di Dora Sorrentino
Tre meno meno è un brutto voto, diciamolo, non tanto per il tre, ma per il meno meno che equivale a dire “il tuo compito non vale niente”. Eppure è il voto che Maurizio Cortese, gourmet napoletano per scelta quasi forzata, ha ricevuto una volta dalla sua insegnante di italiano, perché nei suoi temi usciva sempre fuori traccia. Cosa gli piaceva raccontare nei suoi elaborati? Semplice, il più delle volte parlava di calcio anche quando non c’entrava con l’argomento assegnato.
E Tre meno meno è il titolo scelto per il suo primo libro, edito da Alessandro Polidoro Editore, un racconto in cui descrive le sue due grandi passioni, il cibo ed il calcio, in un excursus che parte dalle polpette della mamma, rea di cucinare spesso lo stesso impasto delle polpette in tutte le forme, dall’hamburger al polpettone, fino ad arrivare alla conoscenza della cucina di Alfonso Iaccarino, suo grande amico.
La presentazione del libro è avvenuta alla presenza di parenti ed amici nella sala Ferdinando IV di Borbone del Grand Hotel Parker’s, moderata dalla giornalista Donatella Bernabò Silorata con relatori di eccezione, tra cui il giornalista del Mattino Luciano Pignataro, il giornalista sportivo Francesco De Luca ed una madrina d’eccezione, Livia Iaccarino. La prefazione del libro è proprio di Don Alfonso, colui che ha iniziato Maurizio alla scoperta del mondo della cucina in tutte le sue sfaccettature, alla valorizzazione dei prodotti e manufatti del territorio, alla cultura enogastronomica in toto. Nelle pagine di questo diario è descritta tutta la vita di Maurizio Cortese, un racconto dal quale si comprendono da subito due cose ben precise: una è che la sua insegnante d’italiano probabilmente, anzi sicuramente, prese un abbaglio nei confronti di Maurizio, perché basta leggere i suoi pezzi scritti su vari portali gastronomici per comprendere che la sua è una gran bella penna; due, il suo destino legato al mondo del food era già segnato sin da bambino, perché ogni avvenimento importante della sua vita è legato al cibo inevitabilmente. Non è nostra intenzione rivelarvi ogni singola storia contenuta nel libro, non vogliamo di certo spoilerare, ma vi consigliamo di leggerlo perché è un diario sui generis, che passa dall’ironia all’emozione in un batter di ciglia. Il libro di Maurizio Cortese è stato tenuto a battesimo da un padrino d’eccezione, l’imprenditore Aurelio De Laurentiis, grande amico dell’autore del libro, il quale proprio grazie a Maurizio sta imparando meglio a conoscere Napoli.
Cosa ha spinto Cortese a compiere quest’opera? E’ stata una donna, Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti, la quale ha spronato Maurizio a raccontare le origini e le motivazioni che lo hanno spinto a diventare reporter gourmet, partendo da Dissapore, passando per la Gazzetta Gastronomica, sostenuto dal suo grande amico Stefano Bonilli, fino a diventare Ceo per Cortese Way, un’attività di consulenza che ha lo scopo di far emergere le eccellenze campane.
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