Continua il pestaggio istituzionale a ristoratori e prprietari di bar. Nonostante ci siano i presupposti per entrare in zona gialla De Luca ha deciso di mantenere la Campania in zona arancione da oggi sino a mercoledì. In pratica questo significa chiusura e perdite incalcolabili per un settore messo in ginocchio da questa politica. Tutti avevano già fatto la spesa per questi tre giorni e i danni osciallano tra i diecimila e i ventimila euro tra costi da mandare al macero ai mancati incassi, cifre ben superiori a qualsiasi ristoro che comunque non avranno mai. Come durante il lock down la Campania è stata l’unica regione al mondo dove non era consentito il delivery, così in queste feste la Campania sarà l’unica regione in cui bar e ristorante saranno chiusi sino al 7 gennaio. L’ennesimo colpo a quello che ormai si prfigura come un vero e proprio piano di macelleria sociale per favorire in regione l’ingresso delle grandi multinazionali del cibo. Ma lasciamo la parola a Marco Contursi
di Marco Contursi
L’Italia è un paese allo sbando, la Campania due punti peggio.
Partiamo da due assiomi fondamentali del diritto:
- Nessuno può comprimere un diritto costituzionalmente garantito, se non con per motivi, documentati, di pari importanza.
- I cittadini italiani hanno uguali diritto e doveri dalle Alpi a Ragusa.
Tutto questo in Campania non vale.
Il presidente de luca (volutamente in minuscolo), a meno di 24 ore da quanto deciso dal Ministro Speranza, ha disposto il perdurare della zona arancione nella regione, inasprendola finanche con la regola che vieta la somministrazione di bevande, alcoliche e non, quindi pure caffè ai bar.
Una carognata bella e buona, degna per tempi e modi dei peggiori despoti.
Tacere tutta la giornata di venerdi, quando era acclarato il passaggio nella zona gialle, ha fatto sì che molti ristoratori abbiano fatto la spesa, ora inutilizzabile. Una ulteriore mazzata per un settore già in crisi. Vietare tutto, poiché non si è in grado di controllare le violazioni a quei comportamenti veramente a rischio è inaccettabile, è come dire ai cittadini “per evitare gli incidenti di auto, a causa dell’alta velocità, nessuno prenda la macchina”.
Perché questa pronuncia è inaccettabile, schifosa, al pari del silenzio della politica tutta, regionale e nazionale, lo vediamo in questi 10 semplici punti.
- Lo Stato ha deciso sulla base di precisi parametri di valutazione che la Campania potesse essere in zona gialla. De Luca non ha portato nessun dato contrario valido, a sostegno della sua decisione, dunque è dispotica ed arbitraria e viola quanto disposto dai precedenti DPCM che consentono ai Presidenti di Regione di applicare misure più restrittive rispetto a quelle nazionali, in caso di “aggravamento del quadro epidemiologico” su base locale. Cosa che oggettivamente oggi non c’è. E che non ci sia, è comprovato dalla classificazione in zona gialla operata dal Ministero della salute e dai dati riportati dalla stessa regione.
- I parametri limitativi di determinate libertà costituzionalmente garantite, devono essere uguali in tutta Italia e lo Stato ha il dovere di farli rispettare. Non può un singolo governatore, arbitrariamente fare come gli pare, creando una oggettiva disparità di trattamento tra cittadini della stessa nazione. Lo Stato deve intervenire a tutela delle libertà costituzionalmente garantite.
- Sicuramente se ci si chiude tutti in casa, i contagi diminuiscono ma bisogna fare un bilanciamento degli interessi, ridurre al minimo i casi deve viaggiare di pari passo alla tutela di altri diritti fondamentali.
- Tempi e modi della decisione, si fanno beffa dei sacrifici di quanti pensando che saremmo stati in zona gialla, hanno speso denaro, o fatto sacrifici per aprire attività ristorative. Dirlo, con arroganza e all’ultimo minuto è degno dei più luridi regimi dittatoriali, di chi crede gli sia tutto concesso, e che gli altri siano sudditi privi di diritti.
- Il silenzio dello Stato, delle opposizioni politiche, sia provinciali, che regionali, che nazionali, fa capire la pochezza della classe politica attuale, incapace di tutelare i diritti dei cittadini, e connivente con decisioni scellerate.
- Le città di Capri e Anacapri, con apposite ordinanze hanno dichiarato che applicheranno la normativa inerente le zone gialle come deciso dallo Stato, lasciando aperti bar e ristoranti, quindi anche all’interno di una stessa regione, non solo di uno stesso stato i cittadini hanno diritti differenti.
- Sbagliano coloro, tra i cittadini, che non toccati dalla cosa, appoggiano la decisione del presidente, poiché l’arroganza e il disprezzo per l’altrui lavoro, sottesi alla decisione, dovrebbero essere inaccettabili per chiunque reputi di essere in una repubblica democratica.
- Il presidente decide, senza consultare nessuno, e in totale mancanza di un contraddittorio sia con la politica nazionale e regionale, che con le parti sociali. Questo è un comportamento antidemocratico, che lo Stato e i cittadini non possono tollerare.
- La regione campana non ha approntato un piano di recupero delle prestazioni sanitarie soppresse, inutilmente, a causa del covid. Interi reparti non interessati dall’emergenza (oculistica, ortopedia, endoscopia ecc..) hanno visto chiusi i propri ambulatori e i professionisti che vi operavano, restano in attesa di eventuali emergenze nelle discipline di loro competenza. Chi risponderà dei morti da qui a tre anni a causa di diagnosi tardive? Credere che gli ospedali siano tutti pienissimi e che un oculista vada a intubare, è una idea falsa, che anche una stampa indegna, cerca di far passare.
- Oggi, 19 dicembre, ci sono stati 15mila tamponi, 63 i positivi sintomatici, 7 deceduti nelle ultime 48 ore con covid (ma senza che si sappia di eventuali altre patologie che avevano, semmai in uno stadio terminale, indipendenti dal covid).
NON SONO QUESTI I DATI CHE LEGALMENTE GIUSTIFICANO UN INASPRIRSI DELLE DISPOSIZIONI IN CAMPANIA ANTICOVID. EPPURE DA DAL 20 DICEMBRE LA CAMPANIA E’ IN ZONA ARANCIONE TRA IL SILENZIO COLPEVOLE DI TUTTI E LE LACRIME DI CHI STA PERDENDO TUTTO.
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