di Marco Bellentani
Entrare nel mondo di Luna Mater significa addentrarsi nello spirito magico che echeggia la sapienza del vino, con la sua storia millenaria con la sua impareggiabile capacità di rapire, provare emozioni, socializzare, diventar compari. La piccolissima maison – e la chiamiamo così perché qui si fa il vino come in Francia – di Castelnuovo Magra (SP) si risolve in circa 2,5 ha che introducono due personaggi che non puoi non conoscere se fai questo mestiere e se ami il vino. Massimo Ricci, filosofo, antroposofo del vino e Jacopo Neri, spirito puro e incorruttibile. La lezione di Luna Mater non si risolve solo nel bicchiere, ma va oltre, abbraccia la vita, il modo in cui la si affronta.
Recentemente il grande scalpore di Report contro l’enologia, ha fatto urlare molti all’inesistenza del vino naturale. Non entriamo in quella polemica, ma di certo l'agricoltura e la vinificazione ispirata alla naturalità qui raggiunge un apice poco contestabile. Le viti sono esseri che si accompagnano nel loro percorso, tralasciando il raccolto (come l’anno scorso) se Madre Natura ha deciso di “no”. Al bando qualsiasi prodotto sistemico, chimico e diserbante. Qui si parla di principi vitali e resistenza
naturale, sperimentando tecniche di avanguardia e retroguardia umana.
Per un certo periodo di tempo, Luna Mater, maison nata nel 2020 è stata un mistero, poco accessibile, ma quando Massimo e Jacopo aprono le porte si entra in una dimensione temporale. Biodinamica estrema, sapienza artigianale, opera dell’uomo per salvare e non sfruttare vecchi vigneti: attenzione alla storia dei propri avi. Non è facile descrivere la “vinificazione a mano libera”
professata da Ricci, che ci dona un progetto aperto, dove non esiste un vino icona, ma tante bottiglie che nascono e si evolvono a seconda della decisione matrigna dell’annata. Un lavoro mostruoso che avvicina però i due di Luna Mater agli Chateaux francesi, a tecniche millenarie, a vedere l’uomo come un filtro: ne interventista ne nullo. Ma ingrediente chiave della qualità. Qui il ph di acidità è testato per assaggio, mai corretto, mai misurato da analisi: il vino vive dell’intuizione del vignaiolo.
Così si è come costretti a lavorare con maniacale attenzione ai particolari, alla pulizia, al risultato dell’annata mettendo in pratica sistemi di vinificazione gestiti manualmente. Non si può che rimanere affascinati da questo lembo di terra, di persone e da queste tecniche. Lasciatevi guidare nel mondo Luna Mater.
Da un punto di vista del prodotto, qui si cercano estrazioni ideali, macerazioni. Lo dimostra subito il Particella 906 (2022), di sublime acidità, fresco e terrosamente corposo. Il 2020 gode di un’eccellente estrazione materica, di acidità galoppante e di una persistenza esaltante. Ricci si offre subito il suo piccolo/grande capolavoro dove lascia esprimere le bucce, lavorando in macerazione carbonica, aprendo e chiudendo le fasi di lavorazione – sempre in sospensione – quando è IL momento giusto. La vinificazione separata del vermentino (60%) rispetto ad ogni altra bacca bianca qui presente fa esprimere al meglio ogni caratteristica che Luna Mater voglia far esprimere. Non esistono i vini naturali? Esistano i vini ossidativi, che non sono vini ossidati. La complessità di questo mondo si coglie appieno in Fortezza, bianco che non prevede vermentino al suo interno. Trebbiano, Malvasia, Albarola. Vigneto antico.
Un vino ardito, volutamente non acido…come se tutto quello che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni dovesse sempre essere normalizzato e colto secondo uno schema. Fecce fini, decantazione statica. No, Fortezza vuole essere un vino duro, non per tutti, austero.
Nella linea Gocce, il vino non ha nome ma solo la macchia colorata che ne distingue il genere. La varietà infinita di bacche diverse presenti in molti dei propri vigneti han fatto pensare a Massimo e Jacopo di far esprimere ciò che c’era. “Il passato è vivo, le paure pagane” recita una canzone a pochi nota, ma la sensazione è proprio quella: magica, scolpita. Macchia Gialla 3-4 giorni sulle bucce, dolce in uscita grasso.
Lo straordinario Rosato di Syrah: il migliore rosato ligure/apuano? O italiano? Ai posteri l’ardua ma inebriante sentenza. Il rosso di Grenache all’80%. Le parole si oscurano, ormai conta solo quel pezzo di anima che non parla a nessuno. Il Poderino mischia Sangiovese a Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon e viene dosato tra rovere e acciaio. Un'ennesima prova della capacità di assemblare il vino che si ha in mente. In cantina, uno stabile a dir poco arcaico, tra esperimenti artigianali e l’emblema di una lavorazione manuale, abbiamo assaggiato un numero limitatissimo della bollicina di Luna Mater, da -udite udite- uve botritizzate di ciliegiolo e aleatico. Se entrerà in commercio, vista la scarsa quantità, siamo di fronte ad un capolavoro dalle infinite possibilità.
Non sono vini a basso prezzo, altra nomea sui vini naturali che è vera quando la qualità è scarsa. Si tratta di vini importanti, da scoprire. Chiamiamoli artigianali, magici. Di certo sulle colline a saliscendi della Borgogna non fareste domande così inopportune al vigneron. Non fatelo neanche qui. Abbandonatevi e basta.
LUNA MATER – VIA FONTANELLA, 32 CASTELNUOVO MAGRA (LA SPEZIA)
vini, prezzi, contatti e acquisto solo : info@lunamater.it
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