Magnolia a Napoli
Vico Belledonna Chiaia, 11
Tel 081 277 9597
di Francesca Pace
Se dico Chiaia, sono sicura che alla maggior parte dei napoletani viene in mente un posto dove la “Napoli bene” si riunisce di sera per far aperitivi goderecci.
Ma qui, parlerò di cucina, di ottima cucina.
In effetti, lo confesso, anche a me è la prima cosa che viene in mente, ma da quando ho scoperto il Magnolia, in quel di Vico Belledonne, ho decisamente cambiato idea.
Chi mi ha fatto cambiare opinione si chiama Antonio Chirico che del Magnolia è il resident chef. Spoiler, non ne ha sbagliata una.
Dall’inizio alla fine della degustazione dei nuovi piatti in carta che abbracciano tutto il periodo autunno-invernale, le proposte sono state vincenti e convincenti. Sapete quando vedete una discesa di slalom gigante? Ecco, così. Proprio quella sensazione lì.
Nessuna penalità, nessuna caduta, armonico e perfetto fino alla fine. La cucina del Chirico è molto attenta alle materie prime e alla stagionalità, la si può definire trasversale perché incanta e conquista ogni tipo di palato andando in contro a tutti i tipi di esigenze.
Partito da Ginosa, avendo fatto tante esperienze in diversi ristoranti seminati in tutto lo stivale, ha fatto sue diverse tecniche che poi oggi riporta sapientemente all’interno della sua cucina e condivide con la sua brigata.
I suoi piatti possono essere gustati sia a pranzo che a cena e in base alle esigenze e alle voglie del momento si può spaziare dall’intramontabile scarpariello, must del posto, al più elegante astice.
Se a pranzo ad esempio avete poco tempo, potrete scegliere la formula dell’”Easy Lunch”, che vi permetterà di pasteggiare in maniera rapida senza rinunciare al gusto.
Particolare è l’attenzione anche per il mondo veg e qui si possono trovare anche molte proposte senza glutine.
Ma il Magnolia è questo e tanto altro, si può frequentarlo in diversi momenti della giornata, esplorandolo magari un pezzettino alla volta, tant’è che il suo claim è “ Magnolia non si racconta, si vive”. Sì, qui c’è anche una spa, un ristorante giapponese pluripremiato e le camere.
Tornando alla cucina identitaria dello chef, il pesce fresco è un fiore all’occhiello di queste realtà: dentice, pezzogna, tonno e mazzancolle tigrate, quando disponibili sono imperdibili. Largo spazio anche ai prodotti autoctoni come il limone di Sorrento, la “pellecchiella” del Vesuvio, e ovviamente la mozzarella di bufala campana.
Anche nel menù che sarà disponibile da questa settimana in poi si dà largo spazio ai sapori autentici campani, un esempio è la papaccella napoletana, regina delle feste natalizie. Imperdibile anche la focaccia, morbida e profumata che esalta i prodotti eccellenti, in questo caso prosciutto cotto del contadino “affumicato” che escono dalle mani di Cillo, macellaio specializzato in leccornie.
Baccalà fritto e insalatina di rinforzo sono un regalo prenatalaizio da fare e da farsi, tra i miei piatti preferiti.
Ma a mio avviso se dovessi scegliere il piatto migliore in carta, punterei sul manzo all’Aglianico con salsa al curry, realizzato con il ‘cappello del prete’, un taglio sì meno pregiato ma che una volta esaltato dalla lunga cottura a bassa temperatura, diventa così morbido che somiglia a un brasato, tant’è che si taglia con la sola forchetta. Divino. Questo è forse l’esempio del fatto che quando l’operosità è grande, anche una parte meno nobile può essere esaltata nel modo migliore.
Ciò che sorprende ma a questo punto no, è che tutto ciò che arriva a tavola è autoprdotto in cucina, compresi i medi e i grandi lievitati: pane croccante e panettoni morbidi ingolosiscono parecchio.
E se come tutto ciò non bastasse a rendere una semplice cena, una delle cene migliori fatte nel 2024, sì, l’ho detto, Magnolia ha accompagnato le pietanze con in vini della selezione della Tenuta Cavalier Pepe, da poco premiata come la migliore cantina d’Italia, per il “World’s Best Vineyards 2024” che premia le destinazioni vitivinicole più suggestive e accoglienti al mondo.
Si vabbè, ma il costo? Anche questo conquista. Gli antipasti oscillano tra i 15-30 euro, i primi intorno ai 20, i secondi da 15 a 35, mentre le pizze, i buns e le focacce 15 all’incirca.
Questo posto mi è piaciuto, anche parecchio, per peso, misura e qualità, una sorpresa tutta napoletana che sono certa vi conquisterà.
Degustazione consigliata
Aperitivo
Focaccina calda e croccante con prosciutto cotto affumicato e tartufo
Pan brioche con funghi, lardo, mazzancolle tigrate alla brace e limone
Oro Spumante vino spumante di qualità brut
Antipasti
Crudo di pescato con vinaigrette di melograno, yogurt, erba cipollina, sedano semi-candito, lime e caviale di aringa
Tartare di gamberi rossi con cremoso di ricotta di bufala, coluis di pomodoro costoluto,
Baccalà con ketchup di papacelle e insalatina di rinforzo
Oro Classico spumante metodo classico pas dosé
Primo
Pacchero allo scarpariello giallo
Brancato Fiano di Avellino Riserva
Secondo
Morbido di manzo all’Aglianico e salsa curry con cremoso di zucca
Opera Mia Taurasi Docg
Dessert
Sablè alla cannella con mela, cannella e mandarino
Chicco d’Oro Campania Passito Igp
Profumo di Natale
Panettoncino albicocca pellecchiella; panettoncino al caramello, noci pecan e caffè;
pandorino al cioccolato
Cerri Merry vino aromatizzato alle amarene
Scheda del 18 gennaio 2023
Magnolia a Napoli, dal ristorante Mosaico al giapponese O Toro, dal lounge bar al pranzo veloce
Napoli non finisce di stupire nemmeno chi ci è nato, una città millefoglie ricca di sorprese, cultura, monacielli. Ma forse il vero fascino della città è che si tratta dell’unica grande metropoli indissolubilmente legata alla forza e alla bellezza della natura, Vesuvio e Golfo, Capri e Penisola Sorrentina. E poi il suolo vulcanico, eccole dunque, in pieno centro a Chiaia, un complesso termale acquistato nel 1906 dalla moglie del professor Gauthier, Sofia Procida da cui la “Sorgente Sofia” e su cui è stato costruito un vero e proprio Palazzo del benessere e della Gastronomia a vicolo Belledonne.
Lo slogan recita ogni momento è buono: sei camere, spa in arrivo, un br che iniza a funzionare la mattina ma che ovviamente esprime il meglio di se la sera con i cocktail, i gin tonic, i distillati e quanto altro di alcolico sia uscito dalla immaginazione dell’uomo. C’è poi al piano superiore il ristorante giapponese O-Toro, aperto inizialmente nella vicina via Nisco e inglobato nel progetto di Luigia Chiacchio affiancata dal marito, l’imprenditore Francsco Pizzicato. Poi a pranzo c’è un lunch veloce ed economico, molto pratico, un riferimento utile nella zona popolosa e infine il ristorante fine dining affidato allo chef Antonio Chirico, cuoco di esperienza, arrivato dal Quisisana a Capri.
Un lusso tutto sommato accessibile, considerate le stanze a 160 euro e la cena che difficilmente supera i 60-70 euro vini esclusi.
Lo stile della cucina è semplice ma non banale, denota buona tecnica, capacità di estrazione dei sapori. Come tutti i professionisti che si sono formati negli alberghi, Antonio Chirico sa che bisogna dare qualcosa in più senza però forzare la mano oltre la comprensione del cliente che si deve soprattutto rilassare e non esercitare a capire cosa ci sia dentro un piatto.
Buoni crudi, antipasti leggeri, primi e secondi di buona scuola e dolci particolarmente centrati perchp non zuccherini e quindi non stucchevoli. Buona la carta dei vini in fase di ampliamento e attento e professionale il servizio.
La proposta ha le radici nel gusto napoletano, punta sulla leggerezza dei piatti, è chiaramente vocato al mare e all’orto (qui bisogna spingere con più convinzione) anche se non manca il percorso di terra.
Il posto, come vedete dalle foto, è semplicemente magico, con tanto design ben pensato in ogni angolo e un cambio dei fiori e del verde periodico per dare l’idea di un ambiente che si rinnova in continuo.
Un posto da scoprire, nel cuore della città.
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