REGINA VIARUM
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Le famiglie Angelino e Maddalena impegnate nell’azienda
Avvio dolce di una settimana zeppa di impegni che tra l’altro mi porteranno a Londra insieme a Carlo Macchi e Alessandro Brizi per un concorso. Avvio dolce perché tale sarà la sezione delle Piccole Vigne curata a Vitigno Italia in programma dal 17 al 18 maggio e in cui non troverete questo prodotto per la semplice ragione che l’aziendina fondata nel 1999 dalle famiglie Angelino e Maddalena ha già partecipato alla prima edizione. I vini dolci e passiti rientrano, quasi tutti, nel bicchiere di affezione, lo sfizio del produttore e dell’enologo, a causa dei costi elevati per realizzarli e del tempo necessario per avere risultati degni di nota che li portano fuori da qualsiasi rapporto costo/ricavo delle aziende: per questo motivo rappresentano un terreno interessante per l’appassionato che non ama l’eccessivo stress commerciale a cui sono sottoposti generalmente quasi tutti i bianchi e rossi secchi e al tempo stesso, paradossalmente, hanno un ammiccamento maggiore alla capacità di espressione del territorio proprio perché non si preoccupano di dover piacere a tutti i costi e in ogni caso.
Il mondo del vino è bello anche per questo, perché rompe la legge ormai divenuta senso comune e che ha portato le aziende a perdere la loro funzione sociale per consegnarsi a manager-ragionieri che pensano solo a far quadrare i conti e che passano il tempo a combattere i propri dipendenti invece che la concorrenza sul mercato.
Il passito di Regina Viarum (parliamo dell’Appia Antica) è rosso e per questo esercito un fascino d’antan per me irresistibile, da uve primitivo, naturalmente vini monocordi da giovani e invece vocati decisamente all’appassimento per via della esuberanza fruttata e del maggiore tempo a disposizione che regala in campagna essendo tra le prime ad essere vendemmiate, nomen omen.
I toni fumé e le sciuscelle secche mi rapiscono verso i boschi di Roccamonfina piuttosto che portarmi al mare di Mondragone, il dolce è ben equilibrato dall’alcol a quota 15,5 e la freschezza tira la carretta in bocca con molta autorità sino alla fine, probabilmente la 2006 ci ha messo del suo contribuendo a diluire le concentrazioni in un momento in cui la critica a questa impostazione non aveva ancora preso piede a livello così diffuso come adesso.
Questa azienda mi piace perché monovitigna e spero resti tale. I lettori non campani non si devono stupire del vitigno perchè è diffuso dalla seconda metà dell’800 in questa zona, siamo nella parte settentrionale della regione in quel che fu l’Ager Falernum, vicino ai confini con il Lazio. E il disciplinare della doc Falerno lo prevede.
Lo beviamo sulle torte da colazione e sulle preparazioni in agrodolce di maialini e cinghiali oggi così in voga. Ha buone possibilità evolutive in grado di portarci dentro un negozio di spezie a Damasco insieme a Franco Battiato.
Sede a Falciano del Massico, via Vellaria Ia traversa
Tel. e fax 0823.931299
Sito: http://www.reginaviarum.it
Email: info@reginaviarum.it
Enologo: Pietro Razzino
Bottiglie prodotte: 10.000
Ettari: 2 di proprietà
Vitigni: primitivo
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