
di Tonia Credendino
Tra radici profonde e sguardi rivolti al futuro, il racconto di un’esperienza immersiva in una delle realtà più autentiche e visionarie della Franciacorta.
“Ogni terra ha i suoi dèi. E ogni vino, se ascoltato bene, ne porta il respiro.”
È con questa sensazione — quella di stare per entrare in un luogo che custodisce memoria e visione — che sono giunta per la prima volta in Franciacorta. Ad attendermi, un tramonto luminoso e dorato, capace di sciogliere ogni attesa. E una cantina che avevo immaginato, ma che mi ha sorpreso più di quanto potessi prevedere: Le Marchesine.
In questa azienda, fondata da Loris Biatta e portata avanti oggi con passione dai figli Andrea e Alice, insieme ai nipoti che già respirano il ritmo della terra, il vino è molto più che un prodotto: è un’espressione del tempo, un racconto fatto di materia viva e scelte quotidiane.

La cantina de Le Marchesine è un vero gioiello. Un luogo che incarna la capacità di coniugare funzionalità, estetica e senso dell’ospitalità. Le grandi sale di degustazione, immerse nella luce e nella sobrietà del design, sanno essere allo stesso tempo professionali e accoglienti, moderne ma in armonia con il paesaggio.
Qui il concetto di sostenibilità non è solo un valore dichiarato: è applicato in ogni gesto. Dagli impianti che garantiscono risparmio energetico alla scelta di tecnologie che rispettano l’integrità del vino, tutto parla di un rispetto profondo per la terra e per chi la lavora.
Visitare Le Marchesine significa immergersi in uno spazio che è insieme luogo di produzione e di pensiero. Dove ogni dettaglio è parte di una visione più ampia, coerente e profondamente italiana.
Durante la visita ho avuto l’onore di intervistare Loris Biatta, anima storica della cantina. Le sue parole non sono state semplici risposte, ma frammenti di una filosofia radicata nella terra e nella conoscenza.
Cosa significa “fare qualità” oggi in Franciacorta?
“Significa partire dal dettaglio. Non basta dire ‘lievito’: ogni vino ha bisogno del suo. Noi collaboriamo con Jean-Pierre Valade, direttore dell’Istituto enologico di Champagne, uno degli enologi più preparati al mondo. Con lui studiamo i programmi di remuage, i lieviti specifici, ogni singola fase.”
Quanto conta il suolo nel risultato finale?
“Moltissimo. Ogni nostro vigneto viene analizzato con carotaggi, per capire cosa c’è sotto: marna, sabbia, argilla. Da lì scegliamo il portainnesto adatto, decidiamo dove fermare le radici. Chi non conosce il proprio terreno lavora alla cieca.”
E la tecnologia? È nemica della tradizione?
“Assolutamente no. La tecnologia serve, ma va compresa. Siamo stati i primi a introdurre le macchine per il remuage. All’inizio ci hanno criticato, oggi è normalità. Ma ciò che conta è come la programmi, come la adatti al tuo vino. Non esiste una sola via, esiste la via giusta per ogni bottiglia.”
La degustazione è stata un altro passaggio chiave del mio percorso. Un momento che ha messo in luce non solo la varietà e la struttura dei Franciacorta de Le Marchesine, ma anche la coerenza con cui ogni bottiglia viene pensata.
L’azienda ha scelto di non effettuare la fermentazione malolattica, una decisione controcorrente che permette di mantenere l’acidità naturale e la freschezza dei vini. Il risultato è una linea di Franciacorta eleganti, netti, puliti, capaci di esprimere purezza, energia, profondità.
È una semplicità che non rinuncia alla complessità. Una precisione che nasce da un lavoro meticoloso e appassionato.
A rafforzare ulteriormente la narrazione stilistica de Le Marchesine è il progetto Albios Selection, una linea ispirata alla cultura celtica e romana che un tempo abitava la Franciacorta.
Ogni cuvée porta il nome di una divinità, scelta per raccontare simbolicamente il carattere del vino:
Brigantia – Satèn Millesimato: dea della fertilità e della saggezza
Artio – Rosé Millesimato: divinità della natura e degli animali
Esus – Brut Millesimato: legato alla forza e al sacrificio
Nodens – Extra Brut: simbolo di profondità e guarigione
Un’operazione culturale raffinata, che unisce estetica, contenuto e radici. Qui il vino non solo si degusta: si legge, si interpreta, si ricorda.
La giornata si è conclusa con una cena conviviale che è stata molto più di un pasto: è stata condivisione, ascolto, intimità.
Intorno a un lungo tavolo, tra polenta fumante, salumi locali, parole e sorrisi, ho avuto l’onore di sedere accanto a Loris e di ascoltare il suo brindisi:
“In questo calice ci sono le radici e la direzione. C’è il lavoro, ma anche la voglia di migliorarsi ogni giorno.”
Durante la serata abbiamo degustato due annate straordinarie, alla cieca: Brut Millesimato 2004 e la riserva Dosage Zéro 2000 – Secolo Novo. Due vini profondamente diversi, ma uniti da una verticalità rara. La 2000, sorprendentemente, si è mostrata più giovane e vivace, segno di una tenuta nel tempo eccezionale.
Franciacorta non è semplicemente una zona vitivinicola. È un paesaggio culturale, un patrimonio vivo da proteggere, valorizzare, raccontare.
È in grado di sostenere il confronto con territori come lo Champagne non per somiglianza, ma per identità. Qui si fa vino con coscienza, studio e dedizione. Si parla di terroir, ma anche di stile, visione, linguaggio.
Le Marchesine è un esempio virtuoso di tutto questo. Un’azienda che ha saputo trasformare la tradizione in un motore d’innovazione, senza mai smettere di rispettare la terra e chi la lavora.
Franciacorta, in questo senso, è un’opera monumentale. Un bene collettivo. Un’eccellenza italiana da custodire con lo stesso rispetto che si riserva a ciò che ci rappresenta nel mondo. E se esistono luoghi in cui il vino riesce a parlare con la voce della terra, della memoria e del futuro, Le Marchesine è uno di questi.
Le Marchesine, Franciacorta
Via Vallosa, 31 – Passirano (Brescia)
T: +39 030 657005
E: info@lemarchesine.com
Dai un'occhiata anche a:
- Andrea Matrone e il suo “colpo di scena” da Staj Noodle Bar, Chiaia
- Celestina Pasticceria compie 4 anni con una festa speciale | 19 marzo
- Concettina ai Tre Santi riapre da Pasqua a Capri, con la leggerezza e il cuore del Rione Sanità
- Bacoli, Incontri Internazionali sulla viticoltura a Piede Franco. Vigne Storiche, facciamo il punto
- Murgo – Presentate le nuove etichette degli spumanti metodo classico
- ONLY WINE: presentato al MASAF XII edizione del Salone dei Giovani Produttori e delle Piccole Cantine
- Ego Pizza Festival 2025 è un successo: più di 5mila presenze in Villa Peripato
- Finocchiona Igp: profumo di Toscana in un Salume