Manuel Lombardi produce il conciato romano, presidio Slow Food. Una piccola realtà avviata dalla mamma e dal fratello Fabio, scomparso per un incidente mentre era nell’uliveto di famiglia. Iei Manuel è andato a Roma. Ed è stato lui, estimone di eccellenza e rigore, il nostro inviato speciale. Il Contadino2.0
di Manuel Lombardi
25 Ottobre 2008 Tgr Ambiente Italia Rai 3 ore 15:00 in diretta da Torino in occasione del Salone del Gusto – Terra Madre Slow Food, insieme a Carlo Petrini fondatore Slow Food e altri contadini di tutto il Mondo, il sottoscritto in quanto produttore dell’unico presidio Slow food della provincia di Caserta, il Formaggio Conciato Romano.
Arriva il mio momento di testimonianza e solo dopo la domanda del conduttore-giornalista Beppe Rovera capisco il perche’ ero stato chiamato dal mio stand situato insieme ai tanti presidi campani, nazionali e internazionali a fare la mia passerella televisiva. Ecco come e’ andata la diretta:
Beppe Rovera: Lei che e’ l’eccellenza (riferito al formaggio) che viene dal paese di “Gomorra” qui a Torino non si sente un pesce fuor d’acqua?!?!
Io: No! Anzi grandi apprezzamenti da tutti e il giusto premio per chi ha la voglia di lavorare in modo serio e onesto e quindi seminare perche’ chi semina bene raccoglie bene.
Beppe Rovera: Si ma bisogna vedere anche dove andate a seminare visto che laggiu’ state conciati maluccio!
Episodio (ma non solo questo ce ne sono tanti altri) che mi sono legato al dito per sempre e che ogni giorno mi spinge a dimostrare con fatti trasparenti e concreti e non solo parole, quanto non sia vero cio’ che si dice e si pensa dall’immaginario collettivo sulla nostra terra.
Ritorniamo ai giorni nostri:
20 Giugno 2013 La 7 Ore 21:00 Servizio Pubblico condotto da Santoro servizio di Stefano Maria Bianchi: “Una vera bufala”.
Show demolitore, interviste tagliate e rimontate senza diritto di replica con un unico messaggio finale che la mozzarella eguale camorra e prodotta in condizioni igienico sanitarie indecenti in luoghi contaminati da discariche e rifiuti tossici tra case abusive senza distinzione di territori tutti colpevoli insomma in un vero e proprio inferno da cui siamo tutti prigionieri e schiavi.
In poche parole la mozzarella blu non e’ niente rispetto all’oro bianco che abbiamo e tutto cio’ che accade in altri luoghi della nostra bella e amata Italia riguardanti vere e proprie frodi alimentari non merita la stessa considerazione perche’ fare report, dossier, film etc etc sulla nostra terra con la colonna sonora scelta ad hoc fa piu’ ascolti e ad onor del vero se ci mettiamo pure il sole e pulcinella ci andiamo a prendere pure gli oscar ma fatemi il piacere!
La conseguenza del servizio è che i piccoli e medi produttori di mozzarella, ma direi non solo loro ma tutti i poveri abitanti di questa terra a detta loro infelix, visto che nell’immaginario collettivo se è negativo un prodotto in quel territorio così descritto idem per tutti gli altri, prima di presentare le nostre eccellenze dovremmo spiegare di non essere delinquenti e insieme a noi lo stesso dovrebbero farlo i nostri clienti ristoratori e gastronomie che la amano e la difendono come tanti ma tanti altri in giro per il mondo.
Alla notizia della conferenza stampa, indetta in questa giornata per chiarire e dare le giuste e trasparenti notizie trattando a 360°con chiarezza tutti i temi protagonisti del servizio andato in onda nello show di santoro, non ci ho pensato neanche un secondo dovevo esserci, non per fare presenzialismo e nonostante non sia nè un giornalista nè un blogger ma un semplice contadino- casaro casertano eguale italiano esserci, significava dare un segnale vero e autentico come rappresentante simbolico della mia terra.
Si, perché se i produttori di mozzarella onesti che si svegliano alle 3 per lavorarla con orgoglio, come ci ha tenuto a dire il presidente del consorzio Domenico Raimondo, sono tutelati dal consorzio più importante del sud, nel mio piccolo oltre a mangiarla e regalarla come un vero e proprio tesoro a tutti i miei amici più cari che ne vanno matti apprezzandone anche le origini territoriali, come accade per il mio tesoro raro ma meravigliosamente identitario e di grande eccellenza agro alimentare (Il conciato romano) la mozzarella di bufala campana dop ci rappresenta nel mondo, ci racconta, rappresenta tutte le sfumature e tutti ci colori di una terra dignitosa abitata da gente che lavora, alla parole preferisce fare e della tracciabilità e del codice etico ne ha fatto una sua primissima scelta e ragione di lavoro da trasmettere alle generazioni future.
Sono stufo come tutti di partecipare a un campionato mondiale di vita con punti di penalizzazione pesanti come macigni e a ogni tentativo positivo di costruire puzzle sicuri e rappresentativi ritrovarmi ogni volta con i pezzi sparsi in mano e dover sempre ricominciare da zero.
Non accetto che si faccia tutta un erba un fascio e che certi pseudo giornalisti che definisco potenzialmente omicidi di sogni futuri delle giovani generazioni possano appropriarsi con tanta superficialità e mancanza di tatto delle nostre vite e delle nostre tradizioni sbattendole in prima pagina per la voglia di quei famosi 5 minuti di gloria umana narcisista.
Se è questa l’Italia che vogliamo dove se hai fatto del bene non conti ma se distruggi sei un eroe ditemelo che se sono ancora in tempo andro’ a zappare per me e i miei figli in un’altra dimensione universale.
I consumatori di ogni genere alimentare italiano hanno il diritto di sapere e di essere tutelati e infatti il Consorzio di mozzarella di bufala campana dop applica ben 10.000 controlli l’anno e finalmente dopo anni grigi e di cattiva gestione sta realizzando fatti concreti e trasparenti, forse il “problema” e’ proprio in questo è troppo perfetto e troppo vicino ad ideali rispettabili, per cambiare le cose dovremmo cambiare in primis la nostra cultura che mi duole ammettere essere rimasta rispetto agli altri paesi molto indietro e troppo conservatrice e burlona senza contare fino a 10.
La speranza, la costanza, il coraggio e la passione in ogni situazione sono la molla indispensabile con cui possiamo cambiare il mondo.
“Nonostante tutto” zappando zappando zappando ce la faremo.
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