di Marina Betto
Dal Consorzio Tutela Vini Frascati arrivano proposte attuabili da tutto il mercato nazionale per superare la crisi portata dal Covid 19 che ha sferrato un duro colpo al comparto vitivinicolo. Il consumo vinicolo è calato in Italia e i produttori che si affidano solo al canale horeca hanno lasciato in cantina interi bancali di vino. La chiusura di bar e ristoranti non ha permesso di arrivare al consumatore che ha sempre vissuto il consumo del calice di vino o della bottiglia come momento conviviale assolutamente da fare in compagnia in momenti speciali e da ricordare anche e soprattutto fuori casa, in viaggio e/o in albergo.
Le esportazioni di vino hanno ugualmente subito un forte rallentamento e il turismo quest’anno sembra si dovrà accontentare di rimanere nel circuito nazionale niente frotte di turisti stranieri all’arrembaggio sui lidi delle nostre località balneari, nelle città d’arte, niente prestigiosi convegni internazionali che facevano registrare il tutto esaurito nei nostri grandi alberghi. Per cercare di limitare i danni sostiene Felice Gasperini presidente Consorzio Vini Frascati sarà necessario attuare una serie di azioni a partire dalla vendemmia verde e la distillazione volontaria che permetterà a tante piccole aziende di non soccombere bensì limitare i danni. Il pericolo è quello di cancellare tante piccole realtà produttive che fanno parte di un patrimonio storico e paesaggistico che potrebbero ammalarsi improvvisamente e sparire colpiti come gli uomini da questo coronavirus.
Il sindaco di Frascati Roberto Mastrosanti ribadisce che l’approccio che guarda all’intera filiera nazionale e non solo del territorio del Lazio è molto positivo sebbene non tutti i territori abbiano le stesse esigenze, la stessa storia e la stessa forza commerciale ma è tutelando l’anello più debole che si rafforza l’intera catena. Il vino Frascati che in questi ultimi anni era riuscito a spuntare un prezzo dignitoso che desse valore al lavoro svolto rischia oggi di essere vanificato regredendo a quelle diatribe sui prezzi tra produttori che vedono messa in gioco la loro stessa sopravvivenza. Il Consorzio Vini Frascati uno dei primi a nascere in Italia ha inviato a Federdoc delle proposte perché le sottoponesse al governo coinvolgendo il Ministero delle Politiche Agricole. Le giacenze di vino che non potranno essere evase nel breve termine ne nel lungo termine creerà un crollo del valore dei vini e delle uve ecco la necessità di concertare i prezzi. Tra le proposte ridurre le rese del 20% per i vini della DOC, DOCG, IGT e i Vini da Tavola; sostegno per la vendemmia verde sulle uve DOC e DOCG; sostegno regionale alla distillazione dei DOC e DOCG per la produzione di alcool ad uso medicale; permettere di conservare il bonus di 3000 euro anche a chi estirpa e non reimpianta subito il vigneto perché sarebbe una salvaguardia per il territorio e un incentivo a investire se per i due anni di seguito i vigneti non fossero messi a coltura; aumentare i finanziamenti sul vino e sui vigneti per favorire nuovi insediamenti; cancellazione dell’IMU 2020 per i fabbricati legati alla filiera viticola; tutela dei crediti legati al canale horeca con attenzione ai clienti che chiuderanno l’attività. Per riprendersi ci dovranno essere delle agevolazioni per chi assume lavoratori stagionali per la raccolta delle uve anche introducendo dei voucher, utile infine sarebbe la sospensione per tre anni dei pignoramenti sui fabbricati dei terreni agricoli, sulle macchine e le attrezzature strumentali. Per programmare il rilancio e contenere la crisi in corso si deve necessariamente tenere conto di queste proposte del comparto inviate in un documento al Ministero delle Politiche Agricole da tutta la filiera vitivinicola composta da Alleanza delle Cooperative Italiane, Assoenologi, CIA, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini.
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