Ci aveva seriamente intristito, all’alba di quest’anno, la notizia che una delle pizzerie storiche della città di Napoli chiudesse, e che al suo posto sorgesse una farmacia. Ma Luigi Lombardi, erede dell’antica famiglia di pizzaioli non c’è stato. “Sono felice che il nome della famiglia vada avanti. Loro sono in grado di far bene” afferma alla riapertura del suo locale a Via Benedetto Croce, dove oltre 100 anni il suo antenato iniziò. E nei cui dintorni, ancor prima, suo nonno Enrico lavorò in strada.
I “Loro”, sono Giuseppe e Antonio Furfaro, Angelo e Gianpaolo Greco, volti noti di Trianon, altra storica pizzeria di Via Pietro Colletta. E’stata festa grande ieri sera, con brindisi, pizze in uscita a ripetizione dal forno, mozzarella e provola a go go dispensata con generosità dall’incappucciato casarosofo (casaro filosofo di Capodrise, Caserta) Antonio Farina vestito da monaco benedettino e perfino la presentazione di un libro. Una celebrazione familiare e tra amici dove incontro, come esterni, i soli Luigi Ciccarelli, collega giornalista, e Pino Mandarano, fiduciario Slow Food di Napoli.
Luigi Lombardi arriva a metà serata e fa il suo ingresso raggiante guardandosi un po’ attorno per notare i cambiamenti. Minimi.
Ultimo erede in attività del ramo Lombardi che fa capo a Luigi figlio di Enrico, Luigi è un uomo intorno ai settanta con gli occhi vispi. Non avendo trovato nei figli, dediti ad altre professioni, il naturale proseguimento della tradizione di famiglia ha tenuto duro fino a che ha potuto. Poi, all’ inizio del 2011, la notizia che ha lasciato in tanti rammaricati: la pizzeria, peraltro comprensibilmente in affanno negli ultimi anni sul fronte del gradimento della pizza, chiude. E Lombardi fa fagotto. E’ stanco.
Già concluso l’accordo con i misteriosi farmacisti, però, anche a costo di pagare una salta penale, Luigi Lombardi ha deciso poi di contattare i colleghi della storica Pizzeria Trianon affinché il sogno di famiglia possa continuare. A raccontarmelo è Giuseppe che mi dà i dettagli della iniziativa.
L’accordo per la cessione della Pizzeria, è di questo febbraio come anche quella del marchio. Il locale continuerà a chiamarsi Lombardi a Santa Chiara e sarà, ove possibile, la fusione delle due esperienze.
Due i pizzaioli: uno proveniente da Via Pietro Colletta (lo troviamo alla inaugurazione intento a preparare le pizze) e un altro più anziano finora al banco da Lombardi. Per il resto, una sola scelta strategica: cambiare il meno possibile. Una rinfrescata alle pareti e Lombardi a Santa Chiara da oggi è già pronta con le sue pizze oltre che con i piatti della sua cucina. Luigi Lombardi può essere davvero contento del suo gesto altruistico nei confronti dell’Arte.
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