di Maurizio Cortese
Prima direttore di palco del Festival di Sanremo, al teatro Ariston, poi allevatore di maiali a Ruviano, nell’alto casertano.
La svolta avvenne quando Luciano perse all’improvviso suo padre.
Fu il cantautore Ivan Graziani, suo amico, che lo accompagnò a Ruviano per i funerali a convincerlo di rimanere a fianco della mamma, Donna Cecilia.
“Dalle stelle alle stalle”, scrissi di lui quando lo conobbi, dopo che lo chef Alfonso Iaccarino mi aveva segnalato il suo nome, raccontandomi dei suoi fantastici prosciutti che già troneggiavano nel ristorante di Sant’Agata sui due Golfi.
Luigi Veronelli fu il primo ad accorgersi di lui, nei primi mesi del 2001, quando gli spedì una lettera raccomandata dopo avergli fatto visita, lettera che Luciano ha sempre con orgoglio conservato: “È stato uno dei giacimenti gastronomici più interessanti del lungo viaggio casertano”, gli scrisse.
Oltre ai prosciutti dei suoi maiali, Luciano si appassionò molto alla riscoperta di antichi formaggi, come il “cacio conciato” e il “cacio peruto”, tutti prodotti che poi finivano sulle tavole della sua “Masseria dei Trianelli”, un’azienda agricola che si sviluppa su quindici ettari sulle colline di Ruviano.
Fino a quando Luciano ha avuto forza e voglia, prima che la malattia si impadronisse di lui, sedersi a uno dei suoi tavoli era come fare un viaggio a ritroso nel tempo, una continua riscoperta della cucina povera, contadina, che tanto gli piaceva, ma la sua passione restavano i suoi maiali, che allevava e chiamava per nome.
Si affezionò molto a “Peppiniello”, il suo instancabile verro.
“Non lo ucciderò mai, morirà di vecchiaia”, mi disse.
Luciano si è speso molto per il suo territorio, per colleghi e anche concorrenti, a testimonianza della sua grande generosità.
Infatti, fu il motore di un evento che organizzai nel dicembre del 2010 in una “due giorni” che vide coinvolto anche il compianto Stefano Bonilli, dove insieme a un gruppo di appassionati facemmo tappa in alcune realtà locali dell’alto casertano.
Luciano ci ha lasciati la scorsa notte.
Oltre al suo gran cuore ha portato via con sé i sentimenti più profondi e veri, tipici della civiltà contadina alla quale si sentiva di appartenere, e il grande amore per la sua terra.
Ciao Luciano, perdiamo tutti un amico.
Il ricordo di Marco Contursi
E’ tornato alla casa del Padre, Luciano Di Meo, titolare della Masseria dei Trianelli e uno degli artefici della riscoperta del suino nero casertano e di formaggi, rari come il “caso peruto”. Lottava da anni contro un brutto male senza mai arrendersi. Lo conobbi 16 anni fa con Rita Abagnale e in quell’occasione mangiai per la prima volta in maiale nero….il resto è storia. Buon viaggio Luciano. Ci vedremo un giorno per una bella grigliata e due chiacchiere come l’ultima volta.
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