di Ugo Marchionne
Punta Tragara, senza dubbio alcuno, considerata come il belvedere più bello di Capri. I Faraglioni in bellavista ed il mare che ti bagna il cuore. Le Monzù è il ristorante gourmet del Punta Tragara Hotel & S.P.A, fiore all’occhiello del panorama da hotelleria Caprese in cui il lusso veste un’accezione comfortevole & umana.
Le Monzù è il regno di Luigi Lionetti, classe da vendere è capace interprete di un Mediterraneo mai così attuale.
Segno di una tendenza di valore atta a riscoprire quanto di buono, quel blu di fronte a noi può regalarci. Una cucina emozionante e senza sbavature che si staglia nella scena con ampio margine.
Rimanendo ancorata ad un settore designato, quello del Mediterraneo, di rigore è costruita con dovizia da Luigi Lionetti per stupire nella sua semplicità. Un servizio di sala altamente professionale, una location suggestiva ed una squadra di cucina motivata sono i fattori di un’equazione indovinata. Clientela internazionale, come di costume, tanti ospiti di stanza in rimangono per cena, a preferire il credo di Luigi alle costruzioni artefatte dei soliti nomi capresi. La Ligne de Table ed il decoro di sala sono strutturati in modo da ricordare sia di giorno che di sera, i colori della vetreria costiera e del mare di Capri. Appetizers dalla cucina, sequenza di piccole entrée in ingresso. Un Mediterraneo da scoprire in cui il mare si fonde a componenti acide e vegetali, compenetrato da erbe e tecniche di cottura. Astice, Anguria & Mango. La Palamita scottata con fagiolino ed il lampone. Il Polpo & la sua chips con l’estratto di mela verde. Passando doverosamente per un Bun di Maialino casertano cotto a bassa temperatura e scarola maritata alla napoletana e per un pacchero ripieno di Parmigiana. Concentrazioni pure di sapore.
Antipasti intramontabili. Pietre angolari della cucina di Luigi Lionetti che in questi sei anni al comando si è consolidata più che evoluta. Stage invernali da Gennarino Esposito, grande ammirazione per chef del calibro di Andrea Aprea e Nino Di Costanzo ed una cucina fatta di emozione e di legame con il territorio caprese, di nascita e di cuore.
Bon Bon di Gambero Rosso, Zuppetta di Olive Nocellara all’acqua di pomodoro, brunoise di olive verdi, mandorle e limone candito. Tagliatella di seppia cotto a bassa temperatura su panzanella di pomodoro datterino. Stile inconfondibile che trae spunti dalla Torre Del Saracino per contestualizzarli a Capri. La profondità e l’equilibrio di questi due antipasti stupiscono. Multi livello. Giocati per essere degustati in singoli bocconi completi. Estetica precisa e vegetalità verticale. La panzanella di pomodoro giallo a cubetti, il suo essere citrico e la dolcezza del cipollotto nocerino ricordano quasi un ricordo candito cedrino. La Tartare di Branzino su Gazpacho di Pomodoro è un vero must. Una luce inaspettata per sapore e curiosità quella dei primi. Magistrale il risotto. Evocativo il Terra e Mare della pasta con Zucchine e Vongole. Invidiabile come piatto il tortello ripieno di ristretto di polpo con crudo e cotto di mare. Ad essere sinceri…una lodevole interpretazione dell’insalata di mare in altra forma e sostanza.
Secondi piatti di scuola francese, l’Agnello cotto in triplice servizio e la Gallinella scottata sulla pelle. Millimetrici.
Classico e curato il servizio di sala di Salvio Di Scala, stimata professionalità del mondo del servizio in Italia e Claudio Canaletto, giovane sommelier già alla corte della famiglia Ferrara al Faro Di Capo D’Orso. Un percorso compiutamente campano, riuscito in ogni suo punto. Vini degnissimi, senza derive frou-frou, che parlano al commensale dello stato attuale della nostra terra. Ricca di contraddizione, di ricerca e di bellezza.
Conclusioni
Equilibrio, materia, Mediterraneo. Questa è la cifra sommaria della cucina di Luigi Lionetti, un uomo umile e sincero, ma soprattutto un grandissimo chef che dalla cucina del Punta Tragara Luxury Hotel educa al rispetto del mare con omaggi minimali ma riusciti alla tradizione. Una cucina mai esasperata né sussurrata. Una cucina che dialoga col commensale. Ecco, un dialogo, un contatto di sala e cucina, forse il logos gastronomico potrebbe aver scelto Le Monzù come una delle sue manifestazioni. O forse Luigi Lionetti ha messo in campo tutto se stesso in un percorso che mi ha sorpreso. Personalmente reputo che ad un certo livello è difficile fare piatti sbagliati, ma quando un percorso stimola la curiosità nell’ospite allora vuol dire che il mare ti è entrato nel cuore.
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