di Annatina Franzese
Foto Libera Feola
Conosco Libera Feola da cinque anni ed una delle prime volte, la incontrai in un caldo pomeriggio di fine luglio, sul calar del sole, nel suo terreno al rione Malatesta, a Somma Vesuviana.
Ricordo che arrivai all’appuntamento con il mio taccuino e molte domande, ma mi bastò che lei iniziasse a parlare, per capire che non avrei avuto bisogno di nessuno dei due.
Libera, si occupa di agricoltura naturale cioè di un’agricoltura biologica e poco invasiva, attenta alla stagionalità così come hanno fatto sua madre e suo padre, i suoi nonni e tutta la famiglia di coltivatori da cui discende.
Tra le prime donne vesuviane a partecipare al “Salone del Gusto”, dopo un periodo di allontanamento dal mondo agricolo dovuto all’affermarsi della grande industria ed al venir meno degli antichi valori, Libera è ritornata alla campagna, quando ha incontrato sulla sua strada Genuino Clandestino.
Insieme a questo movimento nazionale di anime contadine, che trova la sua esplicazione campana in “Corto Circuito Flegreo”, Libera, ha ricominciato ad occuparsi di agricoltura di base cioè di quella agricoltura dell’autoproduzione tipica degli anni ’30 e ’40.
Una contadina vecchia maniera dunque, rispettosa del territorio, dell’essere umano, ma soprattutto rispettosa della vita e del suo senso.
Nel moggio e mezzo di terreno di sua proprietà, dal potere fortemente catartico ed ataraxico, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio coltiva, senza l’utilizzo di alcun prodotto tossico o diserbante, diverse cultivar di albicocche vesuviane, prugne, cachi, noci e pomodorino del piennolo. Tra le sue diverse passioni, oltre alla cucina tipica locale, la trasformazione di marmellate e confetture.
Libera, che lamenta la mancanza in Italia di una legislazione in grado di tutelare la piccola agricoltura e ancora lontani i tempi dell’aggregazione tra gli agricoltori del sud, in questi anni ha intessuto una fitta rete di clienti che si recano direttamente da lei, a casa o in campagna per acquistare i suoi prodotti talvolta chiedendole di raccoglierli.
In questi giorni è molto preoccupata. C’è la verdura da raccogliere, i lavori da fare in preparazione della nuova stagione, ma i controlli sono sempre più serrati e raggiungere la campagna, trovandosi la stessa al confine tra due comuni limitrofi, diventa sempre più difficile. Inoltre, le attività di consegna sono sospese, poiché la stessa vendita diretta produttore – consumatore è vietata dalla normativa vigente in materia di Covid- 19.
Ciononostante la donna forte, lavoratrice, di cultura, lontana da padrini e padroni, il cui destino è tutto scritto nel nome, non si abbatte e per non avvilirsi, pur rimanendo a casa, continua a fare tutto quello che può. Impasta, inventa combinazioni di sapori e prepara confetture insieme a sua figlia Ilaria. Ci regala la ricetta delle sue tagliatelle, consigliandoci di coinvolgere i bambini nella preparazione.
Occorrente
- vassoi
- matterello
- macchinetta per la pasta
- farina
- uova
- sale
- olio
- voglia di giocare
Consegnate ad ogni partecipante un vassoio.
Mettete 3-4 cucchiai abbondanti di farina sul vassoio di ognuno formando una montagnetta.
Con le dita, aprite dal centro formando un cratere.
Aggiungete un uovo per ogni impasto facendo vedere ai più piccoli come si fa.
Successivamente, un pizzico di sale e un filo di olio.
Iniziate con la forchetta a sbattere l’uovo e un po’ alla volta, prendete la farina dai bordi interni del cratere.
Quando l’impasto diventa un po’ più solido, iniziate ad impastare, prima usando solo le dita per amalgamare, poi, quando sarà più compatto, usando anche i palmi.
Quando l’impasto sarà bello compatto, se avete la macchinetta, dividetelo in più pezzi.
Iniziate a fare la sfoglia con il nero più piccolo, fino ad arrivare ad una consistenza più sottile, poi passate le sfoglie fatte nella griglia della macchinetta per le tagliatelle.
Ognuno si farà da solo la propria porzione in modo da stimolare maggiormente l’abilità nel farlo.
Chi non ha la macchinetta, può usare in alternativa un matterello. Stendete l’impasto fino a renderlo sottile, poi piegatelo su se stesso più volte e tagliate tante striscioline.
Alla fine di entrambi i procedimenti, aprite e fate stare all’aria le tagliatelle.