di Laura Guerra
Sud e Mediterraneo, donne e giovani. Queste le 4 parole chiave principali che si sono intrecciate e hanno caratterizzato la due giorni del Congresso di cucina internazionale Le Strade della Mozzarella.
La direzione Paestum, ha indicato la via a più di cento chef, e tra questi una bella presenza di stellati e di nomi destinati a dettare le tendenze nell’alta cucina del futuro, ha reso per due giorni la cittadina dei templi, location del più prestigioso appuntamento legato al food organizzato a sud della Capitale.
Sud protagonista che significa: prodotti del paniere mediterraneo – con in testa la mozzarella di bufala campana ma anche olio, pasta, pomodoro; più di 1000 persone accreditate fra operatori del settore, giornalisti specializzati, produttori che hanno scambiato informazioni su ingredienti e fatto conoscere e conosciuto territori, appreso tecniche e assaggiato piatti importanti, soggiornato, pranzato o cenato, visitato aziende, e apprezzato il paesaggio e gli scavi archeologici. O semplicemente goduto del mare: come la comitiva degli chef russi che non si sono fatti sfuggire l’occasione per un tuffo.
Tutto questo ha creato economie e relazioni; orgoglio senza pregiudizio contrastando con un progetto e una visione l’idea del Sud assistito e restituendo la fierezza di un territorio operoso, capace di produrre, dare lavoro, generare reddito. Lsdm è nato dall’intuizione di Barbara Guerra e Albert Sapere che 11 anni fa, nell’età della scelta fra restare o andare hanno deciso di investire su un sogno nutrito di concretezza e hanno fatto di Paestum una vetrina della cucina d’autore internazionale che ha raggiunto una maturità che li sta già interrogando sulle riflessioni da fare per il futuro, in particolare su una visione che potrebbe mettere al centro il Mediterraneo e il suo millenario intreccio di sapienze culturali e gastronomiche.
La presenza delle donne, amplificata dalla partecipazione come moderatrice della giornalista di food and travel, Maria Canabal fondatrice di Parabere, il Forum Internazionale che tiene insieme produttrici di ingredienti e vini , cheffe (sostantivo femminile usato e sostenuto nel Forum) è stata molto decisa. Numerose e qualificate le donne chef e titolari di ristoranti invitate in qualità di relatrici, le giornaliste food writer che hanno moderato gli incontri, le produttrici e le sommelier che hanno condotto degustazioni di prodotti e vini.
E’ stato anche un congresso molto giovane per visione e anagrafe tanti i giovani chef relatori, numerosissimi i pizzaioli poco più che ventennni che hanno assistito al confronto fra i 5 senior al vertice della classifica della 50 Top Pizza (Franco Pepe, Gino Sorbillo, Salvatore Salvo, Enzo Coccia, Simone Padoan), animato il PartyPizza e moltissimi i ragazzi che si sono accreditati per assistere alle lezioni, showcooking e degustazioni guidate;
fra gli eventi anche il concorso Emergente Sala curato da Luigi Cremona che ha designato i tre migliori maitre under 30 per il centro-sud: sul podio a pari merito Bonny Ferrara, Fued Achaab, Francesca Mazzotta.
E poi c’è generosità, un filo tenace che ha tenuto insieme tutto il Congresso rendendolo un appuntamento autentico che contribuisce alla condivisione delle sapienze gastronomiche e le trasforma in irrinunciabile, secondo la definizione efficacissima di Corrado Assenza, cultura immateriale.