Ma perché il vino deve costare sempre poco?

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

Non vorrei essere nei panni di un produttore di vino di qualità in questi ultimi cinque, sei anni.
No, proprio no.
Hai voglia a spiegare il terreno, le caratteristiche dell’uva, la storia della tua famiglia o la la vita che ti è cambiata dopo che hai visto quella collina. Puoi sprecare tanto fiato parlando di mineralità, di riduzione o eliminazione dei solfiti, ricordare gli anni in cui il tuo rosso ha riposato in costose barrique.
No, alla fine la domanda è sempre la stessa: quanto costa?
E se negli anni ’90 per essere credibile dovevi spararla grossa, diciamo dalle centomila lire in su, per la legge del contrappasso oggi ti devi tenere rigorosamente sotto i dieci euro, anzi sotto i 5 se vuoi puntare sull’export.

E forse non c’è niente di più offensivo per i sacrifici fatti, quel minimo di dieci anni dal momento in cui hai pensato a un vino allo stappo, sentirtelo dire da chi dovrebbe invece rispondere: ma come, costa così poco, allora non è così buono.

Pensate, ci vogliono ben due casse e una bottiglia di Fiano di Villa Diamante, uno dei più buoni bianchi italiani in assoluto, o di Radici Taurasi di Mastroberardino, il più storico di tutti, per pagare una multa se superate di oltre 10 chilometri orari, si dieci, il limite di velocità consentito, opportunamente abbassato dai sindaci per fare cassa lì dove piazzano l’autovelox ed estorcere danaro a chi lavora.

Se poi sei un produttore del Sud tutto ciò è ancora più frustrante, perchè al marchese Incisa della Rocchetta, la cui storia vitivinicola non è precisamente secolare, nessuno dirà mai quello che si sente ripetere cotinuamente Luigi Moio. Oltre cento euro per un Taurasi! Ma siamo matti. 100 euro per un Sassicaia, invece, nessuno li mette in discussione.
Nonostane parliamo di aglianico di un territorio sicuramente vocato da quasi cento anni rispetto a una storia giovane come quella di Bolgheri.

Un Taurasi di Molettieri è giudicato caro, eppure esce allo stesso prezzo di uno Champagne base da Gdo.

Io credo invece che il vino deve costare, e anche tanto. La favola di renderlo popolare mi ricorda quelli che dicevano che da Liala si potesse passare a Proust, l’importante era iniziare a leggere. Balle, chi cerca l’alcol nel vino, e sono sempre meno, prende i boccioni.

Chi invece il vino lo cerca nelle occasioni importanti, allora deve sapere che ha un costo.

Ma tutti i vini devono costare tanto? Mica vero, non tutte le auto sono in listino come la Ferrari. Dipende da cosa ci si deve fare. Quello che è assurdo è che nessuno si sognerebbe mai di dire che una rossa costa troppo perché vale di meno.

Ricordo la critica neopauperista tirare al piccione su ogni vino costoso, a prescindere. Salvo poi esibire costosi e inarrivabili Borgogna come top esperienziale.

Quando saremo riusciti a diffondere nel senso comune della gente e dei consumatori colti che i grandi vini del Sud vanno ben remunerati perché  è la prima condizione per poterli continuare a produrli, allora forse, davvero, saremo davvero più vicini alla Francia come produttori e non solo come consumatori.


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version