di Giovanna Pizzi
“Rigore” è la prima parola che mi viene in mente pensando alla Stella Michelin conquistata da Luigi Lepore, a Lamezia Terme, in Calabria. Quella Calabria che siamo stufi di definire una sorpresa. Quella Calabria che c’è e non è più “figlia di un dio minore”.
“Rigore” perché c’è tanto lavoro dietro questo riconoscimento, lavoro a testa bassa, fatto di strategia e sacrifici, di passione e studio, di visione e capacità. “Rigore” perché è stato un gol all’incrocio dei pali da fermo quasi a sorprendere il portiere. Chirurgico. Come la cucina di Luigi che, credetemi, e perdonate l’eccesso di tecnicismo, è di una precisione nella sequenza gustativa degli elementi che compongono il piatto che difficilmente si può apprezzare così netta, quasi a sorprendere il palato, all’assaggio, attimo dopo attimo.
Materia prima, stagionalità, territorio e tecnica, questi gli elementi della sua cucina che lascia assolutamente intravedere tutta l’esperienza fatta lontano da casa prima di rientrare in Calabria. Trussardi alla Scala, Caino, Il Comandante, Can Fabes in Spagna, La Bastide de Capelongue in Francia, i ristoranti in cui si è formato collaborando nelle brigate di grandi nomi dell’alta cucina: Andrea Berton, Alfio Ghezzi, Valeria Piccini, Santi Santamaria, Xavier Pellicer, Edouard Loubet, Salvatore Bianco.
Tutto questo fino ad aprire il suo ristorante che prende il suo nome, “Luigi Lepore”, quasi a voler mettere una firma ai piatti. Piatti che parlano della sua terra, in cui la Calabria si ritrova in ingredienti ricercati e identitari: sardella, capra, lestopitta, finocchietto, peperoncino, sambuco, bergamotto o, ancora, funghi, tarfufo, mandorle, olive e agrumi rigorosamente “local”. Piatti che sono protagonisti assoluti e spiccano esteticamente in un ambiente anch’esso “rigoroso”, bianco e grigio con boiserie in legno.
Il menù cambia spesso in relazione alla stagionalità e alla reperibilità delle materie prime, oltre che alla sperimentazione e alla fantasia dello chef. (I piatti in foto erano in carta un anno fa, ragion per cui mi propongo di tornarci presto).
La sala, solo 21 posti a sedere, è affidata a Stefania, sorella di Luigi, al quale somiglia anche per la grande affabilità, che gestisce con lui il ristorante.
“Un grande traguardo per grandi sacrifici.
La stella è arrivata e speriamo che brilli sempre di più. È ancora troppo fresca la notizia per essere in grado di dire qualcosa di sensato. La cosa più giusta pensiamo che sia grazie. Grazie a chi ha creduto in noi sin dall’inizio, grazie a chi ci ha supportato, grazie a chi ci ha seguito, ma anche grazie a chi ci ha remato contro, perché ci ha permesso di essere più combattivi che mai”, queste le prime impressioni dei fratelli Lepore che si leggono sulle pagine social del neo stellato ristorante calabrese.
C’è aria di festa dunque a Lamezia, tutti convinti che l’acqua finalmente bolle nelle pentole delle cucine “nostrane”.
Luigi Lepore
Via Ubaldo de’ Medici 50, Lamezia Terme
0968407639
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