“Il cibo ed il vino secondo Carlo Macchi, Luciano Pignataro e Franco Ziliani.
Ogni lunedì, i tre blog di Vino Igp (I Giovani Promettenti) offrono ai loro lettori un post scritto a turno dai giornalisti Carlo Macchi, Luciano Pignataro e Franco Ziliani”.
CERATTI
Uva: mantonico e greco di Bianco
Fascia di prezzo:14-16 euro per 50 dl
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Voglio raccontarvi di una Calabria che vo scoprendo, sedotto. Dici vino dolce e pensi subito Sicilia mentre qui, sullo Jonio, a Bianco nella Locride, lungo fantasmogoriche spiagge bianche carezzate dal mare e dal cielo azzurri e luminosi, nasce un nuovo sapere dalla cultura antica.
L’ho trovata, io ghiotto di fichi secchi ripieni, nel mio ormai quasi ventennale girare attorno al Cirò, ma poi sempre più evidente, buonissima, starei per dire dolcezza da palato arabo, senza mediazioni.
Da Mantonico no. Mai mi era sinora successo. Poi, a questo Vinitaly, il primo incontro con il 2005 dell’azienda Ceratti, agriturismo vero, azienda nata negli anni ’60 da Umberto, gestita oggi dal figlio Pasquale e dal figlio Umberto: oltre 150 ettari di cui quindici coltivati a greco di Bianco e, appunto, a mantonico. Mi piace l’idea di vigneti coltivati tra ulivi, agrumeti, ortaggi, e poi la vinificazione con la tecnica di appassimento sui graticci. I Ceratti da anni si sono specializzati nella produzione di vino dolce, vantano quattro etichette, due di Bianco e due di Mantonico divisi in etichetta gialla e affinato in barrique.
La resa per ettaro si aggira sui cento quintali, ma alla fine la resa dell’uva dopo l’appassimento si aggira a meno della metà, ossia 45 quintali.
Complessivamente parliamo di una produzione molto limitata, appena 30mila bottiglie in tutto, di cui 6000 di Mantonico nelle due versioni.
Il rischio del vino dolce, lo sappiamo, è la banalizzazione da zucchero, la stucchevolezza piaciona, tanto più evidente quando non c’è artigianato, manualità contadina. Qui però subito dimenticata da un naso ricco di nuances molto intriganti di mandorla e pasta di mandorla, agrumi canditi (bergamotto e cedro), notarelle balsamiche e mentolate. Sembra di entrare in un antico negozio di coloniali.
In poche parole un naso fresco, appassionante. In bocca l’attacco è ammaliante, la beva, non eccessivamente alcolica (siamo sopra i 13 gradi più tre) scorre molto gradevole grazie alla decisa freschezza preservata dal sole calabro, dall’esposizione a Sud dei vigneti e dalla vinificazione. Chiude bene, persino con una nota amarognola di mandrola, dopo aver ritrovato fichi e datteri secchi. Aiuta la frutta il gioco tra venti freschi dell’Aspromonte e le brezze marine.
Qui, dove l’Italia sembra finire e perdersi nel Mediterraneo arcaico, vive questo vino ambrato. Buono, saporito. Andatelo a trovare
Sede a Bianco, Contrada Palazzi. SS. 106 Jonica. Tel. 0964.913073, fax 0964.992190. www.agriturismoceratti.com. Uve coltivate: greco e mantonico. Bottiglie prodotte: 30.000.Ettari: 150 di cui 15 vitati.
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