LIBRANDI
Uva: magliocco
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Sto sicuramente infilando la strada maestra dei luoghi comuni asserendo che non si finisce mai di imparare, ma mai come in questo caso la massima trova giusta conferma.
Tra le occasioni perdute della vita ritrovo il magliocco, questo sconosciuto, antico vitigno calabrese, che finalmente ho avuto il piacere di incontrare alla degustazione Slow Food dei vini Librandi all’Hotel Romeo di Napoli.
Magno Megonio 2008 di Librandi è il vino in questione, prodotto appunto con uve magliocco dolce in purezza, il vinino per eccellenza, come direbbe l’amico Angelo Peretti, pensando questo termine per identificare un vino che sappia raccontare con estrema sincerità il proprio territorio, a piccoli prezzi.
L’azienda Librandi ha il grande merito di aver rilanciato, dopo accurati studi di ricerca, i vitigni autoctoni della Calabria, e tra quelli a bacca nera, oltre al più noto gaglioppo, c’è il cugino povero e sfigato magliocco, utilizzato per tradizione in uvaggio con altri vitigni del territorio, per dare colore ai vini, per la buona dotazione polifenolica.
Nicodemo Librandi è il primo a dargli la giusta attenzione, vinificandolo in purezza, sicuro di ottenere risultati positivi, e non si è sbagliato per niente. L’azienda Librandi produce vino da ben quattro generazioni , ha sede a Cirò Marina, splendida realtà della Calabria, posta sulla costa Ionica in prossimità di Punta Alice, promontorio a sud del Golfo di Taranto.
I vigneti pur essendo su un territorio dal clima caldo, godono delle costanti correnti provenienti dal mare e dai monti della Sila posti alle spalle, che consentono un buon controllo dell’innalzamento delle temperature. Il magliocco dolce è coltivato ad alberello basso, tipico e storico sistema di allevamento utilizzato da sempre in Calabria, nella zona di Casabona, nella Tenuta Rosaneti, 20 chilometri a sud di Cirò, su terreno argilloso calcareo di origine marina con ph alcalino, preziosa la presenza dell’argilla per la sua capacità di trattenere l’acqua, essendo questo un territorio caldo e siccitoso.
A differenza del più celebre gaglioppo, presente prevalentemente nell’areale di produzione della doc Cirò, il magliocco è diffuso in piccole quantità in tutta la regione. 500 piante per ettaro, 30.000 bottiglie prodotte in un anno di questo splendido vino, figlio della storia, della ricerca ed all’amore profondo per la propria terra, raccontata con grande personalità ed estrema sincerità ad ogni sorso. Nella batteria di bicchieri predisposti per la degustazione, tutti molto interessanti, l’unico che ho svuotato fino all’ultima goccia era quello contenente il Magno Megonio 2008, segno inconfutabile di alto gradimento.
Rosso rubino di buona trasparenza, è l’impatto olfattivo quello che mi intriga più di altro, intenso ed elegante, è un intreccio suadente di sfumature di piccoli frutti rossi, rosa canina, note iodate ben presenti, poi rabarbaro e china. Sapido e piuttosto morbido, esprime una struttura sottile ma di grande personalità, con tannini fini e finale lungo che ripropone lentamente ogni nota espressa al naso.
Sede a Cirò Marina, Contrada san Gennaro. Tel. 0962.31518, fax 0962.370542. Sito: www.librandi.it. Enologo: Donato Lanati. Ettari: 230 di proprietà. Bottiglie prodotte: 2.500.000. Vitigni: mantonico, greco, chardonnay, sauvignon, gaglioppo, magliocco, cabernet sauvignon
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