LIBRANDI
Uva: magliocco
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Uno dei rossi simbolo della svolta avviata da Antonio e Nicodemo Librandi con l’ingresso di Donato Lanati in azienda. Una scelta coincisa con l’ampliamento della proprietà e l’avviso di un rigoroso recupero delle uve regionali portato avanti con l’aiuto del professore Attilio Scienza e che culminerà con un grande convegno in programma per il 10 maggio nel corso del quale saranno resi noti i risultati. La Calabria, è noto, è la regione che più di ogni altra può vantare la presenta di varietà grazie alla sua posizione strategica nel percorso fatto dai Greci in Occidente, una sorta di base di appoggio per molte comunità prima dell’ulteriore salto verso il Nord. Proprio questo impianto fa di Librandi la portaerea del vini calabrese, l’azienda leader non solo per quantità ma anche per l’orientamento che è capace di dare a tutto il territorio con le sue scelte agronme e commerciali. Il magliocco, uva autoctona calabrese, è stato utilizzato infatti da un lato per riprendere la doc Melissa, in precedenza assolutamente caduta in disuso, come altre in Italia, per mancanza di produttori. Dall’altro si è maturata l’ambizione di portare nel bicchiere qualcosa di importante e ben pensato. Il Magno Megonio ha un comportamento insusitato: appena in commercio in genere sembra già essere arrivato al capolinea per la sua assoluta morbidezza e compiutezza nel bicchiere, ossia esce già pronto. Ma poi, aprendo le bottiglie anno dopo anno, si scopre che lo standard iniziale è indifferente allo scorrere del tempo. Il 2004, bevuto insieme ai cari amici e colleghi durante la mia ultima escursione decembrina in Calabria, si distingue per una eleganza sostanziale dovuta alla frutta ben evoluta come all’equilibrio raggiunto nell’esecuzione dall’enologo. Un rosso inizialmente autoreferente, ma poi food friendly, eccone, su tutti i piatti squilibrati e pomodorosi del nostro Mezzogiorno, con tannini occultati ma ben presenti, il tapis roulant della freschezza, l’alcol al livello giusto. Il Magno Megonio 2004 ha un ingresso discreto, dicevamo, a cui fa da contraltare una impressionante persistenza in bocca. Questo rosso non è un velocista, non vuole impressionare, è un grande motore diesel affidabile e sicuro da tenere in cantina e da tirare fuori al momento opportuno. Per esempio quando a tavola arriva una bella bruschetta con la ‘nduja, uno dei pochi salami che si spalmano di chiarissima eredità spagnola come abbiamo avuto modo di verificare di nome e di fatto. Un bel campione della scuderia Librandi, c’è poco da aggiungere.
Sede a Cirò Marina, Contrada san Gennaro. Tel. 0962.31518, fax 0962.370542. Sito: www.librandi.it. Enologo: Donato Lanati. Ettari: 230 di proprietà. Bottiglie prodotte: 2.100.000. Vitigni: mantonico, greco, chardonnay, sauvignon, gaglioppo, magliocco, cabernet sauvignon
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