È incommensurabile il valore dei piccoli borghi, in particolare quelli dell’entroterra, e non ci riferiamo solo alla Campania, ma a tutta la Penisola.
Bellezze naturali, artistiche – sia laiche che religiose – biodiversità e buon cibo rappresentano le radici, la storia e la memoria dei luoghi.
In questa rubrica ci siamo spesso occupati di piatti che appartengono solo ed esclusivamente ad un piccolissimo pezzo della nostra straordinaria Italia, tanto identitari da scatenare vere e proprie “guerre” tra paesi confinanti dove l’oggetto del contendere non è solo la pietanza in sé, ma anche un prodotto, oppure un’erba aromatica.
Siamo stati a Campagna in provincia di Salerno con le sue Matasse, di origini arbëreshë , a Quaglietta, frazione di Calabritto al confine con l’Irpinia e lì abbiamo trovato lo zenzifero, un’erba aromatica singolare che profuma il ripieno dei ravioli e non solo, siamo arrivati in Molise, precisamente a Trivento, in provincia di Campobasso dove è tradizione preparare le ceppelliate, mezzelune di pastafrolla ripiene di confettura di amarene ispirate, secondo la leggenda, al parto di Latona, madre di Diana, tanto per citare qualche esempio.
Oggi vogliamo parlarvi di un altro piatto fortemente identitario, le taratelle. Si tratta di un formato di pasta che viene realizzato unicamente a Valva, tra i borghi più belli dell’Alto Sele, famoso per la villa D ’Ayala – Valva, il cui nucleo centrale, la torre normanna, risale all’anno Mille. Accanto ad essa si sviluppa la villa costruita dal marchese Giuseppe Maria Valva con i suoi magnifici giardini all’ italiana. Nel 1831 l’intera costruzione passò per via matrimoniale ai d’Ayala legati al Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta che l’acquisì per donazione nel 1959 in mancanza di eredi diretti della nobile famiglia.
La premessa è necessaria perché è dai possedimenti dei d’Ayala che parte la storia delle taratelle il cui nome deriva da Taranto, la città da cui provenivano i braccianti agricoli impegnati nei fondi dei marchesi.
Si tratta di un tipo di pasta che ricorda i più celebri scialatielli, anche se le taratelle sono molto più lunghe. La vera particolarità è nello strumento usato per la loro realizzazione: una sorta di mattarello scanalato chiamato “tarateddo” che, passato sull’impasto, dona loro la caratteristica forma.
<<A mantenere viva la memoria di questo formato di pasta sono le massaie che nonostante tutto restano lì, nei borghi ormai quasi deserti, custodi di sapori antichi – dice Davide Forlenza, presidente della Pro Loco d’Ayala Valva -. Le taratelle sono state sempre il piatto della festa sia per la presenza di uova nell’impasto, un fatto non scontato essendo l’uovo considerato un ingrediente prezioso quando la fame era uno dei mostri da sconfiggere ogni giorno, sia per il condimento. Questo piatto richiede, nel condimento, un buon ragù alla maniera contadina, ovvero arricchito da carne di maiale, e la passata di pomodoro casalinga realizzata con pomodori autoctoni. Esiste anche la versione con i fagioli e, nella stagione adatta, con i funghi>>.
È possibile degustare questo piatto antico, preparato secondo i canoni tradizionali, ossia senza nessuna concessione a prodotti industriali di dubbia provenienza, alla Festa della Taratella, giunta alla ventiseiesima edizione, dall’10 al 12 agosto, organizzata dalla Pro Loco in sinergia con il Comune il cui fine ultimo è quello di promuovere il brand Valva che, gastronomicamente parlando, non è solo taratelle ma anche taralli (in procinto di diventare P.A.T.) pane e straordinari caciocavalli.
<<L’enogastronomia è senza ombra di dubbio il volano più prezioso del nostro borgo – spiega il sindaco Giuseppe Vuocolo-. Geograficamente occupiamo un posto strategico dell’entroterra, non solo per quel che riguarda i percorsi storici, culturali e naturalistici, ma anche per l’enogastronomia che deriva da una tradizione antica, tramandata di generazione in generazione.
Come amministrazione, siamo molto attenti a quelle che sono le ultime tendenze sui temi del food e, più in generale, del turismo cosiddetto lento. Proprio per favorire il turismo di prossimità e garantire agli ospiti che scelgono Valva per la propria rigenerazione e il proprio relax, nasce Valva Borgo Lento: un progetto di promozione e valorizzazione del territorio che arriva da una rete di associazioni che ha subito trovato l’appoggio dell’amministrazione>>.
Le Taratelle
Di Pro Loco D'Ayala- Valva
Ricetta raccolta da Carmen Autuori
Tempo di preparazione: 40 minuti
Tempo di cottura: 12 minuti
Ingredienti per 6 persone
- 1 kg di farina di grano duro
- 3 uova
- 1 filo di olio evo
- 1 pizzico di sale
- Acqua q.b.
- Per il condimento
- Ragù di carne mista (maiale e vitello)
- Pecorino grattugiato
Preparazione
Su una spianatoia disporre la farina a fontana, versarvi al centro le uova leggermente sbattute, l’acqua a filo, l’olio, un pizzico di sale e cominciare ad impastare energicamente.
La dose di acqua è indicativa: bisogna ottenere un composto elastico ma non molle. Lasciar riposare l’impasto per circa trenta minuti coperto da un tovagliolo.
Ricavare dei tozzetti, allungarli passandoci sopra il “tarateddo” che grazie alla sua scanalatura permetterà di ottenere questa sorta di “spaghettoni” a spigoli vivi, lunghi circa trenta/quaranta centimetri.
Cuocere le taratelle in abbondante acqua salata. Scolarle e condirle con il ragù ed una generosa spolverata di pecorino, meglio se locale.
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