di Andrea Docimo
La ‘mpustarella mi incuriosì molto quando si scatenò il ciclone mediatico per la nuova apertura di Enzo Coccia, tant’è vero che non potei trattenermi dall’andare a provarla il prima possibile. L’altra sera, indeciso sulla piega da far prendere alla serata, mi sono deciso a tornarci.
Per l’origine del nome, citando Raffaele Bracale: “In pretto napoletano il contenuto, piccolo asciolvere e/o spuntino fatto da adulti o ragazzi prende il nome di ‘mpustarella soprattutto quando lo spuntino si sostanzi in due semplici fette di pane con inframmezzato del companatico; la voce ‘mpustarella è derivante da un in (illativo) + il latino positam con un doppio suffisso femm. r +ella che sostantivizza il part. pass. positam che è da ponere= porre, mentre l’in d’avvio, che davanti all’esplosiva p si aferizza in ‘m,indica appunto che il companatico è posto dentro il pane.”
È il pane il vero protagonista: magari è un segreto come è fatto, forse è di dominio pubblico, ma il prodotto finale non ha bisogno di alcuna “raccomandazione”.
Lo scrigno panoso è morbido, alveolato e scioglievolissimo al palato internamente, mentre all’esterno è croccante il giusto; non sconfina, difatti, nel biscotto.
Un po’ panuozzo, un po’ pane.
La fragranza e le sensazioni evocate (immediati i rimandi al pane fresco la domenica mattina, ai cereali ed al panuozzo di Gragnano) valgono da soli il prezzo del panino, che mediamente si attesta sugli 8 euro circa.
Da amante del soffritto (cliccando sulla parola in blu troverete un mio articolo riguardante le pizze che lo propongono al suo interno), non mi sono potuto esimere dal provare la ‘mpustarella racchiudente tale elemento principe della tavola napoletana.
Soffritto di maiale, provola, friarielli, pecorino e pepe.
Sottolineo innanzitutto che friarielli e soffritto non sono a contatto, ma anzi sono separati dalla provola. Giusto: in tal modo l’untuosità dei friarielli non va a fondersi con il sugo del soffritto, che viene ben sorretto dalla fetta inferiore (il cedimento è ridotto al minimo). Si ottiene, peraltro, un beneficio anche in termini di gioco di consistenze.
Inoltre, ho sempre adorato mangiare i friarielli con un po’ di formaggio accanto: mi è sempre risultato spontaneo, segno che a volte le migliori intuizioni nascono proprio dall’istinto. Qui, però, mi sono accorto di averci sempre visto giusto: il pecorino dona uno sprint meraviglioso in termini di sapidità ed intensità; il pepe, poi, completa pungendo a zona il palato.
Uno sballo.
Il locale, poi, è piccolo, ma davvero di garbo.
Accanto a ‘mpustarelle e pizze fritte si possono scegliere vini bianchi e rossi, ma anche bollicine. In bottiglia od al calice.
Il coperto, purtroppo, si paga anche qui: 1.50€, poco male.
Trovate la compagnia giusta e andateci; la fila, oltretutto, è sempre ridotta al minimo, anche il sabato. Anche a due passi da alcuni dei luoghi più belli di Napoli. Cosa volere di più?
’O Sfizio d’ ‘a Notizia Napoli
Via Michelangelo da Caravaggio, 49/51
Tel. 081 7148325
Aperto solo la sera – Chiuso il lunedì
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