di Enrico Malgi
“L’eleganza fatta Champagne” si legge sulla brochure della Maison Bruno Paillard di Reims. Ed è proprio questo il filo conduttore che unisce indissolubilmente tutta la gamma delle etichette prodotte dalla più giovane delle grandi Maisons della Champagne nata appena nel 1981. Poca cosa, se si pensa che la Gosset, la più antica casa produttrice di vini al mondo, vanta circa quattro secoli e mezzo di storia (è nata nel 1584, addirittura prima dello Champagne!) e che la Ruinart, la più antica nello Champagne, fu fondata nel 1729. Ma ciò che conta alla fine è il risultato di una produzione champenoise di assoluta qualità, riconosciuta da tutti gli addetti ai lavori, che in poco tempo ha portato Bruno Paillard al successo.
A questo riguardo basta dare un’occhiata alle cifre: circa 500mila bottiglie prodotte ogni anno e di cui il 70% esportate. Tutto questo è frutto di uno stile personale molto rigido e di un’accurata e maniacale ricerca della massima qualità che passa attraverso la scelta di acquisizione dei migliori vigneti nelle zone più vocate, con 32 ettari vitati di cui circa la metà Grands e Premiers Crus. E poi un rigoroso lavoro in vigna, dove si fa uso soltanto di prodotti certificati, non inquinanti e non invasivi; l’utilizzo solo della prima pigiatura delle uve durante la cuvée; la disponibilità di un’alta percentuale di vini di riserva durante l’assemblaggio; una durata di invecchiamento dello Champagne prima di essere commercializzato di due-tre volte superiore a quanto stabilito dalla pur severa regolamentazione champenoise; un dosaggio finale di liqueur d’expédition sempre ridotto al minimo di zuccheri, per dare a tutte le bottiglie la giusta percezione finale di vino estremamente secco.
Alle Strade della Mozzarella si è tenuta, alla presenza in sala di uno scelto e selezionato parterre du roi, un assaggio di quattro etichette di Champagne di Bruno Paillard, servite dalla delegazione Ais del Cilento. La degustazione è stata condotta da Alice Paillard con Luciano Pignataro.
Il primo assaggio ha riguardato il Brut Première Cuvée, assemblato con il 45% di pinot noir, 22% di pinot meunier e 33% di chardonnay. Tre anni di maturazione sui lieviti e sei mesi di affinamento dopo la sboccatura. Meno di 6 g/l il dosaggio.
Giallo paglierino intenso e vivo. Impatto al naso agrumato ed ammandorlato, che poi vira verso una ricca intensità fruttata rossa: ribes, mirtillo ed amarena, accompagnati anche da lievitazioni iodate e minerali. In sottofondo elementi vegetali, floreali e speziati. Bocca ampia e pervasiva, fresco, fragrante, elegante sorso sulla lingua. Reminescenza fruttata di pompelmo, pera, prugna e di nocciola si accoppiano a deliziosi sapori di biscotto, di cioccolato, di crosta di pane e di pasticceria. Finale ricco di appagante energia ed austerità.
Seconda etichetta il Blanc de Blancs Réserve Privée Grand Cru. Ovviamente soltanto chardonnay coltivato nei comuni della Cote des Blancs di Oger e Le Mesnil, due dei diciassette villaggi Grands Crus sui 321 che caratterizzano tutto il territorio della Champagne. Quattro anni sui lieviti ed otto mesi di sosta in cantina dopo il dégorgement. Dosage di appena 5 grammi di zucchero per litro. Si tratta, quindi, di un Extra-Brut.
Colore paglierino carico, con riflessi verdolini. Perlage fine e persistente. Bouquet inebriante ed avvolgente, coronato da espressioni fruttate di agrumi amari e di sottobosco, di note floreali di glicine e di piccoli fiori bianchi e sentori di brioches. L’attacco in bocca è seducente, rinfrescante, vellutato, appagante, pulito, preciso, elegante, cremoso e delicato. Frutta candita ed esotica, limone verde, miele, mineralità, finezza e sapidità aggraziano e blandiscono tutto il cavo orale, donando sensazioni epicuree. Retrogusto ricco, persistente e delizioso.
La terza etichetta ha riguardato il Rosé Première Cuvée, un assemblaggio in maggioranza di pinot noir e piccola percentuale di chardonnay. Tre anni sui lieviti e sei mesi di maturazione dopo la sboccatura. Meno di 6 g/l il dosaggio.
Delicato colore ramato chiaro molto chic. Cordone di bollicine che salgono fino all’orlo fini, numerose e persistenti. In primis si propongono aromi citrini e poi di fragoline di bosco, di more, fico, amarena, violetta, glicine, lillà e pane fresco. Sorso raffinato, equilibrato, elegante, succoso, sottile e fruttato. Spettacolare l’acidità che vira verso una freschezza infinita. Prezioso e lungo il finale. Uno champagne splendido ed accattivante.
Quarta, ultima e mitica bottiglia prodotta soltanto in annate particolarmente favorevoli (fino adesso soltanto quattro millesimi: 1990, 1995, 1996 e 1999) che nel nome vuole rievocare la mitologica frase di Ercole, spostando il limite estremo di ogni attività umana, rasentando così la perfezione e l’eleganza infinite: Nec Plus Ultra 1999. Coupage in parti uguali di pinot noir e di chardonnay. Addirittura dodici anni di vieillisement sur lies e due anni di riposo dopo la sboccatura. Dosaggio che arriva a toccare appena i 4 g/l.
Colore dorato e lucente. Naso subito esuberante, complesso di percezioni tostate, di pietra focaia, di fumé e di idrocarburi, che si alleano a profondi respiri fruttati di bosco e di litchi e poi ancora a sentori sapidi, minerali, di acacia e di spezie orientali. Il gusto è nitido, maestoso, grasso, opulento, corposo e quasi tannico. E’ quasi un rosso travestito da bianco, connotato da imponente struttura e solidità, pur mantenendo nell’insieme alti valori glicerici che donano grande morbidezza al palato. Nonostante tutto è ancora giovane e fresco e senza un filo di ossidazione. Sul groppone se li porta meravigliosamente bene i suoi quasi sedici anni di vita. Che grande e sublime Champagne! E che grandissima Maison quella di Bruno Paillard! Prosit!
Sede a Reims (France) – Avenue de Champagne
Tel. 33 (0) 26362022 – Fax 33 (0) 26365772
info@brunopaillard.com – www.champagnebrunopaillard.com
Vitigni: pinot noir, pinot meunier e chardonnay
Ettari vitati: 32 – Bottiglie prodotte: 500.000