Vigne Mastrodomenico
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: 18,00 – 20,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: Acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 26/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 30/35
Qual è meglio l’Aglianico irpino o quello del Vùlture? Oppure quello che si alleva in tutta la Campania ed in parte anche in Puglia, Molise, Calabria e Sicilia? Difficile rispondere a questa domanda, anche se i due territori più famosi e vocati di questo vitigno ubiquitario sono proprio quelli che si trovano nelle province di Avellino e di Potenza, che producono un vino simile ma diverso. Più potente e corposo quello irpino e più morbido ed elegante quello vulturino.
L’azienda Vigne Mastrodomenico di Barile, che aderisce al progetto europeo Farm To Fork per la tracciabilità del vino, propone all’attenzione dei consumatori due bottiglie di Aglianico del Vùlture e un passito sempre di Aglianico: Likos, Mòs e Shekàr. Col Likos Aglianico del Vùlture Doc 2009 è stato conseguito il primo premio dato della giuria nazionale alla recente manifestazione di Radici del Sud.
Azienda giovane di nove anni commercialmente, anche se vecchia di cinque generazioni alle spalle, con il reiterato conferimento delle uve alle aziende locali. Il proprietario è l’agronomo Donato Mastrodomenico, con cui collaborano i figli Giuseppe ed Emanuela e l’enologo Cristoforo Pastore.
I vigneti sono posizionati sopra una ventosa collina, proprio nel cuore del vulcano spento del Vùlture, dove si registrano escursioni termiche quasi nordiche. Il terreno è di natura tufaceo-vulcanica, fertile, asciutto, generoso e poroso. L’uva qui matura lentamente e progressivamente come un’arrampicata dello scalatore Rheinold Messner.
Le uve del Likos, che nel nome fa riferimento ai Liki antico popolo lucano che già coltivava la vite molti secoli orsono, sono state vendemmiate nella seconda decade di ottobre. Dopo la fermentazione in acciaio di 15 giorni a temperatura controllata, il vino trascorre 10 mesi in barriques di rovere francese e completa poi l’elevazione in bottiglia per altri 6 mesi. Il grado alcolico raggiunge alla fine i 14° C.
Scruto in controluce prima e poi su fondo bianco il bicchiere tinto di un rubino intenso, con lampi luminosi sull’unghia. Il carattere olfattivo è caratteristico e coinvolgente. Profondità speziate di noce moscata, chiodi di garofano e vaniglia che aspirano a coprire, senza riuscirci però, le profumate essenze di cuoio, tabacco e miele; tracce balsamiche, tostate ed empireumatiche; odorosi effluvi del sottobosco nobile come lamponi, ribes e mirtilli; insieme con un libidinoso bouquet di frutta rossa di marasca e di prugna e piccole parvenze di cenere e di fumé. L’impatto in bocca è subito esplosivo e spiazzante. Pervasive sensazioni di gusto sembrano lottare tra di loro per sferrare il pugno del ko come Rocky Marciano e potersi così aggiudicare la vittoria. E’ difficile, comunque, che qualche elemento possa prevalere sugli altri. Il vino, infatti, nel complesso è armonioso, equilibrato, strutturato, intenso e persistente, ma anche agile, scattante, morbido, minerale, voluminoso, terroso, sapido, ed austero. La bocca assapora con voluttà la frutta rossa piccola e grande già percepita al naso. La trama tannica è ancora in fase evolutiva, ma già masticabile, cui dà man forte una spiccata acidità che sostiene frescamente il palato come cariatide o parasta. Il finale è di quelli robusti ed incisivi, con retrogusto lungo e persistente. Da abbinare a carni arrosto, agnello alla brace, cinghiale in umido con peperoni di Senise, pecorino di Moliterno ed insaccati locali. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Barile (Pz) – Via Nazionale per Rapolla, 87. Tel. e Fax 0972 770108 – Cellulare 338 7155243. info@vignemastrodomenico.com – www.vignemastrodomenico.com Enologo: Cristoforo Pastore.Ettari vitati: 8. Bottiglie prodotte: 30.000. Vitigno: aglianico