di Monica Caradonna
C’è profumo di Puglia in via Silvio Pellico 8 a Milano. All’interno di una doppia arcata a quattro piani nel centro di Milano, nel ventre della Galleria che deve il suo nome a Vittorio Emanuele II, in una struttura composta da due arcate di vetro a volta che si intersecano in un Ottagono che copre la strada che collega Piazza del Duomo a Piazza della Scala, in un luogo che sembra per pochi eletti, ecco che il sogno del lusso diventa alla portata di tutti.
In quell’interno quasi magico, nel cuore dell’ottagono di uno dei palazzi più imponenti e spettacolari del salotto di Milano, nel cuore della galleria, c’è un ristorante in cui, a dispetto delle apparenze, si può vivere un’esperienza di lusso accessibile.
Arrivare all’Ottagono resta un momento esclusivo. Non ci sono insegne evidenti, non c’è un ingresso trionfale nel mezzo del caos della Galleria dove si consuma lo shopping tra le griffe più in vista di Milano. No, tutto è assolutamente discreto, understatement, ci tiene a sottolineare Elisa Del Bosco, pr del gruppo che fa capo ad Alessandro Rosso, ma assolutamente accogliente. Come il volto rassicurante del maggiordomo che da il benvenuto agli ospiti che per la prima volta lasciano chiudere alle loro spalle le porte dell’elegante ascensore che da inizio al viaggio.
E in questo angolo di paradiso pret a porter si respira Puglia. Simone Ceppaglia, classe 1980, accento milanese da autoctono acquisito, lascia trasparire vocali chiuse ed emozione negli occhi quando riconosce la conterraneità dell’interlocutore, e ammette il suo tributo alla terra natale. Cresciuto nella provincia di Bari mangiando la pasta cruda fatta dalla nonna e nel mantra delle salse di pomodoro preparate a fine estate, Simone si è formato per cinque anni nella cucina di Sergio Mei al Four Season e ha consolidato la sua identità in cucina scegliendo piatti semplici in cui ci sia sempre un protagonista della scena. Succede con la gallinella, regina indiscussa del suo piatto, nel quale trovano la loro dimensione ordinata le cime di rapa saltate e il suo guazzetto, ma anche con l’ombrina con cuore di carciofo e cavolo nero toscano, o con la sua idea di cotoletta su cui mette parmigiano, timo sgranato e bucce di limone.
«Piatti semplici e non troppo elaborati. Materie prime riconoscibili. Molta Puglia» ci tiene a sottolineare Simone. Come la polenta che non è assolutamente di imprinting esclusivo di una parte d’Italia, ma che lo tiene legato alle sue radici baresi dove fritta è quasi un must della tradizione.
Tra divani e linee eleganti, tra una rivista di design e una statua ben piazzata, all’Ottagono Lounge & Oyster Bar, è possibile scegliere il proprio angolo privilegiato e non sentirsi mai soli perché immersi come nello schermo di una grande televisione che trasmette le tante storie raccolte nel caleidoscopio di volti e razze che si aggirano frettolosamente nella Galleria Vittorio. Nulla di impegnativo, ma sicuramente molto ricercato. Un’offerta a tavola assolutamente creativa e alla portata di tutti, con un menù per l’executive lunch di 29,00 euro, un piatto unico in cui vitamine, carboidrati e proteine si mescolano insieme come un mosaico perfetto. Interessante il menù delle insalate (22,00 euro) o quello dei sandwiche che partono da un minimo di 20 euro fino a un massimo di 28 €. «In meno di un’ora – commenta lo chef – riusciamo a garantire al cliente un pasto gustoso in cui ritrova tutti i nutrienti. In uno, accontentiamo il palato e rispettiamo le esigenze professionali di chi, in questa parte di città, è abituato a correre».
Un must di Simone Ceppaglia è lo spaghetto al pomodoro appeso che ama proporre anche se fuori menù. E in un attimo è Puglia con il suo carico di sapori e colori, ma si torna indietro a Milano con il suo risotto allo zafferano con cuore di gorgonzola e un ristretto di porto.
E il viaggio, qui, vale davvero la pena farlo.
Ottagono Lounge & Oyster Bar
Via Silvio Pellico, 8, 20121 Milano
Tel. 02 3659 4690
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