Da qualche minuto Lucio Mastroberardino ci ha lasciati. Una notizia purtroppo attesa da un momento all’altro perché le sue condizioni erano visibilmente peggiorate.
Una notizia terribile perché colpisce un uomo nel pieno della maturità, dal carattere schivo, non esibizionista, prosaico, laborioso.
Lucio ha dedicato tutta la sua vita alla viticoltura: dopo la laurea in Enologia ha infatti iniziato a lavorare nell’azienda fondata da padre Walter nel 1993 a seguito della divisione familiare.
Non solo vino, però: Lucio ha infatti nel corso di questi anni mostrato uno spiccato impegno verso l’associazionismo, prima con la Confagricoltura di cui è stato esponente di rilievo, poi nell’Unione Italiana Vini di cui nel giugno 2010 divenne presidente.
I suoi vini sono sempre stati come il suo carattere, low profile ma persistenti e lunghi nel tempo. Proprio un paio di settimane fa abbiamo bevuto un suo Taurasi 1998 con grande soddisfazione.
Grazie a persone come lui i vini irpini sono rimasti ancorati alla tradizione dei vitigni di territorio e allo stile essenziale e non concentrato che ha imperato in Italia negli anni ’90.
Ci mancheranno le chiacchierate fatte durante le visite in azienda e quelle create negli incontri su treni e aerei in giro per l’Italia.
Ci mancherà quel suo modo di fare ironico e concreto, smitizzante e costruttivo, con cui affrontava le questioni.
Va via uno dei protagonisti del miracolo campano.
Al papà Walter, alla sorella Daniela, al fratello Paolo, alla famiglia tutta le nostre più sentite condoglianze.
Il corteo funebre parte domani 31 c.m. alle ore 14,30 dall’abitazione dell’estinto in via Serra di Montefusco(Av) per il Convento dei Padri Cappuccini di S.Egidio di Montefusco.
Ecco mentre presenta in inglese la Campania, l’Irpinia e la sua azienda
Qui il pezzo pubblicato sul Mattino
Il prossimo numero del Corriere Vinicolo diretto da Carlo Flamini gli sarà interamente dedicato.
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