Lido Delphinus
Stabilimento balneare con ristorante
Via Carlo Pisacane, Contrada Oliveto – Villammare – Vibonati (SA)
Tel. 328.8015980
Aperto da giugno ai primi di settembre dalle 8:00 alle 20:00
Villammare è un piccolo borgo del Parco Nazionale del Cilento, a una manciata di chilometri da Sapri, nel Golfo di Policastro. Siamo per poco ancora in Campania, la costa della Basilicata è giusto lì di fronte.
Francesca Bellotti, profilo greco e famiglia con una storia importante (un antenato sostenne Eleonora de Fonseca Pimentel nella rivoluzione napoletana del 1799) vive a Vibonati, poco più sopra, in attesa, ogni estate, di riconquistare il suo regno: la spiaggia e il mare dal blu costante del Lido Delphinus.
Uno stabilimento balneare che gestisce ormai da dieci stagioni, con il trasporto e la dedizione degli inizi. Attenzione al cliente con spirito di servizio, verrebbe da dire, ma anche atmosfera familiare (e infatti ritornano in molti, da anni) e ogni tanto anche qualche coccola, come il vassoio di zeppole calde al bar, mentre si fa colazione. Ombrelloni ben distanziati, qualche olivo a fare ombra ai tavoli della terrazza, accanto ai fiori coloratissimi delle aiuole.
A pranzo la possibilità di provare la cucina cilentana autentica: ricette semplici e antiche che mettono insieme l’orto e le verdure di stagione con il pescato del giorno. Ai fornelli Pina e Anna, due cuoche che vengono da Torre Orsaia, il borgo nato nell’XI secolo per difendersi dalle scorribande di Roberto Il Guiscardo.
Il pesce viene dal mercato locale, dunque nella frittura come nella grigliata ci trovate quello che passa la paranza: totani, luveri, saraghi, piccole sogliole, sarde, triglie. E poi, oltre al classico spaghetto con le vongole – che, fatto bene, dovrebbe essere obbligatorio negli stabilimenti balneari con cucina, al pari del dispenser gel anti Covid – ci sono gli spaghetti con i granchi, i paccheri con pesce spada, melanzane, olive e pomodorini. Polpette di pesce croccanti e saporite, da mangiarne a decine, fritture e grigliate ben eseguite.
Tra i primi piatti, imperdibili gli spaghetti con le alici, vero pesce povero iconico del Cilento, soprattutto di quello interno, perchè l’unico, per secoli, ad aver sostituito le proteine del mare a quelle dei legumi e della carne di capra. Oggi un piatto ricco e molto aromatico, grazie alla mollicatura rustica e saporita.
E poi le sorprese, proprio come quelle che nella cucina giornaliera di casa nessuno si aspetta, ma che -se l’ultima pesca della notte ci dice bene – regalano gioie inaspettate, come un pesce castagna di mezzo metro di lunghezza, dal gusto simile all’orata (della quale viene comunemente definito fratello povero) che ammantato di una panatura dorata diventa in un battibaleno il re incontrastato della tavola.
Spessore carnoso, cotto al punto giusto di umidità e poi la croccantezza profumata del pane ammullicato. Il piatto che vale il viaggio (o la traversata, se si viene dal mare).
Servizio molto familiare, come l’atmosfera, vinello cilentano della casa se non contate di tornare ad abbrustolirvi al sole e un conto amico che invita a tornare.
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