Cantine Paolo Leo
Uva: Fiano
Fascia di prezzo: 7,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5 – Naso 25/30 – Palato 24/30 – Non omologazione 30/35
Chiamatela querelle, diatriba o semplicemente inutile e sterile polemica, ma sta di fatto che in Puglia non si finisce mai di dibattere sulla vexata quaestio del Fiano. Tra Minutolo, Fiano Minutolo e Fiano di Puglia si continua ad ingenerare una totale confusione nella mente del consumatore e perfino tra gli addetti ai lavori. Col riconoscimento ufficiale del Minutolo come vitigno a sé stante, che è proprio un'altra cosa, si pensava fosse stato risolto tutto il contenzioso ed invece siamo punto e daccapo.
E allora vediamo di capirci qualcosa meglio, con una bottiglia denominata Mariluna Fiano Puglia Igp 2012 delle Cantine Paolo Leo con sede a San Donaci di Brindisi. L'etichetta ha conquistato il primo posto a Radici del Sud nella categoria “Vini bianchi da vitigni autoctoni pugliesi (Minutolo, Fiano e Bombino) ” da parte della giuria internazionale. La proprietà ci tiene a precisare che si tratta del vero “Fiano” che insiste sul territorio regionale da molti secoli e questo mi sembra oggettivamente positivo, tanto da sgombrare il campo da ogni malinteso.
I Leo rappresentano un'antica e storica famiglia di viticoltori salentini da ben cinque generazioni, saldamente uniti da un'autentica e comune passione per il vino. Al giorno d'oggi è un altro Paolo Leo, omonimo del fondatore che incominciò l'attività vitivinicola all'inizio del XIX secolo, che regge le sorti aziendali, insieme con la moglie Roberta ed i figli maggiori Nicola e Stefano.
Il Mariluna 2012 dopo la fermentazione ha sostato in acciaio sulle fecce fini per tre mesi e poi è stato elevato in bottiglia per un altro mese, prima si essere messo in commercio. La gradazione alcolica è di 13° C.
Il colore nel bicchiere è ancora indeciso, ma si assesterà col tempo, intanto per adesso sfoggia un cromatismo giallo paglierino sbiadito, venato da accattivanti riflessi verdognoli. I profumi che salgono al naso segnano il marker territoriale. In primis si percepisce un intenso bouquet caratterizzato da nuances fruttate di pera, mela, melone e pompelmo, seguito da sfumate parvenze di erba e fiori di eucalipto. In bocca il primo sorso è sfuggente, sembra quasi che voglia scappare dalla lingua come un evaso dalla prigione. Ed a questo punto mi viene in mente una frase di Totò quando dice: “…acchiappa a chisto…” nel film “Totò truffa'62”. Appena arrestato, il vino evidenzia un esotico gusto fruttato di guava: dolce, fresco e delicato, un corpo abbastanza leggero e un deciso vezzo agrumato e floreale. La chiusura non è “masticabile”, né persistente, ma è comunque vellutata ed armoniosa. Da abbinare ad una cucina leggera, come il risotto alle zucchine, formaggi freschi, carni bianche, tagliere di salumi e carpaccio di pesce. Prezzo interessante. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a San Donaci (BR) – Via Tuturano, 21
Tel. 0831 635073 – Fax 0831 681747
marketing@paololeo.it – www.paololeo.it
Ettari vitati: 25, più conferitori di fiducia
Enologi: Nicola Leo e Alessandro Michelon
Bottiglie prodotte: 2.000.000
Vitigni: Primitivo, Negroamaro, Malvasia nera e bianca, Fiano, Falanghina, Greco e Chardonnay.
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