di Alberto Nigro
Quando si fa riferimento al mondo delle bollicine nella mente si formano, in maniera automatica, le suggestive immagini della Franciacorta, del Trentino, del Veneto oppure, superando la muraglia alpina, dell’iconica regione della Champagne. Eppure, da diversi anni ormai, gli spumanti sono anche patrimonio di tutte le regioni italiane, anche della Campania. Spno sempre più numerosi i prodotti di alta qualità provenienti da ogni angolo della regione e sono sempre di più le aziende che ne propongono una o più tipologie. Ma adesso, quello che vogliamo mettere in evidenza in questo artivcolo, è c’è chi ha deciso, sfidando mercato e pregiudizi, di dedicarsi esclusivamente alle bollicine puntando ad un progetto coerente ed esclusivo che sinora aveva solo D’Arapri a San Severo un esempio del genere sotto il Po.
Attraversando la provincia di Avellino fino a lambire il confine pugliese giunge nel Comune di Greci (famoso per il suo dialetto arbëreshe) dove è al lavoro l’azienda vitivinicola Corte dei Roberto.
Tutto ebbe inizio nel 2013 quando i cugini Eva, Renée, Ottone Manuel e Christian Roberto decisero, con l’aiuto dei genitori, di dedicarsi alla produzione di spumanti Metodo Classico utilizzando le uve Fiano, Greco e Piedirosso coltivate in un ettaro e mezzo di terreno di proprietà a cavallo tra Greci, Savignano e la provincia di Foggia.
«Non abbiamo mai avuto dubbi – racconta Eva – sulla possibilità di produrre ottime bollicine Metodo Classico, tant’è che la strumentazione acquistata, che ci consente di occuparci dell’intera filiera, è specifica per questo tipo di lavorazione. D’altro canto, i terreni a nostra disposizione sono assolutamente adatti allo scopo: calcareo – argillosi con stratificazioni tufacee, in un contesto di forti escursioni termiche che consegnano a vitigni come il Fiano una notevole mineralità, pur tutelandone le caratteristiche varietali».
Sono tre le etichette prodotte a partire dal 2017 con un blend di Fiano Greco e Piedirosso: Corte dei Roberto Brut (24 mesi sui lieviti), Couvèe della Posta Brut (36 mesi sui lieviti) e Corte dei Roberto Venature (Pas Dosè prodotta in soli 972 esemplari che riposa sui lieviti per 60 mesi). Le bottiglie messe in commercio ogni anno, con la supervisione dell’enologo Sebastiano Fortunato, sono circa 16mila, ma con l’entrata in produzione di un nuovo terreno si supereranno presto le 20mila.
Ma si può essere campani e produrre bollicine anche senza operare necessariamente in Campania. È il caso di Francesca Carannante, di Bacoli, che, trasferitasi a Milano quando aveva 21 anni per studiare all’Accademia di Belle Arti, ha prima scoperto l’amore per il vino e poi deciso di lanciarsi nella produzione di spumanti Metodo Classico. La zona è quella dell’Oltrepò Pavese che in tema di bolle non ha bisogno di presentazioni.
«La passione per il vino è nata nel corso di una esperienza post laurea vissuta in Australia – afferma -. Ho cominciato a studiarlo per cultura personale e, una volta tornata in Italia, le visite in cantina hanno fatto il resto». Francesca, nel tempo, ha ottenuto i 3 livelli W – Set conseguendo la certificazione internazionale e cinque anni fa è diventata socia di una distribuzione di vini, attività che le ha consentito di entrare in contatto con molte piccole realtà.
Il progetto di vinificazione ha preso il via nel 2021 grazie ad una collaborazione con la cantina pavese Fontanachiara e l’enologo Marco Maggi. «Io amo il Pinot Nero – dice – e credo che quello prodotto in quest’area sia straordinario ma ancora troppo sottovalutato».
Tre gli spumanti nati in casa Carannante, per un totale di poco meno di 10mila bottiglie all’anno, tutti figli del Pinot Nero in purezza e di un affinamento di almeno 33 mesi in bottiglia: un Dosaggio Zero, un
Rosè Brut ed unExtra Brut.
Francesca, pur avendo abbracciato il mondo del vino, resta un’amante dell’arte (logo ed etichette sono state disegnate da lei, ndr.) e sogna di rendere sempre più stretto il legame tra questi due mondi. «I miei spumanti – racconta – hanno già inaugurato una mostra fotografica presso ilPalazzo Reale di Milano e sono apparsi in diversi appuntamenti durante la Milano Wine Week. Credo molto nel rapporto tra vino ed arte – aggiunge – perché un calice di vino al pari di un quadro può regalare emozioni forti, ma è soggetto al contesto e allo stato d’animo di chi vi si approccia».
Corte dei Roberto a Greci (av)
www.cortedeiroberto.it
Telefono 392 736 0870
info@cortedeiroberto.it
Francesca Carannante
info@francescacarannante.com
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