di Marco Galetti
Le minchi@te in cucina si sprecano, le vediamo quotidianamente in televisione quando cuochi famosi e meno, giudicano cuochi ancor meno famosi che mancano di basi per poter raggiungere le altezza aspirate, le assaggiamo in ristoranti stellati che hanno perso la memoria storica e guardano solo avanti, senza il pudore, l’umiltà e la riconoscenza verso le proprie origini e verso quei piatti storici, base della cucina più bella del mondo, così ricca, varia e goduriosa, da non aver alcun bisogno di dover fare il verso ad alcuno, men che meno alle assurdità inventate da chi, non avendo passato, né memoria storica, ha dovuto farlo per necessità.
Le minchi@te le vediamo in Trattoria, e qui c’è l’aggravante, piatti regionali “rivisitati”, dicono proprio così, si disperdono le tradizioni al vento, si propongono assurdità per aspetto, forma e contenuto per poi arrivare a chiedersi : come mai gli affari vanno male?
Le minchi@te le vediamo in pizzeria, tra le righe e nelle righe interminabili dei menù che potrebbero, per quel che mi riguarda, fermarsi dopo una decina di pizze a dir tanto, sappiamo tutti che le imprescindibili sono Marinara e Margherita, fatele bene, prima di passare ad altro, invece no, descrizioni e forzature di pizze che pizze non sono più, ingredienti non consumati e quindi di dubbia freschezza.
Le minchi@te più grosse le vediamo in Lombardia, le trattorie lombarde sembrano in via d’estinzione e quelle poche che rimangono, invece di prendere la via delle spezie dovrebbero non perdere la strada dello zafferano.
Le minchi@te le vediamo ovunque perché si sono persi dialetti, valori, ricordi e vecchie ricette a vantaggio di un nuovo che avanza ad una velocità sproporzionata rispetto alla pochezza dell’offerta, fumo negli occhi che invece di nascondere un arrosto è solo fumo o quasi…
Le minchi@te in cucina si sprecano ma del pollo arrosto con patate rimangono solo le ossa, la ricetta mette tutti d’accordo, eppure trovare questo piatto al ristorante è sempre più difficile, perché non “fa figo”…..
Oggi, domenica 4 Marzo, giornata d’elezioni, non avevo alcuna voglia di venditori di fumo e allora ho pensato di preparare un pollo arrosto con le patate, che tirano sempre: Pollo, patate, olio, sale, pepe, salvia, rosmarino , questi gli ingredienti oltre a qualche cucchiaiata di brodo vegetale bollente aromatizzato con zeste di limone, col quale ho bagnato regolarmente il mio pollo.
Un’ora abbondante di forno, venti minuti a 220, si aggiungono le patate e si finisce di cuocere a 180 per altri cinquanta minuti, ancora cinque minuti a forno alto e poi si gode.
Questo post è un segnale di fumo, anche se il pollo non ha fatto fumo, come tutti i piatti concreti.
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