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di Tommaso Esposito
Lo confesso, ho una passione per il baccalà.
Sono tentazioni del gusto che ti assalgono quando un po’ di fame ti prende e vuoi sentirti coccolato tra i ricordi di nonna e di mammà.
Me lo preparavano ogni settimana.
Non ci sono più.
E non è cucina difficile quella del pesce salato che vien d’oltremari.
Eppure non sempre riesce.
Dissalagioni e ammolli sbagliati compromettono in origine la resa al palato.
Per non parlare poi della mano maldestra del cuoco.
Ho voluto evitare gli errori e così l’altra sera sono stato di nuovo da Salvatore Granato.
Una fantastica novità questi Gnocchi ripieni di baccalà.
Mi son passati sotto il naso diretti al tavolo affianco.
Mannaggia l’occhio malandrino. Cameriereeee! Anche a noi.
Un tripudio. Da urlo.
Morbidi quasi evanescenti hanno catturato le mie papille per l’armonia complessiva e per l’equilibrio del piatto: dal ripieno alla salsa puttanesca.
Grande sapore e grande fattura.
Complici quelli della Leonessa artefici dello gnocco con i loro macchinari e con la condivisione dei segreti del cuoco.
Bravissimo Salvatore con la sua brigata numerosa di figli e collaboratori.
Ah, non ho saputo rinuciare al filetto di baccalà alla brace. Perfetto come sempre.
E a un polpetto alla Luciana. Alla grande.
Con un blend domestico di falanghina e catalanesca del Monte Somma.
Una bella cena nel ricordo di mammà e sempre entro i 35 euro.
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