di Stefania Leo
Quante storie si possono raccontare a tavola? Tante: lo insegna Storyteller. Nato nel 2016 a Corato, in provincia di Bari, la sua evoluzione sembra quasi una favola. “C’era una volta” un piccolo gastropub nel centro di una piccola cittadina del nord barese. Il suo proprietario, Giuseppe Lops, lo aveva creato perché esprimersi solo con l’arte del bartending non gli bastava più. I suoi piatti a km zero rendevano felici i produttori del territorio e i clienti, che in tavola ritrovavano i sapori della tradizione, immaginati e rinnovati.
Ad un certo punto, grazie alla voglia di Lops di crescere e migliorarsi continuamente, il regno di Storyteller si ingrandisce. La piccola sala raddoppia, con saletta intima annessa. E ai fornelli, arriva un vero mago delle verdure spontanee e delle fermentazioni: Leonardo D’Ingeo.
Classe 1994, il giovane chef coratino torna a casa con la voglia di mettere alla prova il suo talento sul territorio in cui è nato. Alle spalle, tante esperienze in alberghi, sale ricevimenti e alle prestigiose corti di Antonio Bufi (Le Giare, Bari) e Joël Robuchon (Atelier de Joël Robuchon, Parigi).
Leonardo D’Ingeo è specializzato in incantesimi naturali. Il suo preferito è la fermentazione. Ne è un esempio il miracolo compiuto con la salicornia, fermentata e messa a mo’ di corona fiorita sullo sgombro adagiato su crema di carote.
Ma lo chef pugliese sa anche come trasformare gli animali. Tra i suoi antipasti più riusciti la Lingua un po’ dolce un po’ piccante, con peperone Sciuscillone di Taggiano, fave, prezzemolo e germogli.
Per i piatti principali D’Ingeo passa dal riso Acquerello alla pasta Benedetto Cavalieri, arricchendo questa materia prima con ingredienti in continua trasformazione. Ne è un esempio il Riso cacio e pepe con nespola fermentata, olio alle arachidi tostate e fondo di maiale, un omaggio alla sua formazione francese.
Lo chef di Storyteller, che con le sue mani e i suoi occhi e le sue gambe ha percorso chilometri, sa anche come rendere omaggio a culture “sorelle” senza snaturare il racconto del territorio. Ad esempio i Fusilli in genovese di pancia di suino, preparazione di eco campana, si sposa con la salsa di mozzarella affumicata e olio al sedano.
Per i secondi D’Ingeo bada al sodo e cerca di non stravolgere più di tanto tagli di carne succulenti come il capocollo, rinfrescato da preparazioni acide, fresche e naturalmente fermentate come il chimichurri di friggitelli. La morale della cucina di D’Ingeo è che, se potesse, farebbe fermentare anche le pietre e riuscirebbe a farle mangiare.
Per completare l’esperienza non può mancare il dessert, su cui le mani del giovane cuciniere coratino non sembrano sempre a proprio agio. Con cura alchemica, confeziona la Zuppa di fragole e rabarbaro, mandorle e olio al rosmarino. Attratto dal mondo liquido, sui dolci non cede volentieri alla solidità.
Il vero gioco di prestigio D’Ingeo lo fa al momento del pre-dessert. Foglie, pozioni magiche, piattini da leccare come in Alice nel Paese delle Meraviglie. Un po’ mixologist un po’ stregone, lo chef pulisce palati come fossero piani di cristallo: con delicatezza e rapidità.
Nei calici di Storyteller i vini – 75 referenze in cantina – raccontano la storia del territorio, senza paura di qualche fuori pista in terra francese, dove Lops ama avventurarsi “per vedere l’effetto che fa”.
Come tutte le favole, anche quella di Storyteller meriterebbe il suo “E vissero felici e contenti”. Ma come si può mettere un punto a due fiumi in piena come Lops e D’Ingeo? Non resta che camminare con loro e farsi stupire da nuovi incantesimi culinari.
Storyteller a Corato
Piazza di Vagno, 18
70033 – Corato (Bari)
+39 339 413 8056
Chiusura: lunedì
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