, offre sempre un panorama suggestivo.
Il menu è snello e ficcante: pochi piatti ma tutti centrati. Qui l’obiettivo è valorizzare al meglio una materia prima che sorprende ogni volta. Ecco allora lo spettacolo del piatto con il pescato del giorno, dal quale si può scegliere cosa portare in forno o sulla griglia. O, magari, per metter su un buon primo piatto.
La carta dei vini è molto ricca e ben fatta, con cuore e anima dedicati al Cilento. Il servizio, diretto con passione autentica da Assunta, è professionale e attento.
E in cucina?
Mano sempre leggera, che tocca con rispetto pesci e crostacei. Come nel caso della delicata catalana di calamaretti, scampi e gamberi.
Piatto opulento eppure di grande semplicità quello dei tagliolini all’uovo tirati a mano con un ricco battutto di tonno, insaporito dalla polvere di cappero.
Sulla griglia finiscono due marmore e una piccola pezzogna che insieme alle patate al forno riescono in un soddisfacente ‘fish and chips’ cilentano.
Davide Mea, con la preziosa e insostituibile collaborazione della moglie si conferma un solido punto di riferimento della costa cilentana.
Qui di seguito la nostra Scheda del 28 giugno 2020
Davide Mea e la moglie Assunta sono un riferimento ormai da 6 estati nella splendida Marina di Camerota, un luogo che in un Paese normale starebbe aperto nove mesi l’anno ma che invece vive sette, otto settimane al massimo, come tutto il Cilento. Davide Mea però ha fatto due mosse che lo hanno fatto decollare: stare aperto il più possibile, senza fare il conto del cece in quelle settimane in cui ci sono pochi coperti e, cosa più importante, capovolgere la visione del proprio lavoro, passando dalla voglia di cucinare per far vedere quanto si è bravi alla cucina per la gioia dei clienti.
Con queste due mosse il locale è diventato un must, supportato dalla panineria di mare che è proprio affianco. Cucinare per i clienti vuol dire far seguire le ricette alle stagioni e non viceversa, anche alle stagioni della pesca, unire due o tre elementi di una formidabile materia prima, quella di uno dei mari italiani più pescosi perchè meno antropizzati (trentamila anime al massimo per dieci mesi l’anno su cento chilometri di costa da Agropoli a Sapri.
Ed è così che La Taverna del Mozzo a Marina di Camerota è diventato uno dei migliori locali di pesce del Basso Tirreno. Ci eravamo stati a cena un paio di anni fa con Mario Notaroberto, ci siamo tornati a pranzo e siamo rimasti entusiasti. Persino le vongole avevano un sapore, quello delle vongole di un tempo. Siamo stati anche fortunati perchè in mattinata Davide aveva beccato dei ricci di mare oltre ad una aragosta di Palinuro, vera squisitezza senza eguali al mondo, e poi pezzogne, ricciole, sanpietro e coccio.
C’è dunque una carta, segnaliamo ad esempio gli spaghettoni con le vongole e i peperoncini verdi che qui si chiamano friggitelli, oppure con le alici di menaica; ma la cucina si propone anche in base al pescato del giorno. Ed è così che noi ci godiamo una indimenticabile linguina di Gragnano con l’aragostina di Palinuro.
La formula è semplice, ed è quella che sta sfondando in Campania con sale sempre piene: una buona batteria di crudi (tartare e carpacci) con il pescato del giorno, condite con materia prima dell’orto cilentano e i grandi olii di Nicolangelo Marsicani, il profeta dell’olio d’oliva nel Cilento. Bei primi piatti di pasta secca con il mare (l’alternativa era lo spaghetto con i ricci), i secondi che sono presentati con le classiche cotture se scelti dal vassoio che si fa vedere al cliente appena seduto, oppure in crosta di oliva con filetti di pesci più grandi (in questo caso ricciole).
Una materia prima eccelsa venduta a buon prezzo: il conto oscilla tra 50 e 60 euro per un pasto completo, ma con due piatti e un benvenuto dalla carta difficilmente superate i 40. Buoni anche degli antipastini caldi, più economici rispetto ai crudi, come l’insalata di mare tiepida.
La Taverna del Mozzo a Marina di Camerota vive nelle belle giornate dello spazio antistante, il successo di pubblico è assicurato. Almeno sino a ottobre. «Andammo a Milano -racconta Davide – a mangiare da uno stellato, tutto buonissimo ma pochi tavoli occupati. Poi in un locale alla moda con crostacei importati e pesci di allevamento, bene: era tutto pieno e con conti da 150 euro in su. Allora lì ho capito che il mio estro doveva mettersi al servizio di una materia prima infinitamente superiore e della gioia dei mie clienti che tornano sempre. Vorrebbero sempre stare qua».
Un processo simile a quello di altri ragazzi che hanno la testa sulle spalle e che riescono dunque a creare un locale sostenible con la sala, assumere dipendenti (qui ormai sono otto) e ad avere un buon rapporto con i fornitori che vengono pagati sull’unghia, subito. Per non parlare di una bellissima carta dei vini che parte dal Cilento e arriva nello Champagne (il locale è Club Pommery).
Così Davide Mea diventa un po’ la parabola di quello che sta succendo alla cucina italiana, soprattutto adesso che la fuffa e il frou frou è stato spazzato via dalla pandemia. Una formula che esalta lo chef non perchè fa cose strane, ma per la sua capacità di esaltare, anche con tecniche moderne, la materia prima, il prodotto che è l’unico motivo del viaggio di chi ama mangiare. Dove mai si potranno trovare cozze così sapide, ricci così dolci e aragoste così saporite?
Il servizio è attento, scrupoloso, informato e mai pesante. Insomma un locale dove si sta bene e di cui non si può fare a meno una volta che lo si è conosciuto.
Già, la domanda che viene spontanea è: perchè tornare in città e lasciare questo Paradiso?
Taverna del Mozzo Marina di Camerota
Report del 23 giugno 2016
La Taverna del Mozzo di Davide Mea si è preparato alla stagione estiva con un nuovo menu. Abbiamo riprovato con piacere questo piccolo e giovane locale a Marina di Camerota, incastonato nel piccolo porto della costiera cilentana, e che abbiamo seguito sin dagli esordi.
La cucina marinara di Davide, autodidatta, è oggi sicuramente più matura e convincente anche se sempre profondamente legata alla sua terra – e alle sue tradizioni gastronomiche. E infatti, proprio come il paesaggio Camerota è un’intessitura naturale tra mare, terra, ripide alture e corsi d’acqua (che parte dal massiccio del Bulgheria fino al Capo Infreschi, passando per il Mingardo) così la cucina di Davide si diverte ad intrecciare terra e mare, desiderio di sperimentazione e legame alla tradizione di contadini e massaie, con i quali lo chef ama conversare.
Iniziamo con un’insalata di rucola con filetto di sgombro marinato. E continuiamo con l’alice ripiena a mo’ di alice ‘nchiappata, antica ricetta di pesce delle zone interne del Cilento, qui presentata in una versione light con ricotta di bufala e una salsa fresca di datterini e peperoni. Ancora, ‘acquasale’ raffinato: pane bagnato con acqua di gamberi, burrata d’Andria, pomodorino confit, olive tostate e acqua di pomodoro.
Gli spaghetti alla chitarra con colatura di alici di menaica (le alici sono presidio Slow Food) sono un primo piatto di grande soddisfazione; appaganti grazie al gusto morbido e rotondo della burrata d’Andria e la freschezza dell’origano in buon equilibrio.
Un piatto ricco e piacevole anche il risotto al nero con seppia, pane panko, crema di piselli, polvere di pesto e polvere di peperone crusco: una interessante rivisitazione del classico seppie e piselli.
Sempre in carta, invece, uno dei piatti meglio riusciti (e sempre richiesti) della Taverna: la minestrella di fiori di zucca con la lucerna: un piatto che affonda le sue radici nella tradizione e che Davide ha appreso dalla nonna e dalla mamma.
Infine, un altro abbinamento da manuale, ceci e baccalà. Qui il baccalà alla griglia è quello di qualità Giraldo ed è servito con un tortino di ceci neri e cicerchie dell’Azienda Tancredi di Controne.
Insomma, se cercate un posto di mare vero e genuino, che riesce con abilità e garbo – anche grazie ad un servizio informale ma efficiente e ad una piccola carta dei vini rispettosa del territorio – a dribblare con successo il caos delle settimane estive, questo è il posto che fa per voi. Una cucina molto moderna per impostazione e levità dei piatti ma allo stesso tempo solida, grazie ai continui richiami alla tradizione delle case cilentane.
testo Maura Ciociano
fotografie di Toni Isabella
TAVERNA DEL MOZZO MARINA DI CAMEROTA
Cuopperia Bioshop
Via Lungomare Trieste 95 (porto di Marina di Camerota)
Tel. 0974. 932774
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