di Tonia Credendino
16 febbraio 2024, AIS Caserta, incontro con “Riflessioni fuori dal calice” un’occasione per ampliare la conoscenza della vita e del cambiamento.
Antonio Pascale, guida preziosa, racconta la profondità del pessimismo razionale di Kafka, svela la menzogna dell’esistenza meglio di chiunque altro, un’opera che é sì piena di dolore e angoscia ma è anche piena di coraggio e di una strana forma di consolazione, come se tutta la bellezza espressa dimostri che ci sia sempre spazio per la luce e il buio cui inevitabilmente siamo destinati non è una giustificazione per negarla.
Il breve racconto, La partenza, che ho apprezzato e fatto mio, si chiude con il dialogo fra un cavaliere che incomincia un lungo vagabondaggio e il suo servitore: “«Il viaggio è così lungo che dovrò morir di fame se non trovo nulla per via. Nessuna provvista mi può salvare. Per fortuna è un viaggio veramente straordinario»”.
Struggente e attuale è la capacità di Kafka di descrivere quanto può diventare grande e tempestivo l’odio verso chi amavamo, quando cambia e diventa altro, un individuo che sapeva creare dei mondi indimenticabili con l’uso della parola.
Il narratore confida di essere circondato da uomini motivatore che gridano felicità e cercano di vendere il loro corso di self help, presuntuosi, vivono nel senso di onnipotenza che non porta niente di buono, se non alimentare la speranza e mortificare la consolazione, e preferisce, piuttosto, il pessimismo di Kafka, scarso nella speranza ma perlomeno fortissimo nella consolazione. Il pessimismo è una dimensione molto utile e proficua, nonché strumento di indagine privilegiato e non fanfarone.
Dunque, un incontro vibrante, quello con Kafka, attraverso le emozioni più intime, utile a incontrare la consapevolezza che sta alla base anche della comprensione di ogni stagione vitivinicola, che non è mai uguale a se stessa, e che non può mai prescindere dall’operato dell’uomo che interviene e decide sul rincorrersi del tempo e degli eventi, esattamente ciò che avviene nella vita di ognuno di noi.
Milan Nestarec sul tavolo della degustazione, Franco De Luca in piedi e il racconto di un giovane vignaiolo della Moravia Meridionale, dei suoi vini naturali cechi che raccontano fedelmente un terroir eccezionale, tutto da scoprire, improntato al massimo rispetto della natura. La mappa conduce tra strade sterrate, borghi rurali e antiche abbazie, dove sorge, tra i comuni di Moravsky Zizkov e Velke Bilovice, la cantina Nestarec, in mano al giovanissimo Milan.
Milan ha dimostrato di saper osare, vini di massima integrità, da lunghe macerazioni sulle bucce, senza solfiti aggiunti, non filtrati e non chiarificati, che oggi iniziano ad affacciarsi sui tavoli dei bistrot parigini e dei ristoranti delle capitali europee. Il vino non come prodotto commerciale ma l’espressione di un’esigenza interiore. Si materializza nel calice attraverso un lavoro che assume i connotati di un’esperienza artistica, di una ricerca interiore, attribuisce, infatti la massima importanza al lavoro dell’uomo, al suo gesto, al suo modo di vedere e interpretare il vino da un punto di vista concettuale e filosofico.
Trblmkr 2019
Vino bianco macerato equilibrato, materico e di grande intensità, estremamente nitido, fresco e rotondo. Naso complesso tra note di frutta vegetali e cremose, in bocca minerale, acido, pieno dal sorso facile e godurioso. Incredibile
Klasika Forks & Knives White 2020
Vino bianco fresco, dorato, agile e dalla beva sorprendentemente minerale, facile e scorrevole, frutto maturo, note che ricordano la cera d’api e la pietra focaia.
Definito un “village wine” perché fortemente identitario del villaggio della Moravia del Sud da cui proviene.
Atyp 2021
Vino rosso, atipico in ogni sua forma: rosso carminio, beverino, giovane, festivo e aromatico, un vino moderno dall’abbinamento semplice e stimolante.
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