Line – San Cristoforo a Ercolano
Via Sacerdote Benedetto Cozzolino n. 29
Aperto tutte le sere e la domenica anche a pranzo
Chiuso il mercoledì.
Tel. 081 771 2292
Scontrino medio 60/70 euro a persona vini esclusi.
di Antonella D’Avanzo e Annatina Franzese
Alle pendici del Vesuvio, in pieno Parco Nazionale, ha spalancato i suoi cancelli da qualche anno, il San Cristoforo Luxury Resort.
Una realtà nata da un vecchio rudere della famiglia Zeno, circondata dal verde lussureggiante di circa 150 varietà di piante e rivoli d’acqua.
Un incanto sostare in questo posto, per chi, conscio della posizione strategica, decide di abbandonarsi alla bellezza di questo territorio, ricco di storia, cultura e tradizione.
Un design ultramoderno dalle linee eleganti, attenzione per i dettagli e spazi curati insieme a splendide camere e ad una spa, accolgono gli ospiti, trasportandoli in un luogo sospeso seppur al centro città.
Nel giardino incantato del resort, da vivere per una vacanza o per celebrare un evento importante, è presente il “Line”, interessante ristorante alla carta del San Cristoforo.
La cucina del “Line”, da due anni è governata da Eduardo Giglio, chef classe 87’ brillante e talentuoso, con una serie di esperienze interessanti nel curriculum costruite in giro per il mondo: dall’Italia è passato in Francia e in Spagna e poi è saltato dagli Stati Uniti all’Asia dove, in quest’ultimo posto, ha approfondito una delle sue più grandi passioni, quella per la cultura orientale.
Ed è proprio l’Oriente che si accosta e s’intreccia alla materia prima, di grande ricerca, essenzialmente territoriale, una contaminazione culinaria, bella e ragionata in maniera assolutamente personale, che nasce dall’incontro tra diverse culture e tecniche che arricchiscono il piatto con l’intento di fondere, mescolare e soprattutto integrare, rendendo ciò che è a disposizione di pochi, alla portata di tutti.
Molta attenzione è data al vegetale, non solo per un approccio eticamente più giusto e perseguibile nel tempo, ma anche e soprattutto per riprendere contatto con la terra e la parte agricola che ha sempre caratterizzato questo territorio, infatti nel menu troviamo anche dei piatti interamente vegetariani studiati per gli amanti della garden gastronomy, motore e protagonista della cucina del presente.
La brigata, fatta da giovani, è compatta e con una presenza femminile che dà una marcia in più.
L’elegante sala, caratterizzata da una spiccata luminosità e da colori brillanti con una cucina a vista, affaccia sul giardino ed ha meno di trenta posti a sedere.
La veranda esterna, realizzata appena la scorsa stagione, permette di raddoppiare agevolmente le sedute, soprattutto durante la bella stagione.
Nella mise en place, i colori del rosso e del grigio/nero si fondono sapientemente, quasi a voler ricordare la contrapposizione tra il rosso del magma del vulcano ed il grigio/nero della pietra lavica.
L’accoglienza è tarata come un orologio da Antonio, direttore di sala di scuola internazionale accompagnato da Vittorio, sommelier di grande charme, che insieme sanno far sentire a proprio agio gli ospiti provenienti anche da Paesi oltreoceano perché ricordiamoci che qui siamo in uno dei posti dove vive e vibra uno dei vulcani più conosciuti ed affascinanti al mondo: il Vesuvio!
La carta dei vini costruita partendo dallo studio dei piatti dello chef Eduardo Giglio, dove troviamo grandi etichette del Piemonte, Toscana, Campania, Puglia, Sicilia e le bollicine del Trentino e Franciacorta che assicurano quella copertura nazionale da sempre sinonimo di qualità, mentre in testa, un’ampia scelta è dedicata al terroir della Champagna (Francia), con maison di altissimo profilo.
E dunque si comincia.
In questo percorso alla scoperta di una contaminazione fruttuosa e profondamente intelligente nella sequela degli assaggi di benvenuto: il peperone imbottito, un fragrante cannolo a lega vegetale con il ripieno che riporta proprio al piatto della tradizione partenopea; la meringa alla pizzaiola dal sapore della pizza marinara; il carpaccio di anguria e il brodo di pasta di fagioli il tutto accompagnato da un formaggio con latte di bufala preparato dallo chef da spalmare su un pane realizzato con grani antichi.
A seguire, la lingua di vitello arrosto con salsa tom kha gai, frutti di mare e funghi, una preparazione che vede una parte povera del vitello intrecciarsi con la cultura Thailandese.
La spigola cruda da intingere nella zuppa alla cacciatora di mare e poi da far la scarpetta con il pane all’aglio sfogliato allo strutto dalla consistenza di un croissant, un piatto che rappresenta la cucina della gioia, del sorriso e della bella convivialità che dietro ha un pensiero evoluto e che potremmo definire “sushi vesuviano”.
Si procede con un gustosissimo asparago, tartufo e uova.
Un piatto delicato, che sposa in pieno la filosofia della stagione.
I primi piatti: risotto, dashi, bianchetti marinati, burro acido e alga nori, in un perfetto e raffinato connubio tra Italia e Oriente; immensamente buone le due paste fresche: il tagliolino con zafferano, burro alla nocciola e conciato romano omaggio alle produzioni casertane e il tortello pollo e patate allo spiedo, un pollo arrosto molto delicato.
Si passa ai secondi.
Nel dubbio, meglio assaggiare sia la proposta di mare che di terra.
La spigola arrosto con salsa blanca e cannolo alla lenticchia è un piatto pulito, che esalta la freschezza della materia prima.
L’agnello con cicoria e alici, invece, è un piatto forte, deciso al gusto.
Il pre-dessert: formaggio con chips di capperi e salsa di peperoni.
Meritevoli tra i dolci: il croccante all’amarena, che rimanda a quello stecco tanto amato dai ragazzi di un po’ di tempo fa, il cannolo cioccolato e menta, piacevole variante del cannolo tradizionale ed infine la bavarese con il frutto della passione, un giardino nel piatto.
La pasticceria di fine pasto dove a far da padrona è la brioche calda aromatizzata al limone, una chiusura che non si dimentica facilmente per bontà e piacevolezza al palato.
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