di Tonia Credendino e Ornella Buzzone
Nel 1776 ebbe inizio la storia di San Leucio, definita “utopia di un re”, in un periodo di fondamentali cambiamenti politico-sociali che portarono all’Unità d’Italia, la Colonia di San Leucio diventò l’emblema del rinnovamento e della sperimentazione.
Già dalla prima metà del secolo XIX si produceva un tipico tessuto per abbigliamento dal caratteristico nome di “Leuceide” con cui si confezionavano i cosiddetti “leuceidi”, abiti da donna di maglia a punto di Berlino, di varie taglie e colori.
Oltre due secoli di ininterrotta operosità che hanno fatto di questa “isola incantata” una realtà viva e palpitante.
Domenica 23 giugno, come ogni anno, a partire dalle 18 San Leucio si riempie di storia, dopo l’attesissimo appuntamento con il Corteo Storia ci sarà una sagra gastronomica per la celebrazione delle gustose coccole Leuciane, preparate dai ristoratori di San Leucio.
Per l’occasione decidiamo di incontrare Daniele Landolfi (tra i partecipanti alla manifestazione) titolare dello storico ristorante La Locanda del Borbone a San Leucio, un ragazzo con un grande talento e un immenso amore per tutto ciò che appartiene al mondo della panificazione e dei lievitati; con le mani in pasta
Daniele ha collezionato una serie di corsi di formazione in giro per l’Italia, e ha coltivato quell’amore per la panificazione nato pian piano attraverso l’applicazione, l’esercizio e la pazienza.
Una storia all’apparenza come tante altre, un percorso fatto di ricerca, fatica e sacrifici. L’impegno e la determinazione di un ragazzo giovane che si concretizzano in un’attività a tutti gli effetti. “Creare qualcosa partendo dalla farina, che è uno degli elementi più atavico, è magico. Il grano è uno dei primi cereali che ha nutrito l’uomo, ho deciso, di seguire quello che sentivo, ho avuto un’attrazione magnetica per il mondo delle fermentazioni, del pane, del panettone, della farina. Non è una cosa nata da un bisogno, è stata una vocazione”, Daniele ci racconta.
Non si definisce né panificatore, né chef, né pizzaiolo, “Sono io e basta o forse tutte e tre insieme.” “Faccio quello che mi piace, seguo i miei desideri e le mie emozioni, non è facile, ma bisogna lavorare ed insistere per perseguire ciò che ci appassiona e i sacrifici vengono ripagati”, conclude.
Il nostro incontro è avvenuto presso la Bakery Pandiseta, comunicante con La Locanda del Borbone, realizzata nel recente restauro, che ha messo in risalto il fascino dello stabile del 1700 in un’atmosfera informale e familiare.
Daniele ci parla del progetto Pandiseta, nome che deriva direttamente dalla tradizione della famiglia Landolfi e dalla presenza sul territorio Casertano delle famose Seterie di origine Borbonica. Presso Pandiseta si produce un ottimo pane, tramandato nelle generazioni fino ad oggi che viene ancora oggi preparato con lo stesso metodo e la stessa cura di sempre.
L’impasto è preparato utilizzando farina macinata con mulino a pietra che conferisce una grana leggermente maggiore delle comuni farine commerciali,
acqua, lievito madre preparato dalla famiglia Landolfi artigianalmente, sale e null’altro.
Notiamo dei grandi pezzi di tessuto e la curiosità nasce spontanea, chiediamo a Daniele se fossero legati al nome della bakery, la risposta ci ha emozionato, perché l’impasto viene preparato e posto a lievitare in candidi panni di seta a temperatura ambiente per 5-6 ore. Si tratta di pezzi di filato che si rompevano e non erano più lavorabili sotto gli intrecci dei telai, quindi inutilizzabili, filati che non alteravano il sapore autentico dell’impasto, ma che oggi lo rendono speciale come allora.
Questo pane, oltre alle caratteristiche di perfetta pulizia e purezza, presenta un equilibrio molto gradevole tra la croccantezza della scorza esterna e la consistenza della mollica, la quale risulta non gommosa o spugnosa ma morbida e gradevole al palato.
Il pane regale Pandiseta è un marchio registrato, unico in Italia, nato dalle mani di Daniele Landolfi dopo una lunga formazione come cuoco e fornaio nella Locanda accanto al papà Carlo che ha guidato le redini del ristorante leuciano dal 2002.
Oltre al pane dal più classico, ai semi di lino, multi-cereali, proteico con arachidi e mandorle fino a quello al cacao e sale, la nostra attenzione si sposta anche su alcuni filoncini in vetrina, sono il dolce Setacciò di Donna Imma: preparati a mano senza burro né uova, cotti in forno a legna, morbidissimi che credeteci, si sciolgono in bocca!
Solo farina di grano tenero tipo 1 biologica, cioccolato fondente, zucchero, miele, confettura di albicocche, olio extravergine d’oliva e cannella, realizzato in tantissime varianti con una scatola personalizzata super stilosa.
Il racconto di Daniele prosegue in Locanda, dove dopo un soffice benvenuto, accompagnato da un “Attenti, il pane è caldo”, proseguiamo con il loro tagliere di salumi di bufalo e maialino nero, provolone del monaco e pecorino in vinaccia, con miele prodotto dal vicino wwf.
A seguire le famose Pallottole, crocchette di patate dorate e filanti che ricordavano le palle del cannone, protagonista della prossima Sagra in programma e prodotto gastronomico che vive da oltre 200 anni.
Proseguiamo con uno Spaghettone alla borbonica, una delle massime eredità gastronomiche del Regno delle due Sicilie, legati alla passione di Re Ferdinando IV per la pasta, gli spaghetti aglio, olio e peperoncino, sono uno dei piatti più gustosi possibili, che nella loro semplicità sono stati preparati con estrema cura.
A seguire Emblema di San Leucio che prima di diventare colonia tessile, nasce come tenuta di caccia per il Re Carlo di Borbone, la selvaggina cacciata era messa a macerare nel vino, questo ragù viene preparato con carne di cinghiale, vino rosso pallagrello e pomodoro pelato San Marzano, una delizia unica.
A menù trovate anche A Genuves semplicemente perché così chiamata nel Seicento a Napoli dove si erano stabiliti moltissimi osti genovesi che usavano cucinare la carne con le cipolle, una sorta di cucina di recupero.
Da non perdere i Grissini alla curcuma o al finocchietto e pane con farine o con noci fatti in casa, gli Scialatielli con salsiccia di cinghiale cucinato con vino rosso pallagrello con pelata e rucola, gli Gnocchi con ragù cotto nel Pignatiello, il Baccalà grigliato con verdurine di stagione, la Pizza formaggio di bufala olive di Caiazzo capperi di Castel Morrone con origano e la Pizza con mozzarella di bufala pomodorini piennolo e provolone del Monaco, con carciofi o no.
La cucina della Locanda del Borbone propone piatti della tradizione campana preparati con ingredienti provenienti da aziende certificate con opzioni per vegetariani e celiaci. Interessanteanche la carta dei vini con etichette regionali e nazionali.
La Locanda del Borbone è aperta sia a pranzo che a cena tutti i giorni tranne il lunedì.
Meritato il premio consegnato a Daniele Landolfi, il prestigioso riconoscimento, Premio Simpatia conosciuto anche come ‘Oscar Capitolino’, per il recupero e il lavoro intorno al suo Pandiseta,confermiamo la gentilezza e la disponibilità, un professionista umile e instancabile, quando si dice un bravo ragazzo, insomma.
La nostra visita ci ha lasciato il ricordo di piccoli gesti intrisi di magia, il profumo della pagnotta appena sfornata, il rumore della crosta che si spezza e lascia intravedere gli alveoli, la soddisfazione dell’assaggio.
Ci siamo salutati con un ultimo assaggio, la loro torta Mandorico, con mandorle, ricotta di bufala, limone e amaretto, una deliziosa bontà che merita di essere condivisa.
Dunque, dove mangiare a San Leucio? Dopo la visita al Real Borgo, avrete indubbiamente un languorino che potrete soddisfare in un ristorante con cucina tradizionale, dove fare anche shopping gastronomico tra un pane regale e dolci deliziosi!
La Locanda del Borbone Ristorante- pizzeria – Bakery Pandiseta
Ha tavoli all’aperto · Serve piatti vegani
Via I Ottobre, 23, 81100 Caserta CE
Lunedì chiuso – martedì – domenica 12–15, 19–00
Telefono 0823 304665
Scheda del 21 novembre 2018
di Antonella Amodio
A San Leucio a pochi passi dal Real Sito Belvedere, luogo di caccia, svago e divertimento di Carlo di Borbone, nonché areale della leggendaria Vigna del Ventaglio, ha riaperto dopo un lungo attento restauro, realizzato dallo studio Architetti Di Nardi, la Locanda del Borbone della famiglia Landolfi.
Il rinnovo ha messo in risalto il fascino dello stabile (risalente al 1700), patrimonio artistico, con soffitti a volta e travi di legno (un tempo destinato alla cavalleria reale) che ora si abbinano a elementi moderni di complementi di arredo, in una atmosfera informale e familiare. La locanda nasce negli anni ottanta e dal 2002 Carlo Landolfi e sua moglie Imma conducono l’attività per continuare la cucina tradizionale e la preparazione della pizza.
Dal 2014 sono affiancati dal figlio Daniele che, dopo una lunga formazione di cuoco e fornaio accanto al papà, ha deciso di dare una svolta al locale. Dalla cucina alla pizza, Daniele non perde un colpo. I piatti proposti sono fermamente radicati nelle tradizioni e raccontano, attraverso gli ingredienti, la storia di San Leucio e dei Borboni, diventando parte integrante del luogo. Una cucina dall’anima semplice e buona, caratteristica principale della tipica cucina italiana.
Lo stretto legame con il territorio è riscontrabile negli autentici sapori di una volta, come nel primo piatto Emblema di San Leucio, fusilli artigianali conditi con il ragù di carne di cinghiale, vino pallagrello nero e pomodoro San Marzano dop. Un piatto che richiama l’areale, in quanto – prima ancora di diventare colonia tessile – San Leucio era tenuta di caccia del Re Carlo di Borbone.
Così come la Zuppa del Fattore, preparata secondo disponibilità dell’orto. In questo periodo è offerta con la zucca, castagne di Roccamonfina e fette di “Pandiseta”, il pane che la famiglia Landolfi prepara da generazioni, avvolgendo l’impasto, per la lievitazione, in canovacci di filato di seta di San Leucio. Questo pane è un prodotto unico in Italia, preparato con un bland di farine e cotto esclusivamente in forno a legna non alimentato per diverse ore che rende la crosta del pane croccante e la mollica morbida.
Tra i secondi piatti si può scegliere tra il maialino nero casertano con papaccelle, il baccalà fritto, grigliato, o in cassuola, oppure le carni locali come la Tagliata Bacco e Cerere, servita con una salsa di vino casavecchia. Ottima selezione di salumi e formaggi, con tipicità di prodotti non solo territoriali, abbinati a miele e marmellate.
Alla pizza è dedicata una sezione a parte. L’impasto, preparato sempre da Daniele Landolfi, è frutto di una selezione di farine 00, 01 e 1 che matura ed idrata per complessive 36 ore. La lista delle pizze è divisa in pizze classiche e pizze con profumi e sapori a modo mio. La classica Margherita, condita con pomodoro San Marzano dop, fiordilatte misto bufala del Caseificio Il Casolare, basilico fresco e olio evo, rende l’idea del lavoro di ricerca e attenzione ai prodotti, nonché dello studio che Daniele dedica. La pizza è con cornicione medio alto, ha alveolatura spinta ed è leggero e fragrante.
Ampia carta dei vini, con 600 etichette regionali e nazionali, che presenta una selezione a parte dei vini della storica Vigna del Ventaglio, tra cui il Pallagrello bianco e nero ed il Casavecchia, con possibilità di richiedere vino al bicchiere. Buona anche la selezione di birrifici artigianali.
Comunicante con la Locanda, c’è la Pan di Seta Bakery che – oltre a vendere il pane – propone biscotti, grissini e torte artigianali preparate da donna Imma, l’anima dolce della Locanda.
Tra i biscotti suggerisco i Setacciò, morzetti realizzati con un’ antica ricetta che affonda le radici nel borgo antico di San Leucio. Sono preparati con farine biologiche macinate a pietra, marmellata, miele, frutta secca e amarene, senza aggiunta di burro e uova. Invito a chi ama la mela annurca come me all’assaggio della crostata di mele con il bordo ripieno di amarene.
Costo della pizza Margherita: 5,00 €
Primo piatto Emblema di San Leucio: 8,00 €
Locanda del Borbone – Pan di Seta Bakery
Viale 1* Ottobre, 23 San Leucio Caserta
La locanda è aperta a pranzo e cena
La bakery dalle 9:30 – 20:00
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